Restart. |Ho bisogno di abbracciarlo.

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                         CAPITOLO 18.
Il mio primo bacio? Ryder Lynn. Ricordo che era il ragazzino più popolare delle medie, le ragazzine ( già eccitate all'età di 12 anni) gli andavano appresso con la lingua di fuori. Anche io, non giudicatemi. Era un ragazzo prodigio. Giocava a baseball, basket e golf, si diceva che aiutasse persino i suoi nelle associazioni di beneficenza. Aveva una media migliore della mia e in tutto ciò, era un bel bocconcino. Un giorno venne da me perché dovevamo lavorare ad un progetto di chimica, ricordo che Daniel rimase di guardia fuori la mia camera perché non succedesse nulla. Mentre lavoravamo, in un modo alquanto bizzarro mi ritrovai sulle sue labbra. Non fu il bacio che mi aspettavo da Ryder Lynn, il magnifico, anzi il suo alito puzzava di pollo. Gridai talmente forte che Daniel lo cacciò a calci, poi ridemmo. Ho baciato molte persone, si. Ma nessuno mi ha dato l'effetto del bacio di Owen. Le nostre labbra si sfiorano, baci lenti e pieni di passione. Sento il mio fiato diventare sempre più corto ma non importa. Baciarlo è una delle sensazioni più belle del mondo, gli tocco il collo e posso toccarlo, finalmente. Posso toccargli quel filo di barba che ha e che mi fa impazzire, perché lo ammetto: Owen Smith mi fa impazzire. Le nostre labbra si lasciano e lui appoggia la sua fronte sulla mia e lo sento sorridere contro le mie labbra. Per la prima volta mi sento leggera, come se le mie paure avessero abbandonato il mio corpo ed ora ci fosse solo speranza. Speranza di ricominciare.
Respira lentamente e mi accarezza la guancia col pollice sorridendo ancora.
«Questo è un enorme passo...Miss Davis.» sussurra provocandomi brividi in tutto il corpo, dannazione Owen cosa mi stai facendo? Rido debolmente e lo guardo negli occhi, i suoi bellissimi occhi mi guardano dolcemente.
«Già..» sussurro anch'io poggiando la testa sul suo petto. Il suo cuore batte fortissimo, ciò mi fa sorridere. Batte forte per me. Perché io l'ho baciato, perché io sono con lui. Mi sposto dal suo petto quando il mio cellulare inizia a squillare, ed ora chi è?
Lo prendo e senza nemmeno guardare chi è, rispondo.
«Pronto?» rispondo dando un'occhiata a Owen che mi fissa.
«Hannah sono Greg.» replica la voce familiare del mio migliore amico.
«Oh ciao Greg, dimmi.» sempre guardando Owen che al nome Greg sbarra gli occhi infastidito, ridacchio.
«Sono a Los Angeles, ma tuo padre mi ha detto che sei a Miami!» dice sorpreso e già lo immagino parlare ed agitare le mani.
«Si, sono a Miami.» replico guardando Owen che nel frattempo tamburella le nocche sul davanzale della cucina, sembra così attento. Impiccione.
«Wow Miami! E brava la mia amica, comunque resto qui parecchio quindi ti aspetto.» controbatte lui. Greg può essermi utile, può controllare Jon!
«Greg...posso chiederti un favore?» domando allontanandomi dalla cucina.
«Dimmi tutto!»
«Jon...devi tenere d'occhio Jon, ha già fatto troppi casini, almeno fino a quando ritorno io okay?» bisbiglio a telefono, non risponde subito.
«Non ti preoccupare!» risponde col suo adorabile accento, «Poi mi racconti con chi sei a Miami!» continua con tono malizioso, il solito idiota.
Ridacchio e stacco la chiamata. Mi ritrovo un Owen infastidito che mi osserva. Geloso?
«Chi è Greg?» chiede avvicinandosi a me.
«Il mio ragazzo.» dico con tono divertito, lui sbianca ma poi capisce che scherzavo e ride.
«È il mio migliore amico.» continuo abbracciandolo. Ho bisogno di farlo, di sentirlo accanto a me. In pochi giorni sento che lui è qualcosa di speciale. Non far troppo, Hann tanto se me andrà, grazie vocina per essere così positiva!
«Cosa vuoi fare stellina?» domanda dolcemente passando giù e su il dito sul mio braccio, faccio spallucce e assume un'espressione come se avesse avuto un'idea.
«Prendo le chiavi della macchina, ti porto in un posto!» dice come un bambino e corre a prendere le chiavi.
Mentre lo aspetto, penso al bacio di stamattina. Mi maledico per averlo fatto ma lo volevo, davvero. Come una calamita, mi sono sentita attratta da lui, come se in quel momento tutto ciò di cui avevo bisogno, era un suo bacio.
Agita le chiavi della macchina avanti la mia faccia facendomi ritornare alla realtà.
«Andiamo?» annuisco e andiamo un auto, il tragitto è silenzioso, io e Owen non parliamo e la canzone dei The Cab ci fa compagnia.

