34.Divisi

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Scoppiai in lacrime e prendendo le chiavi della mia auto mi precipitai fuori da quella casa.
Cercavo di guidare con la maggior calma possibile,ma sarebbe stata un'impresa.
Avevo gli occhi invasi dalle lacrime,il cuore mi pulsava a un ritmo incredibile.
Non riuscivo a concentrarmi,ero delusa e arrabbiata nello stesso momento.
Questa volta aveva davvero esagerato,non credevo fosse capace di spingersi così oltre.
Per colpa di quella specie di essere umano stavo rischiando di essere investita,ma per fortuna la schivai in tempo.
Dove stavo andando? Semplice,da lui.
Andavo a spaccargli quella faccia irritante che si trovava.
E naturalmente a riprendermi Julio.
Neanche il tempo di spiegarli cosa succedeva e chissà cosa stesse pensando di sua madre. Come Ignazio gli avrebbe detto che io l'avevo abbandonato,giuro, l'avrei fatto fuori.

Arrivai davanti casa sua e prima di scendere dall'auto,chiusi gli occhi per mantenere la calma. Lo intraviddi dalla finestra e per un attimo sentii di avere gli occhi di fuoco. Volevo incenerirlo,vivo.
Al diavolo la calma.
Mi scesero di nuovo le lacrime. Lacrime di rabbia,orrore per quella persona.
Si,perché adesso lui era una persona,non aveva più un ruolo specifico per me. Non più dal momento che mi ha portato via il bambino.
Era soltanto una persona come le altre.
Suonai violentemente alla sua porta e dopo un pò aprì lui confuso.
Mi fissò facendo finta di non capire perché stessi piangendo e lo spinsi leggermente dalla rabbia.
Chiunque avrebbe tentato di fermarmi non ne sarebbe uscito vivo.
Continuai a spingerlo disperata mentre lui cercava di calmarmi.
A:"Come ti sei permesso! Come hai potuto farlo! Non puoi levarmi il bambino,non è tuo! Ti odio Ignazio,ti odio! Era l'unica cosa che avevo! Mi hai levato tutto,perché anche lui? Cosa ti ho fatto per meritarmi questo! Sei un mostro,mi fai schifo!" - mi bloccò dalle braccia per farmi tornare in me e respirai affannosamente. Lo guardai seria fulminandolo per non cedere.
I:"Tu hai bisogno di una camomilla."
A:"Tua madre."
I:"Ehi,cosa c'entra?"
A:"Io ho solo bisogno di strozzarti."
I:"Possiamo parlarne con calma." - lo guardai male sospirando per trattenere la rabbia.
A:"Vuoi parlarne con calma? Non c'è niente da spiegare,Julio è mio! Non permetterò che lui cresca senza nessuno,non voglio che mi odi!"
I:"Mi dispiace ma è già tutto deciso."
A:"Deciso? Hai deciso da solo,io mi sono trovata in casa quelli che mi hanno portato via mio figlio!"
I:"Si ma per ordine mio."
A:"Non mi interessa un bel niente dei tuoi ordini,io rivoglio solo il mio bambino!"
I:"No." - mi voltai di spalle con gli occhi gonfi e la voce rotta.
A:"Perché fai così...perché lo hai fatto...io non avrei mai pensato di farti una cosa del genere,di ferirti in questo modo. Hai davvero esagerato stavolta. Mi sento profondamente delusa da te. Credevo fossi cresciuto, invece pensi ancora alle vendette? A che ti servono? Di certo non migliorano le cose..e poi levare un figlio alla madre è la cosa più brutta che possa succedere."
R:"Ignazio posso entrare?" - dalla porta della cucina uscì Roberta e mi asciugai le lacrime sorridendo nervosamente.
A:"Ah giustamente..è una disperazione per te essere single? Se non funziona con una ci provi subito con quella di scorta."
I:"Non puoi prenderti Julio,lo dico per te."
A:"Ma davvero?"
I:"Potrebbero arrestarti."
R:"Ignazio posso entrare?" - Roberta sbucò dalla porta della cucina e mi asciugai le lacrime sorridendo nervosamente.
A:"Ah giustamente..è una disperazione per te essere single? Se non funziona con una ci provi subito con quella di scorta. Adesso capisco."
I:"Vai Aurora."
A:"Il bambino."
I:"No."
A:"Sai che ti dico? Fatti la tua nuova famiglia felice ma con un altro bambino,Julio è mio. Potrai mandarmi in carcere,in manicomio o dove preferisci,io senza di lui non ci voglio vivere." - gli lanciai la mia fede matrimoniale e prendendo Julio per mano me ne andai da lì dentro.
Amore di merda.
Era meglio quando stavo tutta sola.

Due giorni dopo...
Oggi era il compleanno di Piero,questo significava che avrebbe fatto trentasette anni.
Come passa il tempo...
Non avrebbe festeggiato,dovevamo uscire stasera,anche Julio ovviamente. Io,Piero,Julio,Gianluca e Melissa.

Stavo vestendo Julio e alle mie spalle spuntò Gianluca.
G:"Ehy! È tornato il piccolo ometto!"
A:"Secondo te non l'avrei ripreso?" - sorrise e mentre io finivo di sistemarmi,si mise a giocare con Julio.

Raggiungemmo Melissa e Piero alla pizzeria sul porto.
Abbracciai Piero per dargli gli auguri e poco dopo ordinammo.

