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E’ finalmente arrivata l’estate e ho da poco trovato un lavoretto che mi tiene impegnata, tanto quanto basta per guadagnare un po’ di soldi. Lavoro in una piccola libreria a qualche isolato da casa mia.  Dato che ho sempre adorato i libri, mi sembra un lavoro fatto apposta per me. Quando sono lì entro nel mio piccolo mondo fatto solo di parole. Mi piace leggere perché i libri ti trasportano in un’altra dimensione, facendoti diventare qualcun altro strappandoti alla realtà. All’interno della libreria c’è anche una piccola area per i più piccoli, con un tavolinetto e delle sedioline colorate. Quando c’è qualcuno seduto lì mi si riempie il cuore di gioia. Adoro i bambini, sono tutta la mia vita, e molte volte comincio delle conversazioni con loro invece che con gli adulti. Mi piace conoscere il loro nome, quanti anni hanno, qual è il loro libro preferito, se gli piace leggere… Mi serve la loro dolce e innocente vocina nelle orecchie tutto il giorno per essere felice, quella stessa vocina che fa mille domande e che invece molte persone non sopportano. Una volta Alessandra, un’altra ragazza che lavora con me, mi ha detto: “Non ti riconosco proprio quando sei con i bambini. Diventi come loro.”

Io e Alessandra ci conosciamo da tantissimo tempo e tutto grazie a quella che finalmente posso chiamare “La nostra libreria”. Lei ha 28 anni e, da quando ne ho memoria, ha sempre lavorato lì, fin da quando io ero alle medie e lei alternava gli studi al lavoro. Ogni pomeriggio, dopo i compiti, mi recavo in quel piccolo paradiso di libri e vi trascorrevo la maggior parte del tempo, fino alle ultime luci del tramonto. Leggevo o chiacchieravo con lei cercando una via di fuga dal mio mondo. I pomeriggi trascorsi insieme ci hanno permesso di instaurare un vero e proprio rapporto di amicizia. Ricordo che le dicevo sempre: “Da grande anche io lavorerò qui con te” e così è stato. Il nostro rapporto non è del tipo “amica del cuore”, piuttosto direi da sorelle; lei ha vissuto i miei problemi, le mie storie, i miei litigi con i compagni di scuola, mi ha ascoltato e consigliato e sono contenta che questo legame sia tutt’oggi così, anche se si è trasformato più in un rapporto madre-figlia visto che ormai è grande, ha la sua vita, ha un ragazzo e stanno già progettando di sposarsi. Rimane un punto di riferimento molto importante per me e le voglio un mondo di bene!

Nel tempo libero suono, perché ascoltare continuamente la musica mi ha spinto ad imparare a suonare qualche strumento. Al momento, grazie alle numerose chitarre che papà suonava da giovane, mi esercito un po’ con queste. Ricordo ancora quando, da piccola, mi sedevo sul tappeto, di fronte a lui, e lo guardavo rapita mentre suonava e io cantavo, e dicevo tra me e me: “Un giorno anche io diventerò brava come lui.”
Sono molti i chitarristi che prendo a modello: Slash, Jennifer Batten, Eddie Van Halen, Jimi Hendrix… E’ grazie a mio padre se coltivo questa passione per la musica e, come ho già detto prima, gliene sono infinitamente grata.
Un altro hobby è quello di scrivere libri. Per farlo diventare un lavoro vero e proprio, dovrei diventare super brava ed è uno dei miei sogni nel cassetto. Ne ho tanti altri, ma al momento non penso siano realizzabili.
Infine, direi che c’è il rischio che se entri nella mia camera senza preavviso, potresti ritrovarmi a testa in giù, o intenta a fare spaccate, ruote, rovesciate, verticali… perché nonostante non abbia più tempo per frequentare la palestra dove praticavo ginnastica ritmica, mi è rimasta questa passione nel cuore e continuo ad esercitarmi incessantemente a casa a tempo perso.
Molta gente mi critica per le mie passioni, in particolare per quella che mi sta più a cuore, la più importante, ma non mi interessa perché se ho imparato una cosa dal carattere del mio idolo è quello di andare sempre avanti per la mia strada, perché dovunque si trovi il tuo sogno, non importa quanto distante esso sia, tu devi continuare a provare a raggiungerlo se veramente ci credi.
In fondo che cos’è una passione?
Per molti consiste nel collezionare figurine, leggere, scrivere, praticare uno sport, suonare uno strumento… Per me una passione è qualcosa che cresce dentro di noi lentamente, ma che quando ha radicato non puoi più disfartene. Diventa una parte del tuo corpo, qualcosa di indispensabile che se un giorno venisse a mancare, te ne sentiresti privata come l’ossigeno ed è un tratto distintivo, qualcosa che ci caratterizza particolarmente, in modo che se qualcuno ti vede per strada ammicca ad un sorriso collegandoti subito alla fierezza con cui metti in mostra la tua passione.
Beh, la mia passione non ci ha messo molto a trasformarsi in una persona, in un idolo e il mio idolo ha un nome: Michael Jackson.

Lui è una persona veramente speciale per me, è il mio tutto, come se fosse il mio miracolo, ma se me lo chiedessero sarebbe difficile spiegare il perché.