«And my bed is half empty not half full
I'd rather live with broken bones
Than lay here all on my own like a lovesick fool
Like a lovesick fool.»
Canticchio la canzone e osservo Miami, è bellissima. La spiaggia, il mare e la me stessa piccolina aggiunge anche i ragazzi. Da piccola volevo venire qui per vedere i ragazzi in costume, sei uguale a Daniel dice la mia vocina e si, a volte lo sono.
«Hai una bella voce sai?» interrompe il mio canticchiare Owen abbassando il volume, gli sorrido timidamente.
«Dove stiamo andando?» domando curiosa ma lui fa spallucce. Roteo gli occhi al cielo e continuo a guardare fuori il finestrino. Arriviamo fuori una vecchia stradina ed Owen scende per venire ad aprirmi.
«Mi hai portata a vedere i topi?» chiedo sarcastica, ridacchia e scuote il capo. Prende qualcosa dalla tasca e noto che è una fascia per coprirmi gli occhi. Lo guardo per averne conferma, infatti lo è.
«Ti fidi di me?» chiede sorridendo, faccio spallucce e sbuffa sonoramente.
«Owen se cado e mi rompo un braccio, giuro che ti uccido!» sbotto nervosa quando lui mi prende la mano guidandomi verso chissà dove. Saliamo delle scale ed io mi appoggio a lui per non cadere dato che mi ha praticamente resa cieca.
Noto che ovunque mi abbia portata, c'è un bel venticello e sento odore di mare.
«Ora ti tolgo la benda.»
Quando la toglie rimango senza parole. Vedo tutta Miami. Vedo il mare, le spiagge, persone che corrono ed altre che sono con i propri cani.
«Wow..» è l'unica cosa che riesco a dire alla vista di quel paradiso. Gli allaccio le braccia al collo come per ringraziarlo di avermi portata in quel paradiso.
«Ho scoperto questo posto quando avevo sedici anni..» inizia a spiegare sedendosi su una panchina di questa vecchia soffitta.
«Ero molto triste, venivo qui e mi rilassavo alla vista di quel paradiso.» finisce guardandomi ma il mio sguardo è verso Miami.
«Anche io avevo un posto dove mi sentivo bene... La casa sull'albero che avevo a casa.» replico guardando verso il basso, la mia casetta. Me l'hanno distrutta.
«Perché ora non c'è?» chiede curioso, sorrido amaramente ed i ricordi di quei piccoli bastardi mi riaffiorano in mente.

«Sei bruttissima Davis!» mi beffa George, un mio "amico" di classe. Tutta la classe ride.
«E sei anche lesbica! Suo fratello è  gay e lei lesbica!» aggiunge Edward ridendo insieme agli altri. Non mi offendo, e se pure fosse non vedo quale sarebbe il problema.
«Perché non le tagliamo quella casetta di merda che ha in giardino?» propone Felicity, la odio. La mia casetta non si tocca. Il mio rifugio.
Esultano tutti, Edward mi da un calcio e piango, perché sempre a me?

Poi il giorno dopo la mia casetta era distrutta, i miei non volevano ammettere che fossero stati loro, dicevano che forse era stato il vento. Il vento un corno, li avevo sentiti io!
«Dei bastardi me l'hanno distrutta.» dico semplicemente e lui spalanca gli occhi ma non fa domande, lo avrà capito dal mio tono che non ne voglio parlare. Passiamo lì la maggior parte della mattinata, parlando del più e del meno. Mi racconta della sua passione per la boxe e che è molto bravo a fare gli accenti, io gli racconto della mia passione per la musica. Mentre sono soprappensiero, mi prende la mano e mi guarda estremamente felice.
«Miss Davis posso chiederti una cosa?» sussurra ed io annuisco.
«Perché sei così bella?» chiede ed io arrossisco pesantemente, perché deve fare certe domande?
«Sei mai andata in moto?» domanda ritornando al suo posto, annuisco e ne rimane deluso.
«Con il tipo dell'aeroporto?» annuisco di nuovo ed ora è infastidito. Socchiude gli occhi e pensa. Cosa ti frulla nella mente Mr Smith? Si alza e mi tende una mano piuttosto elettrizzato, chissà cosa ha in mente adesso.
«Andiamo a casa!»
Lungo il tragitto continua a picchiettare le nocche sul volante cosa che mi infastidisce parecchio ed accendo la radio. Arrivati nella sua immensa villa, scompare. Mi ritrovo da sola seduta sul divano a fissare l'enorme TV, che noia. Come fanno a vivere in certe case? Non si sentono soli? Un bip mi distrae dalle mie domande e noto che ho un messaggio.

Da: Sconosciuto.
A: Hannah Davis.
Non giocare con il fuoco Hannah o ti brucerai. Veramente credi che io non abbia il coraggio di dire tutto? Io so tutto e se voglio parlo. Ti voglio mia. Di nuovo. O ti prenderò con la forza!
-JR.

Vi lascio con una piccolissima domanda: CHI AMATE DI PIÙ DEL LIBRO? E PERCHÉ? Oltre ad Owen, so che lo amate tutte! Ahahah
Kisses
|ANNA🙎|

Restart. (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora