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In questo momento sono nella mia camera sorseggiando un po' di the freddo, e sto provando a telefonare ad Alessandra per sapere come procede il lavoro in libreria. Evidentemente ci sarà molta gente e non può rispondere. Faccio spallucce. Riproverò più tardi. Penso proprio che questo pomeriggio passerò a vedere come va.
Mi fermo a fissare il cuscino con la stampa delle foto di Michael posato in maniera scomposta sul letto e lo raddrizzo. Come un fulmine a ciel sereno mi ritorna in mente il sogno di questa notte: io ad un concerto di Michael, la sua voce così dolce, i fans che mi circondano, poi salgo sul palco, lo abbraccio... Era così bello, mi sentivo finalmente completa: il suo profumo ancora impresso sulla pelle, i ricci che ricadevano sulla camicia azzurra, il suo sguardo e le sue labbra, ma mi devo rassegnare. Lo so che i miei sogni sono troppo assurdi persino per una con la testa tra le nuvole come me. Già è difficile riuscire ad entrare in uno stadio per la folla di gente, figurarsi salire sul palco e abbracciare il proprio idolo... No, basta! Pensare queste cose mi fa stare male. Era da mesi che non facevo un sogno del genere e, per quanto sia frutto dell'immaginazione, resta sempre così vero, come lo spago di un palloncino che stringi tra le dita e l'attimo dopo ti accorgi che sta volando via nell'immensità del cielo. Sfrego le dita che sono pervase da un improvviso pizzicore, ricordando come ho sentito la mia mano affondare nei suoi riccioli morbidi e scuri. Mi sembra di provare ancora quella sensazione. E poi ho sentito la sua voce, un flebile sussurro all'orecchio, come il suono del vento, che ha scandito una frase corta, ma significativa che mi ha fatto svegliare con il cuore in gola. Ma che cosa voleva dire con I'll be there? Sarò lì, ma lì dove? L'unico posto dove vorrei che fosse è tra le mie braccia.

L'odore di carne al forno mi investe le narici, è quasi l'ora di pranzo. Il sole di mezzogiorno batte sull'asfalto ormai infuocato e penetra dalla finestra aperta inondando la stanza di luce. Ho sempre adorato la posizione della finestra della mia camera, proprio sulla parete dove poggia il letto; in questo modo, di notte, prima di addormentarmi, posso contemplare il cielo e guardare le stelle mentre sento la musica. Poi faccio un gioco: punto una stella, non necessariamente la più luminosa, e mi dico "Michael, questo sei tu" e in questo modo la lontananza che ci separa diventa un po' meno profonda. Sapere che quella stella così speciale veglia su di me, proprio come un angelo, e che brillerà sempre, sia nel cielo che nel mio cuore.'Cause we're under the same sky. I mobili color arancione e crema sono quasi tutti tappezzati di fotografie di Michael, foglietti con su scritte frasi delle canzoni e disegni fatti da me che lo ritraggono, devo dire anche abbastanza somiglianti. Disegnare è infatti un'altra delle mie tante passioni che mi tiene occupata nei giorni liberi. Ma l'angolo più speciale della mia camera è quello dove c'è il mio "mobiletto segreto", che poi tanto segreto non è visto che è esposto in bella vista, sotto gli occhi di tutti, ma ne vado orgogliosa. Contiene qualcosa che per me vale addirittura più dell'oro. Nell'angolo ovest della mia stanza, ben illuminato, c'è un mobiletto diviso da quattro mensole che forse in principio era color nocciola, ma ora è difficile da stabilire perché è ricoperto di scritte. Sinceramente non ricordo neanche quando le ho fatte, ma quasi tutte citano cose come "MJ" "Michael Jackson is the king of pop" "I love Michael" "Michael, you are my angel" e cose simili. Agli altri, a meno che non siano persone di cui mi fido ciecamente, è severamente proibito toccarlo perché lì sono sistemate tutte le cose che ho di Michael. Sulle quattro mensole sono separati accuratamente giornali, riviste, libri (tra cui l'autobiografia), videocassette, cd... Tutto è ordinato per data di pubblicazione, da Got to be there fino a Bad (uscito circa un anno fa) e separati tra la carriera solista e quella con i fratelli (Jackson 5 & The Jacksons), ma anche qui è stato un vero e proprio problema decidere il posto perché non sapevo se i dischi solisti di quando era bambino li dovevo lasciare insieme ai Jackson 5 o metterli insieme ai dischi solisti che ha fatto crescendo. Noi fans di Michael abbiamo anche questo tipo di problemi. Scoppio a ridere pensandoci. Infine nella mia collezione ci sono anche i travestimenti: un cappello di feltro nero, un guanto con paillettes argento, un rotolo di nastro bianco che tagliato in tanti pezzi diventano cerotti per coprire le punte delle dita, proprio come fa Michael, una giacca nera alla BAD, scaldamuscoli bianchi da arrotolare sulle caviglie e numerose cinte. Diciamo che quest'anno a Carnevale non ci starebbe male un bel costume da Michael Jackson, gli accessori non mi mancano. Insomma, potrei anche aver lasciato tutta la camera in disordine, ma questo sarà l'unico posto sempre pulito, ordinato e di cui mia madre non potrà mai lamentarsi.

