Cammini snervanti

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Dopo una decina di minuti di snervante silenzio, in cui lui si era limitato a stare immobile cercando di provare meno dolore possibile, mentre lei guidava la cavalla da terra; l'atmosfera fra loro era diventata strana.
Ormai pioveva incessantemente ed era solo l'inizio, Elisa mentre si accingeva ad avanzare sul sentiero scosceso che si intravedeva con difficoltà in quel bosco sempre più freddo e buio, si arroventava il cervello in domande e ragionamemti: dai più assurdi ai più concreti. Pensava su quale sasso mettere i piedi, a come comportarsi con il dio, a come poteva essere lì quel dio. Pensava alla sua vita e a come farla concidere con la presenza di quel uomo che continuava a scrutarla arrabbiato mettendoli una strana sensazione d'ansia addosso. Le curiosità e le domande che gli passavano per la testa erano innumerevoli, a un certo punto si voltó decisa a levarsi almeno una delle tante domande. Loki vide chiaramente quel suo desiderio di dire qualcosa e la fisso con un po' d'insistenza in più, mentre con una mano appoggiata all'arcione della sella cercava di ammortizzare i naturali spostamenti di quella cavalla che lo facevano attraversare da una fitta terribile ogni due per tre; ringraziava la pioggia da una parte, almeno non avrebbe visto il sudore che si sentiva grondare ai lati del viso, dal'altra, la odiava perché spesso Lucy evitando degli ostacoli scivolava aumentando la sua agonia.
Cercava di non esplodere, era furioso e ogni passo era un aumentare il desiderio di vedere il fratello e tutti gli altri nella stessa agonia, quell'odio spesso lo spostava sulla ragazza che lo aveva messo in una situazione ancor peggiore; mentre stritolava la redine a vuoto per sfogarsi cercava di controllarsi per non mostrare lo stato in cui era.Elisa dopo aver superato una salita, in cui scivolò un paio di volte, sotto gli occhi di Loki che la scrutò soddisfatto di vederla, almeno lei, sforzare e pagare per quel suo:
"Falso buon cuore"Si volle togliere quella curiosità e dopo aver tentennato per qualche secondo emise evitando di scivolare ancora:"Tu non dovresti essere sul trono al posto d'Odino?"
Parti una risata sarcastica al dio, o meglio tentò di farla,in effetti era sempre stato quello il piano, esclamò come se fosse ovvio, preferiva di gran lunga il silenzio:"Dovrei!"
Doveva essere nella sua mente una risposta secca, non voleva parlare, non riusciva a parlare.
La ragazza corresse, non accettava essere trattata da stupida, quella risata gli fece saltare un nervo, cominciava ad avere il bisogno di parlare di qualcosa, era stanca, aveva i brividi e non era mai stata una persona che sopportasse certe cose; le camminate le piacevano, i boschi li adorava e le piaceva socializzare, o almeno alla vecchia Elisa, ma adesso si sentiva solo un idiota e l'Elisa nata nell'ultimo anno era tutto men che remissiva e paziente:
"So che era sempre questo il piano!
Il punto è che l'ultimo film finisce con te sul trono che parli con Thor fingendoti Odino,mentre..." superò una roccia"lui ti crede morto."
La fulminò con lo sguardo, stranito, chiedendosi:"ma come diavolo?"
Lei non si curò molto di quello sguardo, sapeva che doveva essere strano sentirsi raccontare la propria storia da un'estranea, cercava ancora di capacitarsi della sua esistenza, ma ad ogni sua espressione era palese che quello sulla sua cavalla fosse il "mancato re" tanto seguito.
Loki era indeciso se dire qualcosa o no, indeciso se chiedere come avesse scoperto quelle cose o no, era la seconda volta che dimostrava di conoscerlo, 'solo una storia' lo aveva definito si ricordò, ma alla fine l'orgoglio prese il sopravvento e sfogandosi evitando un ramo, rivelò:"È stato così!Sono stato re per più di 1000 anni."lei lo guardò curiosa e lui sollecitato si volle ripetere il resto; più per sé stesso, più per riuscire a distrarsi che per lei. Arrabbiato e pieno di rancore, interrompendosi a volte per il dolore, spiegò breve:"Un idiota ha rotto un patto!La guerra è arrivata e ogni colpa naturalmente è caduta su di me" si fermò un attimo per evitare un grosso ramo, mentre lei faceva imboccare una piccola deviazione in una boscaglia ancor più fitta, che lui trovò inquietante quanto la cavalla che entrandoci appena si fermo un attimo a fissare restia la semi penombra di fronte a se, lei dovette incoraggiarla un paio di volte prima di convincerla.
