After

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- Sei sicura di sentirti pronta?
- Sì Castle lo devo fare. Si aspettano da mesi la mia versione.
- Possono aspettare ancora Kate, non devi farlo per forza, non ora.
Castle era preoccupato per lei, ma questa non era una novità. Aveva insistito perché si prendesse alcuni giorni di riposo, da tutto, per riprendere pieno possesso della sua vita ma non ci era riuscito che per tre giorni in cui lei sì, era stata tutta per lui. Lui avrebbe voluto di più, ma aveva dovuto cedere alla sua insistenza di riprendere finalmente una vita normale.

Kate voleva parlare, Castle no.
Non adesso.

Non che lui non ne avrebbe sentito il bisogno in futuro, ma non in quel momento. Voleva solo stare con lei, recuperando quel tempo, quei mesi in cui erano stati per lunghi tratti anche degli estranei e mai loro completamente. Non le aveva fatto parola di tutto quel periodo, non voleva ritornare a pensare a quei mesi che erano stati pieni di tante cose belle, ma anche di momenti estremamente difficili, soprattutto per tutto quello che non si erano mai confessati apertamente.

Avevano ordinato cheeseburger e patatine fritte, per festeggiare. Avevano mangiato pop corn e gelato davanti alla tv, senza sapere realmente cosa stessero guardando.
Si erano scambiati cibo cinese imboccandosi a vicenda, facendo tante di quelle cose sdolcinate che non avevano mai fatto e che ora gli sembrano fondamentali. Avevano mangiato pizza di ogni tipo, quando Castle ne aveva ordinate talmente tante diverse da riempire il tavolo della cucina, prendendosi i rimproveri di Kate per aver, come sempre, esagerato e lui si era piccato, dicendo che forse doveva preferire la compagnia di Esposito e Ryan che non si sarebbero mai lamentati del troppo cibo e Kate non trovò nulla di meglio di baciarlo per costringerlo a tacere e finire con le sue stupidaggini: non lo avrebbe diviso con nessuno in quei giorni e poteva ordinare tutta la pizza che voleva.
Avevano pensato anche di uscire a cena fuori una sera, idea durata solo qualche secondo, il tempo di guardarsi negli occhi per capire che tutta la gente che avrebbero avuto intorno sarebbe stata superflua. Tutto quello di cui avevano bisogno era già nella loro casa, ed erano loro.
E poi avevano fatto l'amore così tante volte da giustificare anche tutte le pizze comprate da Castle. Rick aveva anche avuto paura, ad un certo punto, che stessero esagerando e che magari potessero anche non far bene alla bambina, ma Kate non sembrava dello stesso parere, perché gli era mancato, sotto tutti i punti di vista e la cosa che le era mancata di più, si rendeva conto adesso, era non averlo amato lei come avrebbe voluto e come lui si aspettava. Le sembrava fosse un'esigenza fisica e mentale, non solo un desiderio innato di lui. Come se dovesse compensare il tempo perso, come se volesse dimostrargli che lei lo amava, totalmente.
Quando lui la prendeva in giro, dicendole che era estremamente affamata sotto tutti i punti di vista, lei si giustificava tirando in ballo gli ormoni della gravidanza, non capendo perché, però, lui sembrava avere gli stessi appetiti di cibo e di sesso, ma non aspettava nessun bambino. Non erano valse le spiegazioni che le aveva fornito su come anche i futuri papà entravano in empatia con le mogli e si facevano carico dei loro bisogni: Kate lo aveva liquidato semplicemente dicendogli che lui era sempre così, sia per il cibo che per il sesso, affrettandosi anche a precisare che almeno per la seconda cosa, non le dispiaceva affatto, suscitando grosse risate da parte di Castle, che le ricordò come avrebbe usato quella sua frase in futuro contro di lei. Kate non se ne curò si limitò a sussurragli in un orecchio che in casa quella armata era sempre lei, prima di mordergli il lobo e ricominciare di nuovo nella loro attività preferita. Castle pensò che se non era già incinta, in quei giorni avrebbero concepito minimo due gemelli e che se essere lei ed essere incinta la rendeva così, avrebbero fatto bambini in quantità, ma questo non glielo disse, altrimenti temeva gli avrebbe sparato sul serio.

Avevano cucinato insieme e solo quando erano lì Kate si era lasciata sfuggire una semplice frase "Mi piace la nuova cucina". Aveva ripensato alla paura di Castle, i primi giorni al loft e a come avrebbe voluto confortarlo in altro modo, ma non capiva le sue paure in quel momento. Vide il suo volto cambiare, stringere i denti per quella paura ancora nascosta e mai riassorbita. Allora lasciò tutto quello che stava facendo, la cena poteva aspettare, lui no. E lo abbracciò, come lo aveva abbracciato quella notte quando lui ancora traumatizzato le aveva confessato i suoi incubi nel rivederli ancora a terra in cucina, feriti. Ma se il gesto era uguale, il significato era estremamente più profondo. Perché quelle braccia sapevano cosa dovevano confortare, conoscevano la sua paura che era stata anche quella di lei, sapeva esattamente anche lei dove erano e per un attimo anche lei si rivide lì, cercando la sua mano strisciando in quello che credeva l'ultimo sforzo della sua vita.
E cercò realmente la mano di Rick, la prese e la portò sul suo cuore e poi fece lo stesso con la sua, su quello di lui. Battevano, insieme. E non erano solo loro ad essere vivi, lo erano talmente tanto che c'era una vita in più tra loro, che non avevano potuto strappare nemmeno i colpi di Caleb tanto era forte. Ci sarebbero stati ancora momenti come quello in futuro, quei momenti in cui a turno avevano bisogno di conforto e conferme nel sapersi vivi e insieme, quando sarebbe inevitabilmente capitato che si sarebbero fermati a pensare e ricordare. Kate sapeva quanto certi traumi avessero bisogno di tempo per essere riassorbiti e quanto in fondo non sparissero mai. Dovevano solo imparare a conviverci e ad accettare quello che era accaduto. Erano tante le cose di cui avrebbero dovuto parlare e quelle da affrontare e non rimandavano per paura di farlo, ma solo perchè non era primario in quel momento.
Non li avrebbe capiti nessuno, forse. Tutti avrebbero pensato che sarebbero stati giorni a parlare di quello che era successo. Invece loro stettero giorni a non parlarne. A fare finta di niente non per negazione o rimozione, ma perchè avevano bisogno di altro. Di loro. Nel loro presente. Per il passato il futuro avrebbero avuto tempo.

Always TogetherWhere stories live. Discover now