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Nonostante mi abbia invitato a prendere il libro che voglio, la curiosità ha preso il sopravvento. In altre circostanze mi sarei subito lanciata verso gli scaffali, ma voglio leggere cosa gli scrivono i fans come me. Ci sono veramente tante lettere, non basterebbe un mese per leggerle tutte! Michael ne apre qualcuna, poi si sistema comodamente sulla poltrona e le legge attentamente, col sorriso sulle labbra, prestando attenzione ad ogni singola parola.
Sono quasi tutte ragazze che gli raccontano come sono diventate sue fans, che ascoltano sempre la sua musica, gli dicono che è il miglior cantante ballerino della Terra, che sono state in prima fila al suo ultimo concerto… C’è persino chi si dichiara, scrivendogli ripetutamente I Love You con moltissimi cuoricini e chi allega addirittura proprie foto e numeri di telefono nella speranza che ricevano una sua chiamata.
Michael legge. Legge i pensieri che le ragazze fanno su di lui e si imbarazza. Non gli dò torto, alcuni pensieri farebbero imbarazzare chiunque, soprattutto lui che è così timido. Porta una mano sugli occhi, mordendosi le labbra e passa alla successiva a volte ridendo a volte sconcertato, così, a forza, mi alzo con disinvoltura e vado a cercare definitivamente qualche libro tra gli scaffali. Non ci posso fare niente, sono attratta dalla sua vita! E’ tutto così nuovo, così bello e così poco reale che vorrei rimanere a vedere con esattezza tutto ciò che fa e stare accanto a lui. So che ben presto tutto questo finirà, io ritornerò alla mia noiosa vita fatta di compiti e passeggiate per Roma e rimpiangerò questi giorni… Piangerò molto fino a finire le lacrime.
Scorro un dito sul dorso dei libri e leggo i titoli sottovoce. Come volevasi dimostrare, almeno nei libri, ha l’ordine maniacale di catalogarli. Di tanto in tanto lo vedo scrivere, penso che abbia risposto ad un paio di lettere. Chissà come reagiranno le ragazze… Sentiranno il postino, andranno a controllare annoiate immaginando una per la mamma o una bolletta da pagare e poi “boom”, lunghe distese sul pavimento. Inizieranno ad urlare, saltare, pregare Dio e si getteranno a capofitto con la testa in una nuova lettera per ringraziarlo di aver risposto. Non mi è mai successo, ma lo immagino. Anche io farei così.
Michael smette improvvisamente di scrivere. Si alza e viene verso di me. E’ incredibile pensare che sia perfetto perfino il suo modo di camminare!
-Mi potresti aiutare a prendere uno scatolone?
-Ma certo… -rispondo, anche se non so assolutamente di cosa si tratti.
Entriamo in un’altra stanza, che penso sia il suo studio personale. In effetti assomiglia molto a quello che ho visto agli studi di registrazione, ma è leggermente più grande, con fogli un po’ sparsi sulla scrivania, mensole piene di volumi e foto sue con i vari bambini orfani e malati che ha incontrato. Le guardo entusiasta. In ognuna Michael  ha uno sfavillante sorriso e altrettanto i bambini, felicissimi ed emozionati di vederlo. Alcuni sono molto piccoli, di pochi anni o addirittura mesi, ed è triste pensare che siano troppo piccoli per capire chi li ha presi in braccio, ma sicuramente da grandi riguarderanno le fotografie (alle volte finite anche sui giornali) e si sentiranno fortunatissimi, felici del fatto che Michael si ricorderà certamente di loro e che gli riserva un posto speciale a Neverland e nel suo  cuore.
Infine, in un angolo della stanza, c’è il misterioso scatolone.
-Su, portiamolo in biblioteca.
Mi meraviglio molto del fatto che lo scatolone sia enorme, ma leggero.
Michael si siede di nuovo sulla poltrona e lo apre. C’è tanta, tanta, tanta carta!
-Cosa sono?
-Altre lettere.
-Sempre dei tuoi fans?
-Indovinato
Mi fa l’occhiolino.
-Ce ne sono proprio tantissime!
Questa volta passa in rassegna qualche lettera e me la porge per farmela leggere, così colgo al volo l’occasione e mi siedo di nuovo accanto a lui. Ne prendo altre dallo scatolone, cercando sul fondo, ed ecco che mi salta all’occhio una busta rosa con dei cuoricini rossi, già vista in passato. Me la rigiro tra le mani, posando sul tavolo tutte le altre. Do’ una rapida occhiata a Mike, che ne sta leggendo un’altra inviata da una bambina.
Io apro lentamente la mia; sul dorso c’è scritto solamente “Per Michael Jackson” e l’indirizzo, quando ancora abitava nella sua casa ad Encino.