PIERO POV'S
La serata correva tranquilla,senza problemi. C'erano solo chiacchiere e risate e qualche sclero di Aurora per aver alzato un pò il gomito.
Era seduta vicino a me con Julio mentre Gianluca e Melissa di fronte.
La guardai e mi spuntò un sorriso di quelli veri come pochi. Il regalo più bello era averla qui con me.
A:"Scusate! Devo andare al bagno!"
Mel:"Vuoi che ti accompagni? Ti vedo un pò brilla."
A:"Io sto benissimo!"
Mel:"Come vuoi..." - la guardai allontanarsi. Prese una storta al piede ma riuscì a mantenersi,era sempre la solita sbadata. Scossi la testa con un sorriso sulle labbra e mi alzai per passeggiare lungo il porto.
Appoggiai i gomiti sul muretto per guardare il mio riflesso nel mare.
Per un attimo non riuscivo a riconoscermi,non riuscivo a credere se fossi davvero io. Perché nell'acqua vedevo un ragazzo che si è rassegnato,triste e solo?
Non ero così un tempo..
Prima ero più combattivo,lottavo finché non ottenevo ciò che volevo. Adesso non più. Che era successo a me?
Nonostante fossi circondato costantemente da tante persone mi sentivo solo come un cane,come se mi mancasse qualcosa,anche se sapeva cos'era. Questo non mi lasciava vivere in pace. Non riuscivo a sorridere spontaneamente senza sentirmi obbligato.
Lanciai una moneta nell'acqua e solo allora mi accorsi della luna piena. L'avevo sempre amata,mi sentivo bene quando la guardavo.
All'improvviso sentii una voce irritante che mi fece scaldare il sangue.
I:"Ehy,Barone! Tanti auguri eh!"
P:"Ignazio? Che ci fai qui?"
I:"Questo è un luogo pubblico no? Già finita la festa?"
P:"Cosa vuoi da me?"
I:"Niente..beh, in realtà vorrei avvisarti di una cosa.."
P:"Avvisarmi? E di cosa?"
I:"Dell'unica cosa che abbiamo in comune io e te....Aurora."
P:"Cosa vuoi da lei?"
I:"Prima ho visto come ci provavi con lei. Poi è anche mezza ubriaca quindi.."
P:"Io? Ma che ti sei fumato? Io non ho fatto proprio un bel niente. Aurora non la toccherei neanche con mezzo dito."
I:"Si certo..andiamo Piero,nessuno è un santo. Non dirmi che se ti si presenta l'occasione non faresti nulla?"
P:"Assolutamente no se lei non è d'accordo. Tengo troppo a lei e non mi permetterei mai di farla soffrire..a differenza di altri." - lo guardai specificando bene le ultime parole.
I:"Tu non sai cos'è successo tra di noi. Non ti permetto di parlare così, il nostro è amore vero come nessun'altro."
P:"Ha funzionato solo perché continuavi a prenderla in giro."
I:"Eppure nonostante tu abbia sempre fatto la parte del ragazzo perfetto ha continuato a scegliere me,chiediti il perché." - ci trovammo faccia a faccia,eravamo vicinissimi.
G:"Piero? Ignazio?" - si allontanò di colpo da me fingendo che bada tutto bene.
I:"Gian,ciao!"
G:"Tutto bene?"
I:"Alla grande."
P:"Io e Ignazio ci stavamo giusto chiarendo su un fatto rimasto in sospeso." - ci scrutò entrambi dalla testa ai piedi e annuì ancora sospettoso tornando dalle ragazze.
Quando andò via Ignazio tornò ad essere minaccioso.
I:"Allora mi hai capito signorino? Non approfittare della mia assenza, tornerò."
P:"Ne sei sicuro? Io no. È davvero arrabbiata nera questa volta."
I:"Questi non sono fatti che ti riguardano. Tu devi solo restare lontano da lei."
P:"Sono ventiquattro anni che le sto accanto e non intendo abbandonarla ora."
I:"Forse non ci siamo capiti. Non la devi nemmeno sfiorare. Lei è di mia proprietà. Solo mia. MIA."
P:"Le cose non sono proprio così. Veramente l'ho vista prima io quindi se vogliamo fare cose giuste lei appartiene a me.
I:"Cos'è un gioco? Ti ho detto che tu non hai nessun diritto su di lei hai capito?" - mi prese dal colletto della camicia marcando bene l'accento siciliano per cercare di intimorirmi.
P:"Sei tu che devi sparire dalla sua vita."
I:"Io farò sempre parte della sua vita."
P:"Per questo ti ha lanciato l'anello oggi?" - quando dissi così mi sferrò un pugno facendo sanguinare il setto nasale e solo allora ci accorgemmo che Aurora era lì da un pò.
I:"Aurora.."
A:"Complimenti,davvero. Quanti anni avete? Due?"
I:"Mi ha provocato."
A:"E poi cos'è? Mia? Mia?! Cos'è? Pallavolo?! Siete ridicoli. Vi credevo più maturi. Siete ancora dei ragazzini. Cosa credete che io sia una bambola da usare e buttare quando vi pare? Siete deludenti. Pietosi. Grazie per tutto il bene che mi volete,davvero. Fate schifo."
P:"Aurora non andare via.."
I:"Ci dispiace.."
A:"Andate a fanculo." - stava andando via ma Ignazio la richiamò.
I:"Ah,dimenticavo. Domani dovresti venire dal mio avvocato per fermare quella carta visto che vuoi mandarmi a fanculo."
A:"Quale carta?"
I:"Il divorzio. Ricordi? Eravamo rimasti così."
A:"Prima di New York però."
I:"Cosa cambia,tanto non stiamo insieme. Adesso sei libera,contenta?"
A:"...."

***

||L'AMORE PORTA GUAI 2||Donde viven las historias. Descúbrelo ahora