A quel punto il dio emise come se stesse sputando veleno, fissando la ragazza pensando che lo stesse conducendo in un posto orribile:
"Mi hanno scoperto e mi hanno braccato come la peggior carogna scordandosi degli anni di pace" dopo una fitta ruggì fra se e se:"..come al solito" Lei superò una radice e non commentò, pensò concentrata su dove mettere i piedi semplicemente:
"Non è cosi difficile da credere"
Dopo aver superato un altro ramo, torturandosi il dio ringhio:
"Dove diavolo ci stai portando?" Odiava quel posto, era soffocante e sentiva movimenti d'animali ovunque che facevano rabbrividire anche la cavalla, in più non vedeva l'uscita, praticamente parlo per sé stesso e Lucy.Si senti rispondere secca dalla ragazza che non si giró nemmeno, quel sentiero era così ancora per un bel pezzo e il peggio non era ancora passato, la luce l'aveva nello zaino in spalla, ma la cavalla si sarebbe agitata e basta:"A casa"
"Non c'è una strada? Fra pochino mi aspetto di dovermi mettere a strisciare!" Rispose lui con voce spezzata,lei sbuffó dicendo:
"O questa! O altre tre ore di monta!"
Lui non poté dire altro ma imprecò mentalmente,facendosi solo scappare un sospiro di dolore dovendosi piegare per l'ennesima volta; si morse la lingua per quel suo autocontrollo mancato, non poteva mostrarsi debole e non poteva andare nel panico. Invece lei quando lo senti, si ritrovò a pensare che era la scelta migliore quella strada; lui non poteva saperlo, ma lei stava rischiando molto con quel sentiero, era la più pericolosa, la cavalla faceva molta fatica e i sassi sporgenti la potevano ferire da un momento all'altro.
Aveva stretto i denti e deciso d'infilarsi in quel tunnel di piante solo per lui; per nessuna ragione al mondo si sarebbe infilata in una situazione del genere, erano anche in piena riserva naturale e in pieno territorio dei lupi, per legge stava praticamente rischiando una multa e un casino di altri problemi, ma gli dispiaceva non poter fare altro per lui e sapeva perfettamente che era un'agonia, quindi anche se stava facendo una fatica immane ed era una pazzia: era l'unica strada.Nemmeno cento metri di dolore e fatica dopo, un ululato si propagó da neanche mezzo chilometro, facendoli rabbrividire e la cavalla si fermò di scatto, ormai Lucy aveva i nervi a fior di pelle da un po', per l'abbassamento della luce e la pioggia.la reazione di Loki fu semplice, mando uno sguardo a Elisa d'odio e passó una mano sul collo della cavalla per tranquillizzarla, erano messi già male senza un attacco da parte dei lupi, disse con un tono che rasentava il panico: "Stupida mortale hai idea di quanto fosse vicino?"ma fu abbastanza inteligente da rimanere a un tono fintamente dolce e pacato, sapeva che avrebbe fatto saltare la cavalla che sentiva un fascio di muscoli, una molla pronta a scattare non si fidava dei cavalli, l'unico che sopportava era suo figlio e lo avevano fatto morire fra le sue braccia. Lei si giró era gelida, anche se l'ululato gli aveva messo l'ansia sapeva come gestire le proprie emozioni in certe situazioni; il cavallo forma in certi ambiti, e il sangue freddo è uno degli insegnanti che ti rimangono dentro:
"Era a cinquecento metri, ha avvertito il branco della nostra presenza, niente di strano " poi chiamó la cavalla, anche se rimase immobile, con un tono dolce e rassicurante riusci a farla rilassare almeno un po',aveva notato la carezza del dio con piacere.
Il dio che era più teso della cavalla rispose sarcastico guardando il buio con odio e ascoltando, ma era tutto orribilmente occultato dalla pioggia:"Niente di strano? Naturalmente!Siamo nelle condizioni migliori per essere attaccati da un branco di lupi!" Lei sorrise alla sua paura, era improbabile e lo fece notare:"Non ci attaccherà proprio niente grande dio del caos! Hanno paura degli umani" lui si volto verso di lei dopo aver sistemato l'ultima ciocca di criniera alla cavalla perdendo, odiandola per aver scherzato sulla sua giusta inquietudine,minaccioso disse:
"Prega perché sia così inutile mortale, perché se putacaso accade e sopravviviamo sarà l'ultimo tuo momento di pace" Lei sorrise, contro l'espressione di rabbia del dio, visto che mentre diceva questo un altro ululato si era alzato ed era molto più distante e per la prima volta si sentì anche una specie di risposta da altri lupi molto più lontani.