Lui è Ancora. Adesso sta a voi come interpretarlo: un’Ancora di salvezza dal mondo reale pieno di problemi o un Ancora, un qualcosa che fa sperare, che tende al “Per Sempre”.

Fin da quando ero piccola, dal momento in cui ho sentito il suo nome alla radio e la canzone Thriller, mi si è subito accesa una scintilla dentro, una specie di legame invisibile che mi ha unito a lui e adesso non posso farne a meno. Il mio corpo non riusciva a stare fermo al ritmo di quella musica così travolgente che ti infondeva una scarica di adrenalina che ti penetrava il corpo come corrente elettrica; ben presto ho trasformato quelle note in amore. Così, il giorno stesso in cui ho sentito quella canzone alla radio, ho chiesto a mio padre: “Papà, chi è Michael Jackson?”
E così è cominciata la mia storia.
Lui mi spiegò che era un cantante e ballerino americano che aveva debuttato da poco con quell’album, Thriller. All’epoca non lo sapevo ma, il disco che ha avuto più successo in questi anni vendendo milioni di copie in tutto il mondo, questo disco, era uscito male, niente soddisfaceva Michael e allora si mise a piangere infuriato, anche perché ci aveva lavorato molto su; cancellò tutto e registrò da capo, rendendolo un disco-icona per la sua figura e anche il più gettonato.
Ad ogni modo, circa un mesetto dopo aver sentito quel pezzo alla radio, andai in edicola con mio padre e trovai un giornale di Michael con sei poster dentro e gli chiesi se potevo comprarlo. A casa l’ho sfogliato e risfogliato chissà quante volte, e mano a mano che leggevo e guardavo le sue foto, l’amore che provavo per lui cresceva dentro di me, mettendosi in circolo con il mio sangue come linfa vitale. Allora non avevo minimamente idea che quel pazzo interesse verso un cantante si sarebbe trasformato in passione e devozione. Ci sono persone che chiamano “idolo” una persona che gli piace per un po’ di tempo e poi la abbandonano per un’altra più popolare qualche mese dopo. Io, con questa parola, indico qualcuno di cui non riesci più a fare a meno, come una droga, e che una volta che ti entra nel cuore rimane imbrigliato lì, nella complessa ragnatela dei tuoi sentimenti e gli impedisci di andarsene. Qualche volta mi chiedo addirittura come sarebbe stato il mondo, o la mia intera vita, senza la sua presenza.
Il risultato è pressappoco questo: sono una fan sfegatata da diversi anni ormai e penso a lui a tutte le ore del giorno. E’ sempre stato ispirazione di tutto ciò che ho fatto. Il mio sogno nel cassetto sarebbe quello di poter vedere l’uomo che mi ha stravolto completamente la vita; vorrei incontrarlo, abbracciarlo, sentire il suono della sua voce, ringraziarlo per tutto quello che ha fatto in questi anni e dirgli che lo amo dal profondo del cuore; penso veramente che l’abbraccio tra idolo e fan sia uno dei momenti più magici del mondo e, anche se al momento sono riuscite a sperimentarlo solo poche persone, voglio credere che un giorno ci riuscirò anche io. Ma come combattere la distanza che ci separa? Come arrivare oltre Oceano e cercare di poter parlare anche solo un secondo della propria vita con una persona sempre circondata da polizia e guardie del corpo, molto riservata e piena di lavoro? 
Vorrei tanto avere qualcuno con cui condividere la mia passione,  poterle confidare i miei segreti più intimi, poter parlare con lei di Michael liberamente senza essere giudicata; vorrei che mi capisse quando ne ho più bisogno, che mi sappia strappare un sorriso; purtroppo questa persona ancora manca nella mia vita. Michael è il mio amico segreto, un maestro di vita, il mio piccolo Peter Pan; è come un angelo, perché ha qualcosa di magico quel suo sguardo così penetrante e quel sorriso così timido, ma stupendo.

Non ci siamo mai incontrati, ma significhi il mondo per me. Non sai il mio nome, ma non dimenticherò mai il tuo.

Al momento mi accontento di ascoltare le sue fantastiche canzoni per ore ogni giorno. Tante volte, per isolarmi dal mondo, infilo le cuffie nelle orecchie in modo da non sentire cosa mi dicono gli altri o cosa succede intorno a me. Mi basta sentire la sua voce per essere felice… Spesso i miei genitori mi dicono che non devo circondarmi di un mondo immaginario, ma che devo imparare a vivere nel mondo reale, con i suoi difetti e problemi, perché la vita non è fatta solo di cose belle come la musica. Io mando qualche accenno con la testa, un po’ seccata, ma dal giorno dopo ho già dimenticato tutto.
Vedo le sue performance e rimango incantata davanti allo schermo per tanta bravura e bellezza, così mi dico: “Figurati come reagirei se lo vedessi dal vivo!”. Da quando l’ho visto per la prima volta non faccio che studiare ogni suo singolo passo di danza e metterlo in pratica (un movimento dei piedi, della mano, della testa, giri, moonwalk…) e devo dire che sono anche abbastanza brava perché mi sento proprio il ritmo nel sangue, come se diventassi un tutt’uno con gli strumenti. Ogni singolo passo è qualcosa di geniale e perfetto, meticolosamente studiato nei minimi dettagli ed io voglio acquisire da lui proprio questo tipo di determinatezza che aiuta a migliorarti sempre di più.

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