Caro Michael,
sono una tua grandissima ammiratrice, ho 15 anni e sono molto onorata di scriverti personalmente questa lettera. Ti seguo da qualche anno e volevo dirti che la tua musica e la tua danza mi ispirano moltissimo in tutto ciò che faccio. Passo ore incantata davanti allo schermo a sentirti ed imitarti! Il mio sogno sarebbe quello di incontrarti, ma so benissimo che al momento non è possibile, quindi mi limito a ringraziarti dal profondo del mio cuore perché la tua musica mi sta crescendo e sta accompagnando tutta la mia vita. Tutto quello che faccio lo faccio pensando a te. Vorrei scriverti così tante cose, ma non basterebbero mille lettere!
Ah, volevo chiederti una cosa se è possibile… Qualche volta  verresti a Roma? Sai, io sono di Roma e, come ti ho detto, mi piacerebbe molto vederti dal vivo. A dire il vero è il mio sogno!
Non so se questa lettera sarà letta direttamente da te o da qualche tuo collaboratore, ma spero che ti sia piaciuta e che riceverò una risposta.
Con affetto,
Claudia

Non posso crederci! La mia lettera! Rimango senza fiato e le parole mi rimbombano ancora nella testa. Cerco di rimanere il più naturale possibile, senza dare troppo nell’occhio. Ora ricordo. Era un tardo pomeriggio di ottobre… Avevo appena finito i compiti ed ero in camera, a girarmi i pollici, fino a quando, leggendo una rivista, avevo scoperto che molti fans di Michael gli inviavano delle lettere. Il mio pomeriggio si era trasformato da semplice e noioso al più esaltante della mia vita! Mi ero subito organizzata con carta e penna e avevo buttato giù una bozza della lettera PERFETTA da mandare ad una persona importante come Michael Jackson, ma avevo fatto passare circa tre settimane prima di essere sicura di inviarla. Non riuscivo mai a riordinare le idee da scrivere e la maggior parte delle volte si veniva a creare tensione proprio perché avevo paura di scrivere cose sbagliate! Alla fine, una mattina, prima di andare a scuola, avevo imbucato la lettera. Passarono giorni, settimane, mesi… Sapevo che Michael non avrebbe mai risposto, ma forse non perdevo la speranza perché non volevo convincermi di una cosa che mi avrebbe rattristato. Ogni volta che c’era una lettera nella buca della posta il cuore batteva fortissimo, per poi fermarsi di botto quando realizzavo che non era lui. Con gli anni avevo dimenticato completamente quella lettera…
Di colpo ritorno alla realtà e la mia mente riaffiora dal baratro del passato in cui era caduta.
Cosa faccio? La riporto con me a Roma o la lascio in quello scatolone, insieme alle altre? La risposta è semplice: un giorno Michael la leggerà e, se si ricorderà di me, sorriderà arrossendo, ma non risponderà. Capisco che con quella montagna di lettere non avrebbe mai potuto leggerla, ma è apprezzabile il fatto che durante il trasferimento dalla villa ad Encino a Neverland le abbia portate con sé. Vorrei tanto dirgli “Michael, questa è la mia lettera!”, ma non voglio che la legga davanti a me. Almeno, non ora. Lo so, tra un secondo già ci ripenserò e mi dirò che sono stata una stupida, ma sono fatta così. Infilo di nuovo la lettera nella busta tutta decorata e la lascio affondare tra le altre nello scatolone. E’ sicuramente più felice insieme alle altre che da sola, dimenticata in una mensola della mia misera camera di Roma!

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