Non resistette a ostentare questa cosa e con eleganza disse, mentre tutti e tre fissavano il bosco infinito brulicante di vita alla loro sinistra: "Visto?Hai idea di quanto si sia allontanato?" Lui cerco di fare un mezzo sospiro la voleva ammazzare, ma si limitò a ritrovare una specie di calma rassicurando la cavalla e se stesso,passando ancora una volta una mano sul collo possente di quel animale dicendo sottovoce,dopo aver mandato un esplicita condanna a morte con lo sguardo:"Non è nulla" mentre lei li faceva ripartire.
Elisa stava guardando e pesando ogni suo gesto e parola, per cercare di capire chi era, aveva capito che stava malissimo, che era furioso, peró quel suo modo istintivo di rassicurare Lucy era stata una sorpresa e stranamente quel'uomo gli ispirava una strana fiducia, se le sue parole erano la verita quel dio aveva tutto il diritto di essere intrattabile, la persona che aveva raccattato era certa che fosse meglio di quanto si credesse.
Disse mentre ripartivano spiegando e entrando nella parte della guida turistica:"I lupi sono comunque " superó una roccia:" ormai, in estinzione, c'è solo un piccolo branco e ieri ne hanno trovato uno morto, la vendetta di qualche pastore!"
Loki esclamo nel suo cervello:"E a me?" Non vedeva il perché glielo avesse rilevato,non capiva perché continuasse a parlare, ma disse con disprezzo, dando un occhio di sfida a quella ragazza:"Umani" stava cercando di capire come estrapolare le informazioni da quella ragazza, stava cercando comunque di leggerla, la trovava strana anche agli ululati l'aveva vista incredibilmente calma e non vedeva l'ora di scendere e uscire da quel sentiero.Lei sorrise e rispose ironicamente con una punta di delusione:"Stai tranquillo!Siamo peggio di quello che credi!" Quella informazione sui lupi gli era uscita di getto, in realta una somiglianza fra il lupo morto e il ragazzo a cavallo c'era. Pensó con un sorriso superando altre piante:"Nessuno può dire che é innocente, la natura del lupo lo porta ad attacare le pecore...colpa nostra che gliele mettiamo in bocca!Come Loki del resto innocente fino a un certo punto...
Cattivo fino a un certo punto e nessuno dei due meriterebbe di finire cacciato e scuoiato" Il sentiero stava stingendosi sempre di più, ma almeno la pioggia non gli arrivava diretta, si passò un altra volta la mano sul collo, lo aveva fatto spesso come a tentare di alleviare il bruciore, aveva le ghette piene di fango e le gambe distutte, rimettendosi meglio in spalla lo zaino pesante e dando uno zuccherino alla cavalla si prese un secondo di respiro.
Lui lo notò,non con felicità, anzi uno strano dispiacere gli passo per lo stomaco, ma commentò immediatamente per nasconderlo soprattutto a se stesso, con decisione, dopo essersi risistemato il cuoio che faceva male strusciando sulla ferita: "Dovevo soffocarti subito!" gli rispose acida:"Potevo ucciderti ancor prima di farti riprendere conoscenza!Mi sarei risparmiata la partita a scacchi!" Lui non l'aveva realizzato, aveva ragione a quel punto poteva essere morto o a casa, aveva afferrato un artefatto a caso e si era gettato nella speranza di scappare al colpo finale di suo fratello, aveva fatto una fuga per disgrazia e adesso era chissà dove e lei era lì davanti con quel sorrisino.
Si difese convinto quasi come fosse un offesa,allontanandosi dalla mente quel'idea con un sorriso beffardo: "Non ne saresti in grado!" Elisa capiva che aveva ragione e ne era fiera, però di fronte a lui senza scrupoli,doveva mostrarsi più forte,continuava a far avanzare la cavalla che era stanca, ma alla fine aveva fatto tutto al passo in un modo abbastanza leggero:"Non sapevo che eri tu" Chiese curioso, come ridendo evitando una serie di aghi all'altezza dei suoi occhi:"Cosa avresti fatto in tal caso?Sentiamo!"
