CAPITOLO 39.
Sono seduta fuori la sala d'urgenza insieme a Daniel. Piango e mi dispero.
Il mio Owen. Chi vorrebbe mai fargli del male? Ho qualche idea ma per ora voglio solo che lui stia bene. Perché io ho bisogno di lui.
Daniel mi rassicura, dice che tutto andrà bene ed io spero che sia davvero così. Mi manca troppo anche se sono passate poche ore dall'ultima volta che l'ho visto.
Quest'attesa è stressante, ho urlato contro il dottore che doveva dirmi qualsiasi cosa ma sono tre fottute ore che non esce da quella fottuta stanza.
«Andrà tutto bene», mi rassicura Dan ma il suo tono lo tradisce, sta male anche lui. Sono diventati molto amici e anche se si sono visti poco, si vogliono bene.
Il ticchettio dell'orologio mi sta facendo impazzire, sbuffo pesantemente.
«Può spegnere quel fottuto orologio?», urlo al tipo di fronte a me che mi risponde in malo modo; per evitare un inutile discussione, Daniel chiede gentilmente al ragazzo di spegnerlo.
Non so spiegare come mi sento, sono triste ma allo stesso tempo sono furiosa. Furiosa con l'uomo che mi sta rendendo la vita, di nuovo, un inferno.
Perché io lo so che è stato lui. Io so che lui mi vuole sua ma io non lo sarò mai. Io sono di Owen, il mio Owen che per colpa mia sta male.
È sempre colpa mia... Anche stavolta. Se lui non fosse il mio ragazzo, tutto questo non sarebbe successo.
Tocco i capelli frustata e abbasso la testa sulle gambe, inizio a piangere. Tutti stanno male per colpa mia, dannazione.
Singhiozzo, non riesco a sopportare tutto questo. Veramente non ce la faccio più.
Daniel mi attira a se e mi abbraccia dandomi piccoli baci sui capelli.
«Sii forte Hann, per lui», sussurra ed io annuisco poco convinta.
Voglio vedere il suo sorriso. Il suo meraviglioso sorriso.
Magari questo è solo un bruttissimo incubo. Magari lui non è veramente in sala operatoria dove la sua vita è appesa ad un filo e magari lui ora dorme accanto a me e quando mi sveglierò, troverò i suoi due occhioni azzurri che mi scrutano e mi guardano come se fossi la dea Afrodite.
Ma no, questo non è un sogno. Questa è realtà. Una fottuta realtà a cui io vorrei scappare.
Quando finalmente vedo un dottore uscire da quella sala, sospiro pesantemente.
«Allora?», chiedo e lui mi sorride dolcemente.
«È fuori pericolo... Ma..», prende una pausa. Parla dannazione!
«Ma è in coma, un coma creato da lui, come difesa. Sta a lui quando svegliarsi.»
Che è fuori pericolo, mi rallegra ma la cosa che mi fa imbestialire è il coma volontario. Perché Owen? Da cosa vuoi scappare?
Do un calcio alla sedia e faccio sussultare i signori seduti affianco a me. Daniel ringrazia il dottore e mi afferra per un braccio.
«Il coma Dan, il coma!», sussurro gettandomi fra le sue braccia. Mi stringe a lui ed io mi sfogo, di nuovo.
Deve svegliarsi, è un obbligo.
All'improvviso una voce a me quasi conosciuta, mi giunge alle orecchie.
Miss Smith è qui. Miss CeL'HoSoloIo è qui, in carne ed ossa. La vedo avvicinarsi a me e appena mi vede strabuzza gli occhi.
«Quindi sei tu la sua ragazza?», domanda ridacchiando. Quel sorriso del cavolo, gli darei un pugno in faccia come sto ora.
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Restart. (IN REVISIONE)
ChickLit× I libro della duologia Restart × #33 06/08/2016. #45 11/08/2016 #48 25/10/2016 *** Hannah Davis. 19 anni. Vive a Londra, dopo essere fuggita da Los Angeles a causa di una gravidanza non voluta. Finiti gli studi e la gravidanza è andata male, Hanna...
