Capitolo 2

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All'improvviso sento squillare il cellulare, è mio padre...
Vorrei tanto non rispondere, ma purtroppo devo.

Chiamata:
Io: Pronto, papà dimmi
Papà: Dove sei?
Io: Ehm... S-sto facendo una passeggiata, perché?
Papà: Peeeeerché la mamma ha avuto un problema *risatina*
Io: Cosa hai fatto alla mamma?!
Papà: Niente *ride*, le ho solo fatto capire che deve fare tutto ciò che le dico, altrimenti finisce male...
Io: Sei di nuovo ubriaco e di nuovo le hai fatto del male?! Maledetto!
Fine chiamata.

Riattacco e corro piangendo da loro, ma sento che qualcuno mi sta seguendo, è Mark.

-Manuela ferma, ti prego! Perché piangi? È successo qualcosa?- ora non posso, non posso rispondergli, devo solo andare da mamma

-Lasciami in pace!- dico singhiozzando e aumento il passo prendendo una scorciatoia per casa: l'ho seminato.

Eccomi, sono davanti alla porta, ho paura di ciò che sto per vedere. Apro e vedo sdraiata sul divano la donna più importante della mia vita, piena di lividi. Corro da lei e l'abbraccio, chiamando poi un'ambulanza, assicurandomi che mio padre non mi vedesse.
____
Sono in ospedale, aspettando con ansia il medico. Eccolo che esce. Gli corro in contro in cerca di una speranza.

-Lei è?- dice.

-La figlia della paziente.- dico ansiosa.

-Bene, tua madre è stabile. Per fortuna non le è successo niente di grave. Dovrebbe svegliarsi entro qualche ora.- Sono così contenta!

-Posso vederla?- il medico annuisce. Entro e le corro incontro.

È l'unica persona che davvero mi vuole bene e morirei senza di lei.
Dopo alcune ore il medico mi costringe a tornare a casa, ma ho troppa paura. C'è solo una soluzione...: Mark.
Esco e vado a cercarlo in giro.

Eccolo, come al solito munito di pallone, si sta allenando.

-Mark!- esclamo.

-Oh, Manuela, ciao...- mi risponde freddo, ma cerca comunque di sorridere.

-Ecco io, sono qui per... Per chiederti aiuto...- mi guarda stupito.

-Certo, cosa ti serve?- non sembra aver reagito male...

-Per prima cosa ti chiedo scusa per prima, ma andavo di fretta... Conosci qualche posto dove poter dormire per qualche notte?- dico.

-Dormi fuori?- ma è stupido?

-Perché rispondi ad una domanda con un'altra domanda? Non sono affari tuoi, voglio solo un posto dove dormire e visto che non sono qui da molto e tu sei l'unica persona con cui ho "legato" in un certo senso, ho deciso di chiedere a te. Ma se non vuoi non ci sono problemi.- dico arrabbiata.

-Scusami. Comunque si, conosco un posticino qui vicino, seguimi.- lo seguo.
Arriviamo in una baracca che da fuori sembra che stia per crollare.

-Siamo sicuri che non crolli mentre ci sono io dentro?- dico.

-Tranquilla, sono anni che ha queste condizioni, non è mai crollata, non vedo perché dovrebbe farlo adesso. E comunque non giudicare solo l'esterno, all'interno è molto confortevole.- dice. Speriamo sia davvero così.

-Manuela... Posso dirti una cosa?- cosa vorrà dire?...

-Si, ma sbrigati che ho sonno- dico sbadigliando.

-Perché ti tieni tutto dentro? E perché tratti male tutti? Dovresti sfogarti con qualcuno, e non sto dicendo di farlo con me, ti sto solo dando un consiglio- dice.

-Semplicemente perché non ne ho bisogno, sono felice e non ho nessun problema... E poi non tratto male tutti, non dire sciocchezze!- esclamo.

-Si certo... Io vado, ma non finisce qui!- E si allontana...
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Salve! Questo è il secondo capitolo che spero vi piaccia. Come vedete è cominciato tutto male, e accadranno tante altre cose negative, ma ci saranno anche cose positive. Non anticipo niente.
Grazie a chi ha iniziato a leggere questa storia, mi fa piacere vedere anche una sola persona leggerla 😉

Insieme Nonostante Tutto - Mark Evans IEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora