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Sono le 21.19 del 10 settembre. Sono al ristorante, e fuori sta piovendo. Non so che fare, quindi scrivo... anche se non so se questo capitolo uscirà stasera. Deh. {Beh, cara Bea, non è uscito nemmeno nei quattro giorni successivi. ;3}
[Adesso 5]

News: da oggi in poi, il mio modo di scrivere cambierà.

《Problemi Amorosi》

Metano's pov

Quattro giorni. Sono passati quattro giorni da quella conversazione con Eren. Le sue parole mi hanno aiutato molto, mi hanno fatto capire cosa il mio cuore vuole veramente. O meglio, chi.

Eppure mi sento in colpa. In colpa, perché sono disposto a scegliere fra loro due. Come se l'altra fosse meno importante, come se quella che non è la 'prescelta' fosse insultata, ferita. Anche se so che non è così, perché non è innamorata di me. Ma nonostante so ciò, continuo a sentire il senso di colpa, a sentire quell'angoscia, che mi fa sentire male...

Nessuna delle due sapeva di ciò, e la cosa che mi preoccupa e dirlo a Martina.
Perché infondo, è come se fosse stato un tradimento... o almeno io la penso così. Ho paura di dirle quello che pensavo allora, ma sicuramente nasconderle questo non migliorerà la situazione, specialmente se in qualche strano modo lo scoprisse.

Mi metto seduto sul letto, distogliendo lo sguardo da soffitto nero, oscuro...
Prendo il telefono fra le mani, e dopo un lungo e profondo sospiro premo il tasto, e la chiamo.

-chiamata telefonica-

"Ehilà Tano!" sento la sua dolce voce attraverso il telefono.
"Ehi..." saluto, quasi intimidito.
"È da qualche giorno che non mi chiami... è successo qualcosa?" Chiede, cambiando il tono di voce, da felice e spensierato a preoccupato.
"Dobbiamo parlare..." dico semplicemente, senza andare nei dettagli.
"Di cosa?" Sembra più preoccupata di prima.
"Vedrai. Ci incontriamo sotto l'hotel, va bene?" Ognuno di noi ha la propria stanza qui dentro, pagata dall'ospedale, mortificato per ciò che è successo a Bea a causa dei dottori che lavoravano lì.
"Va bene..." chiude la chiamata di colpo.

-fine chiamata telefonica-

Sono preoccupato... credo abbia capito ciò che voglio dirle, o magari proprio il contrario.

Mi preparo in pochi minuti, e con il cuore in gola che batte più velocemente che mai, esco dalla stanza.
Scendo giù per le scale, passo nel corridoio, e apro la porta, uscendo...

Alzo lo sguardo verso il cielo, coperto di nuvole più grigie che bianche, e noto dei fiocchi di neve scendere piano piano dal cielo, posandosi dolcemente sull'asfalto, sparendo.

Siamo a fine novembre, e qui già nevica... certo che il tempo americano è alquanto diverso da quello italiano.

"Ehi..." Sobbalzo, sentendo una voce e delle mani posarsi sulle mie spalle. Mi giro e vedo Martina.
"Emh... ciao" abbasso lo sguardo, evitando i suoi occhi posati sui miei.
"Di cosa volevi parlarmi?" Ci incamminiamo per le strade umide di New York.

"Allora?" Insiste, dopo pochi minuti di silenzio totale, con sottofondo i famosi clacson del traffico new yorkese.

"Marty..." dico, camminando con lo sguardo basso, e le mani nelle tasche.
"In questi giorni ho appreso di provare un'attrazione fisica... per... un'altra..." dico, andando dritto al punto, senza cercare scuse e prendere tempo.

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