Salto giù dal letto. Ripensare a questo mobiletto mi ha fatto venire voglia di sentire un po' di musica. Come sempre, prima di prendere quello che mi serve, rimango qualche istante a fissarlo, portando lo sguardo da sinistra verso destra su ogni singolo oggetto delle mensole, poi punto sui cd. Ecco, lo sapevo! Che problema... Ora che disco sento? Non usiamo la conta, andiamo alla cieca. Copro gli occhi con una mano e lascio scorrere l'altra sulle custodie rigide finchè... STOP! Cosa è uscito? Off the wall. Perfetto, uno dei miei preferiti! Lo prendo tutta contenta e vado verso la libreria. Tra i vari scaffali pieni zeppi di libri un po' incurvati al centro per il peso, c'è il mio bellissimo stereo, con due casse in legno sistemate ai lati del lettore cd.
La mente ritorna al giorno in cui mio padre, sotto il mio sguardo sognante, aveva deciso di montarlo per permettermi di sentire tutti i miei capolavori. Quanto avevo sempre desiderato un impianto tutto mio!
Prendo il cd, lo infilo nello stereo, metto il volume al massimo, schiaccio play e... un suono di percussioni e la voce di Michael che sussurra le parole ad inizio pezzo. Accosto l'orecchio alle casse e chiudo gli occhi. Sento le farfalle allo stomaco. I brividi che mi dà la sua voce sono qualcosa di indescrivibile. UUH!, l'urlo di Michael inonda la stanza e poi parte la musica. Don't stop 'til you get enough. Soddisfatta afferro una rivista e comincio a sfogliarne le pagine per perdermi nelle immagini che lo ritraggono. Controllo il numero del magazine. 005. Quando usciva il numero 006?
-Oh cavolo!!! Oggi esce il magazine di Michael all'edicola. Io DEVO uscire!- esclamo, presa un attimo dal panico.
Comincio subito a fantasticare, immaginando le nuove foto inedite che saranno pubblicate, o le notizie interessanti sui dei futuri cd. Non posso pensare a queste cose, mi sta venendo una voglia matta di uscire!!! AAARGH!
Il viso raggiante di mia madre fa capolino dalla porta.
-Claudia, il pranzo è pronto!
Osserva per un attimo lo stereo a tutto volume, il magazine che giace sul pavimento, il pigiama che ho ancora indosso da stamattina e se ne ritorna in cucina ridendo. Ormai anche lei, come tutti gli altri, ci ha deliberatamente rinunciato e, anche se ogni volta dà l'impressione che voglia dire qualcosa, si limita a scuotere la testa ridendo e a stare in silenzio. Arriccio le labbra in una smorfia. Workin' day and night. Sono arrivata solo al terzo pezzo del disco!!!
-Claudia!- la voce ferma di mia madre...
-Eccomi, sto arrivando!- le urlo.
Mi alzo dal pavimento goffamente, come se fossi stata appena colpita e a fatica tolgo il cd dallo stereo. Il ritmo irrefrenabile di Workin' day and night termina di colpo e la magia di quelle note rimane solo un ricordo lontano che sfuma piano nell'aria. Sistemo con cura il cd sulla mensola e ripongo con altrettanta cura il magazine con l'idea che finalmente tra qualche ora potrò aggiungere un nuovo pezzo alla mia collezione. Sorpasso la porta della camera, dove ogni volta ho un tuffo al cuore. Infatti, proprio all'entrata, torreggia il mio nuovo poster di Bad, dove compare Michael in primo piano a grandezza naturale con indosso una giacca nera e il suo volto contratto in un'espressione seria e "cattiva", da Bad Boy, che però a me fa impazzire. E, nuovamente, mi perdo nei suoi riccioli neri che gli ricadono sulle spalle, nella sua bocca rosea e carnosa che non tradisce alcuna emozione e gli occhi, che anche da seri rispecchiano quasi il paradiso. Una cosa che mi ha sempre colpito di questo poster fin da quando l'ho comprato è che, dovunque ti posizioni, sopra, sotto, di lato, hai sempre il suo sguardo puntato contro. Molti direbbero: "Inquietante!" Io invece mi sento protetta, proprio come quando riesco ad identificarlo in una stella del firmamento. Quando finalmente distolgo lo sguardo trovo mia madre proprio dietro di me, l'espressione un po' perplessa e un po' seccata, le mani sui fianchi. Sobbalzo.
-Guarda che non è cambiato durante la notte! E' una stampa, è carta, non è il vero Michael! Vuoi venire a mangiare?
-Sì, stavo arrivando.
I genitori... sanno sempre quando riportarti con i piedi per terra. Fosse per me, rimarrei a fissare quel poster per tutta la vita.

-Allora, programmi per oggi?- mi chiede posando i piatti fumanti sulla tavola.
L'odore della carne mi avvolge facendomi venire l'acquolina in bocca. Mia mamma è sempre stata un'ottima cuoca!
-Certo! Oggi esce la sesta rivista del magazine di Michael. Devo assolutamente comprarlo- le ricordo con un leggero tono disperato.
La vedo alzare per un attimo gli occhi al cielo, ma in un modo scherzoso, come per dire "Sei sempre la solita!"
-Di cosa ti preoccupi, tanto Marco ti tiene da parte ogni cosa di Michael che gli passa per le mani- e si mette a ridere.
-Sì, lo so, ma non posso aspettare- e infilo in bocca un pezzo di carne. -Nuove foto, nuove notizie... non vedo l'ora! Poi faccio anche un salto da Alessandra per vedere come va.
-Okay, ma non fare tardi che alle sei torna papà da lavoro.
-Tranquilla, per quell'ora sarò di nuovo qui per rimettere il cd di Michael- le faccio una smorfia e lei ricambia.
Adoro il nostro rapporto, non è come il comune rapporto mamma-figlia, ma qualcosa di più. Lei per me è tutto: mamma, migliore amica, sorella, confidente, maestra... Non potrei chiedere di meglio!

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