undici

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"Perché mi hai chiesto quale fosse il mio colore preferito?" Mi chiese Camila.

"Te l'ho detto, volevo solamente sapere," glielo ricordai. "Qual è il tuo libro preferito?"

La sua espressione divenne subito seria, guardava nella mia direzione ma oltre me. Mi spostai in modo che i suoi guardarono i miei di nuovo. I suoi occhi era lucidi e pieni di preoccupazioni e non brillavano più, come facevano di solito.

"Fai questo con tutte le ragazze?" Disse in un sussurro. "Le porti ad un appuntamento e provi a conoscerle?"

"No," ammisi.

"E allora perché io?"

"Non ci sono 'altre ragazze', Camz," le dissi. "Non più. Non ho più guardato le altre ragazze da quando tu ti sei presentata qui. Per rispondere alla tua domanda, no, non ho mai fatto una cosa del genere con le ragazze del mio paese e non lo farò nemmeno con le ragazze del mio futuro, perché non voglio che ci siano altre ragazze. Non riesco... Non riesco ad andare avanti senza te, onestamente."

"Ma perché? Perché io sono diversa?" Continuò a chiedere.

Potevo capire perché avesse tutti questi dubbi e domanda. Se fossi nei suoi panni anch'io li avrei. Ma dovrebbe capire che lei mi ha cambiato in una persona totalmente diversa.

"Perché lo sei e basta," feci spallucce. "Non ho mai avuto il desiderio di conoscere una ragazza nel modo in cui voglio conoscere te. Il tuo sorriso è molto più bello degli altri e la tua risata mi rende felice, e Dio... Le parole non riuscirebbero mai a descrivere il modo in cui mi sento quando il tuo corpo è vicino al mio. Non posso dirti perché tu sei diversa perché non lo so nemmeno io. Lo sei. Ti sei presentata nella mia vita come uno tsunami e io sto annegando, ma non voglio essere salvata. Sei troppo speciale."

"È per questo che stai facendo questo? Per conoscermi meglio?" Mi chiese.

"Sono a questo appuntamento con te perché voglio esserci. Meriti di sentirti speciale, Camila. Voglio farti sentire speciale. Voglio farti sentire felice tanto quanto tu lo fai con me. Ecco perché lo sto facendo. Voglio farti vedere quanto vali."

Abbassò lo sguardo sorridendo alle nostre mani intrecciate e per un secondo ho visto un'ombra di accettazione nel suo sguardo. Volevo avvicinarmi a lei. Non volevo solamente portarmela a letto e dimenticarla. Volevo avvicinarmi così tanto a lei che non avremmo mai più dovuto avere conversazioni del genere; avremmo potuto guardarci solamente negli occhi per capire tutto.

"E oh, non pensare mai che quello che hai bisogno di dire non è importante per me," aggiunsi. "Voglio sentire tutto quello che ti passa per la mente. Tutto quello che esce dalla tua bocca è importante."

Mi guardò negli occhi e incominciò a perdersi nei suoi pensieri proprio come faceva ogni volta che mettevo da parte il mio ego e esprimevo ciò che la mia mente voleva esprimere. La sua attenzione era solo su di me, e per quanto mi piacesse, mi piaceva l'idea che io potessi essere nella sua mente tanto quanto lei fosse nella mia.

"Sei importante," aggiunsi. "Troppo."

"Tu sei importante per me," sussurrò.

Si avvicinò a me e intrecciò un braccio intorno al mio corpo, poggiando la testa sul mio petto. Era tutto quello che avevo bisogno di sentire.

Avevo lei e non avevo in mente di lasciarla andare.

Feci scivolare le mie mani sui suoi fianchi accarezzandoli leggermente prima di intrecciare le mie braccia intorno al suo collo, baciando il suo capo dolcemente. Le mie mani incominciarono a fare dei cerchi sul suo collo e parte delle sue spalle.

smoke ➳ camrenWhere stories live. Discover now