Gli rispose dura,mentendo giungendo al suo scopo di farli capire che non si fidava per niente, camminando con più decisione, la pioggia era aumentata e qualche bubbolio lontano stava annunciando che quello era solo l'epilogo:
"Non avrei cercato di capire in che stato eri, mi sarei avvicinata con un paio di manette!"Lui commentò,
dopo aver fatto un espressione di dolore,sforzandosi di parlare rispose:"Non saresti stata la prima, ma hai fatto più o meno lo stesso" c'era una punta di tristezza nella sua voce,continuó guardando la sua schiena:"E dopo?" Lei non ne aveva la più pallida idea,spiegó la verità:"Dopo avrei cercato di capire con chi avevo a che fare!"Angiunse dopo altri passi la ragazza dopo aver sentito un altro sospiro di dolore,vedendo che stava facendo solo peggio appoggiandosi verso avanti:"Loki con le costole rotte si monta indietro così ti fai solo peggio"Lui che non aveva risposto per una serie di piante e fitte, si sorprese a sentirsi anche dire come doveva montare rispose acido d'istinto ancor prima di rendersi conto che il tono di lei era solo un tentativo di farlo stare meglio:"Non ho le costole rotte e non sono affari tuoi!" Era una bugia palese a cui lei rispose con:"E io non sono stanca!" Ritornando al suo tono sarcastico. Nessuno dei due disse più nulla, lei offesa da quel suo modo e lui semplicemente preso da non morire, in realtà rientrarono nel silenzio della foresta continuando a camminare, fino alla vista del maneggio quando lei stanca e stremata disse felice: "Finalmente!"Lui chiese era veramente sempre più distrutto,i suoi occhi avevano perso un paio di tonalità di verde e aveva cominciato a diluviare nel vero senso del termine, la voce faceva fatica a uscire:"È tuo?"Elisa si voltó e capi che era messo in uno stato ancor più pietoso:"uno straccio!" commentò mentalmente, pensó che serviva un dottore, ma si levò subito di mente quel'idea, annui e guidò la cavalla fino all'entrata sul retro.
Aprì la porta dicendo fra se e se:"Ho ancora da fare tutto maledizione" lui che aveva sentito capì che non era per lui e ignoró il commento.
Fu felice quando vide che era un posto asciutto, dopo tutto quello che era successo gli bastava veramente poco per sopravvivere, nella peggiore delle ipotesi l'avrebbe buttato in box rinchiuso pensó appena posò gli occhi sui cavalli affamati, ma era solo l'inizio e non sapeva cosa aspettarsi da lei. Entrarono nella scuderia deserta i cavalli avevano fame,era in ritardo di un ora,Loki cercò di scendere subito e lei lo fermò dicendo dolce, d'istinto:"Più avanti, almeno sei più vicino a casa" Non capiva perché lo avesse fatto, durante il resto del viaggio aveva provato a seguire quel consiglio in preda alla disperazione e quella mortale aveva avuto ragione, ma non glielo avrebbe mai detto.
A sentirla rimase stranito, uno strano effetto di calma, non si ricordava l'ultima volta in cui qualcuno aveva usato quel tono con lui, in qualche modo in mezzo alle battutine ci infilava una sorta di preoccupazione per la sua salute, ma pensó che fosse solo per non avere problemi in più.
Fu ancora più strano quando la ragazza disse:"Aspetta qui, non scendere" e sparì zoppicante, lasciandolo per un attimo li con quella cavalla che aveva già trovato il fieno come passatempo, pensó:"Cosa diavolo ha in mente ora? non è possibile!" Gli urlo dietro:"Dove vai?"
Lei rispose entrando nel anticamera del coperto:"Qui" lo disse ancora con quel tono stremato portando davanti la scaletta verso di lui, che non capì:"Senti puoi provare a scendere come una persona sana e dopo farmi prendere una barella!O provare a scendere prima sulla scaletta e dopo a terra" Lui la guardó stranito chiedendosi il perché si affannasse tanto, ma capì che la sua soluzione era meno dolorosa e fra l'orgoglio e il respiro in quel momento preferiva il respiro, cercó di fare in fretta e da solo disse allontanando la ragazza che si avvicinò credendo di poter dare una mano:"Ce la faccio da solo!" Lei lo lascio fare; era veramente fragile se ne rese conto, rischio di cadere ma camuffó tutto o almeno ci provó alla fine lei chiese:"Ci sei?" gli ruggi:"Sto bene" mentre barcollando arrivó a sedersi sulla panca.
