Mi schiarisco la gola un po' a disagio, spostandomi una ciocca dal viso. «Tyler?» chiedo a nessuna persona in particolare notando la sua assenza.
«Non era con voi?» domanda a sua volta Sam. Ioed Aaron ci lanciamo un'occhiata e poi le faccio cenno di no. Sbuffo mentalmente. Fantastico e adesso dove si sarà cacciato?

«Vado a cercarlo».

Aaron fa per alzarsi e «Vengo con te» propone.

«No. Non è necessario, sarà sicuramente in bagno o a prendere altro cibo», ipotizzo, sperando che sia davvero così. Poi forzo un sorriso a tutti quanti e a lui in particolare. «Torno subito» e così dicendo mi allontano dal gruppo.

Trovare un adolescente in mezzo ad una fiera è come cercare un ago in un pagliaio, soprattutto quando tutti sembrano indossare gli stessi vestiti. Dopo aver girato in lungo ed in largo ed aver fatto un paio di figuracce scambiando altri ragazzi per mio fratello -ma solo perché erano di spalle e indossavano la sua stessa giacca- finalmente riesco a trovarlo. Lo vedo in compagnia di un paio di ragazzi che riconosco essere stati presenti a quella maledetta festa al Green e la cosa non mi piace per niente. Il mio campanello d'allarme comincia a suonare.

Quando il trio si accorge della mia presenza, che incombe su di loro, come un leone su un branco di gazzelle, gli altri due si allontanano immediatamente, forse temendo di essere nei guai. Il che mi fa pensare che nei guai ci siano davvero e che abbiano la coda di paglia.

Raggiungo mio fratello a passo svelto e «Dammelo», dico, una volta giunta davanti a lui.

Il ragazzo mi guarda confuso, spostando il peso da un piede all'altro. «Cosa?» chiede nervoso.
Gli scocco un'occhiata, come a volergli dire "so cosa nascondi". «Tyler David Anderson, non fare il finto tonto con me», esordisco, «Il pacchetto di sigarette, so che ce l'hai in tasca».
Sbuffa sonoramente, roteando gli occhi. «Mio Dio, Cassie, fai sul serio? Vuoi perquisirmi come papà?» Domanda  lui retoricamente e con fastidio.
Gli porgo la mano e «Dammelo e basta. Non fare storie», esigo.

Vedendo la mia fermezza, Tyler si arrende ed inizia a rovistare nella tasca della sua giacca; quando mi porge la piccola scatola non lo rimprovero, come sarei solita fare, al contrario, la apro per prendere una sigaretta. Il mio comportamento lascia spiazzato mio fratello che domanda: «Niente ramanzine da sorella maggiore?»
«Non stasera», gli dico portandomi la sigaretta tra le labbra e sospirando: «Accendino, grazie». Tyler mi guarda stupito, come se mi fosse appena spuntata una seconda testa, quando, invece, gli ho solo chiesto un accendino. Poi, riluttante mi dà l'oggetto che ho richiesto.

Una volta accesa la piccola fiamma la copro con una mano per assicurarmi che il vento non la spenga, avvicinando il filtro e lasciando che la nicotina entri nel mio organismo. Piccole nubi di fumo escono dalla mia bocca e, senza che me ne renda conto, inizio a picchiettare sul terreno col piede destro. Non sono una fumatrice incallita, anzi, il più delle volte nemmeno lo sopporto l'odore del fumo, ma devo sfogare in qualche modo il nervosismo che ho accumulato e questa, adesso, mi sembra la soluzione migliore.
«Wow, non vorrei essere nei suoi panni», commenta Tyler con fare divertito.
Aggrotto le sopracciglia. «Nei panni di chi?»
La sua faccia ora si fa più seria, quasi la mia fosse la domanda più stupida del mondo. «Del ragazzo con il quale sei arrabbiata», asserisce con l'espressione di chi la sa più di me. Non mi piace e così evito di rispondere, limitandomi a spostare lo sguardo sulle mie converse consumate, d'un tratto divenute interessanti. «Tieni, servono più a te che a me», mi lascia il pacchetto che precedentemente gli ho restituito, mettendolo nella tasca della mia giacca di jeans. Allora alzo gli occhi verso di lui che è venti centimetri più alto di me e «Ma solo per stasera», puntualizza con un ghigno; per quanto la sua espressione dica il contrario so che non sta scherzando. Mi lascia un tenero bacio tra i capelli e poi si allontana in direzione del chiasso della fiera, mentre io me ne resto ancora qui, in disparte, lontana da tutto e tutti.

DisasterWhere stories live. Discover now