❧Namjoon.

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[A/N] il punto di vista è sempre di Jin non di Namjoon.

Ricordo che un giorno passai circa due ore avanti ad uno specchio che avevo in camera a fissare il mio riflesso. Stavo lí, seduto sul bordo del letto, e mi guardavo. I miei capelli erano parecchio disordinati, come al solito, e indossavo una semplice maglia rosa con un paio di jeans e delle Converse. Non c'era nulla di strano in me, eppure, non riuscivo a smettere di fissare il mio riflesso in quel dannato specchio. Continuavo a chiedermi "cosa non va in me?" e, dopo due ore, senza aver trovato uno straccio di risposta, mi resi conto che avevo semplicemente sbagliato la domanda. Dovevo infatti chiedermi "c'è qualcosa che va bene, in me?". E trovare una risposta a quella domanda fu davvero facile.

No.

No, non c'era niente in me che andasse, niente che non fosse un difetto o un errore. Eppure, non ero poi tanto brutto, o basso, o strano in qualche modo. Ero un normale diciassettenne, forse troppo normale.

Comunque sia, da quel giorno, ho evitato di guardarmi nello specchio, se non quando ne avevo strettamente bisogno. Mi sarebbe stato impossibile pettinarmi, altrimenti. Avevo rimosso quello che avevo in camera, così da specchiarmi meno. Odiavo guardare il mio riflesso. Odiavo guardarmi. Forse perché odiavo me stesso? Mi sono sempre fatto tutti questi dilemmi e questi problemi che, fondamentalmente, non avevano alcun senso.

Il giorno in cui qualche divinità a me sconosciuta decise ancora una volta di giocare a dadi con la mia vita, era una tiepida giornata di fine Ottobre; non faceva né troppo freddo né troppo caldo, il clima era piú che perfetto per me. La scuola era ricominciata da poco, meno di due mesi  e con quella anche le mie crisi depressive. In estate stavo leggermente meglio, è da ammettere. Forse per il sole, per le giornate piú lunghe o per il fatto che potevo rilassarmi e godermi i giorni che passavano lentamente, ma in estate stavo decisamente meglio.

Comunque, quel giorno in realtà il cielo era molto nuvoloso, anche se non faceva particolarmente freddo. Era venerdì, l'ultimo giorno di scuola di quella settimana, e io non vedevo l'ora di ritornare a casa prima ancora di mettere piede in quell'edificio pieno di persone che odiavo quasi quanto odiavo me stesso. Ero in cucina, già pronto, e stavo aspettando mia sorella. Taeyeon era veramente bella, e allegra anche. Molto simpatica e affabile, aveva parecchie amiche e spesso stavano insieme. La invidiavo, davvero. Era intelligente... non che io non lo fossi, ma quando sei intelligente, bello ed affabile, diventi automaticamente popolare. E lei lo era, tantissimo. Era il mio opposto, in pratica. Aveva provato anche a farmi fare amicizia con le sue amiche, ma mi ero categoricamente rifiutato. Avevo parecchi problemi a parlare con le persone, a dirla tutta. Non parlavo mai con nessuno, tranne che con Taeyeon stessa, mia madre e, quando era necessario, con i professori.

"Jin mi presti la tua maglia a righe rosa?" Chiese Tae scendendo velocemente le scale.

"La ho addosso, Tae" risposi indicandomi "Mi dispiace, avresti dovuto chiedermelo prima" dissi tornando a mangiare la mia colazione. Lei in tutta risposta sbuffò e disse che avrebbe cercato qualche altra maglia nel mio armadio. Avevo molte cose di colore rosa, in realtà. Il rosa è sempre stato il mio colore preferito, anche se, comunemente, è un colore che tutti trovano "femminile". Io questa logica proprio non la capivo: come può un colore essere solo per ragazze o solo per ragazzi? Non aveva senso, quindi non mi importava. Spesso mia sorella usava il mio armadio come se fosse stato suo, perché, anche se ero abbastanza alto, ero magro, e le entravano la maggior parte delle cose che avevo. Mi dava parecchio fastidio, a dire la verità, ma non le ho mai detto niente.

"Taeyeon vieni qui!" Mia madre urlò improvvisamente, per chiamare mia sorella, e io sobbalzai, cadendo rovinosamente dallo sgabello.

"Aish!" mi lamentai "non potresti urlare di meno?" chiesi rivolgendomi a lei.

Yuanfen [NamJin.]  Where stories live. Discover now