Non aveva un centimetro senza dolore, aveva perso tutto, perfino il suo elmo pensó sarcastico.
Mentre dissellava la cavalla e sistemava quella povera creatura sudata, lui si guardó intorno e si riposó finalmente in salvo, già, era così che si sentiva dopo settimane di fuga:si sentiva in salvo, lontano dai propri cacciatori, oppure perso, non sapeva decidersi:
"Cosa ti ha ridotto così?" chiese curiosa lei, mentre la cavalla si asciugava sotto delle strane lampade che lui scopri emettevano calore, rispose con odio passandosi una mano sul viso:"Mio fratello"
La ragazza si fece un'idea di cosa doveva essere successo, erano gli effetti di scariche elettriche miste a duri colpi, era già tanto se era vivo, lo guardava spesso fra un lavoro e l'altro voleva capire se poteva cavarsela da solo, oppure se doveva prendere dei provvedimenti, non era debole aveva comunque resistito a un attacco di Hulk, però lo vedeva veramente male.
Loki faceva la stessa cosa, la guardava e la seguiva con lo sguardo cercava di studiarla, rimaneva sempre più irritato dai suoi sguardi in qualche modo preoccupati, era convinto fosse semplice paura di lui, un paio di volte gli passo di mente che potevano essere per lui, ma era impossibile e si arrabbió al solo stupido pensiero.
Rimise la cavalla nel box con annesso piccolo paddock,ogni cavallo lo aveva e torno verso di lui,anche lei stanchissima, doveva ancora fare di tutto e di più, doveva andare a riprendere i cavalli a valle portarli in stalla e dargli da mangiare:mangime e fieno. Decise che però prima doveva occuparsi di quel dio, non poteva lasciarlo così, propose incerta su come trattarlo, pensó di sedersi accanto a lui, ma era certa non si sarebbe più rialzata:"Ti mostro il bagno,non so...se ti vuoi fare una doccia?qualcosa?" lui quando risenti lo stesso tono dolce si sorprese ancora di più, non rispose, rimase a scrutarla,
piena di fango, bagnata di strizzo, i pantaloni bucati sulle ginocchia, stanca, non gli interessava poi molto di come stesse, ma il fatto che in quello stato tirasse fuori quello strano tipo di gentilezza gli faceva pensare che dietro c'era una fregatura, pronto a doversi difendere con un commento sarcastico aspettó, menrte lei continuava incerta:"Non so cosa puoi fare per il dolore o le sostanze che puoi assumere però prendi tutto quello che ti serve".
Scuse e ringraziamenti erano cose aliene alla sua mente, ma quel suo modo gentile gli fece piacere, anche se elaborava già congetture il suo sguardo fece scappare un grazie:
"Cosa ha in mente questa ragazzina?
Sa chi sono? Dovrebbe tremare!.... invece ha giocato d'astuzia e mi ha fregato!Dannazione! E adesso fa anche l'ospitale?"Nella sua mente c'era rabbia, orgoglio ferito e si sentiva impotente, però Elisa non poté non leggere quel mezzo sguardo di gratitudine.In quelle considerazioni a volte uscivano dei mezzi pensieri anomali insieme alle imprecazioni; come quella malsana idea che gli sguardi precedenti verso di lui fossero per la sua incolumità.
Infatti si chiedeva se quel tono gentile con cui la 'ragazzina' lo stava accogliendo fosse reale;
si chiedeva, se era così dolce per manovrarlo o perché aveva realmente una qualche sorta di premura per lui, si era fatta due ore a piedi sotto l'acqua lasciandoli la cavalla ed era stata una cosa incomprensibile. l'aveva osservata, quella stupida non aveva paura per niente, pensava e valutava prima di agire e per questo la odiava, per quelle battutine odiose e per il suo carattere l'avrebbe uccisa, ma anche il dio del inganno si ritrova a chiedersi quale sia la verita qualche volta; i gesti e le ultime parole mostravano una ragazza totalmente diversa e sperando che fosse vera la versione dolce di lei, si ritrovava a odiarsi ancor di più perché era una stupida speranza.
Loki sapeva che le persone l'odiavano sempre, era alla base di ciò che era: quella certezza e quel'odio che chiunque gli riservava;disprezzato per ogni sua mossa fin dall'infanzia, quel'odio lo aveva usato come armatura e come scusa.
Si considerava superiore e gli piaceva sentirsi intoccabile per non sentire il dolore aveva smesso da decenni di credere alle parole altrui, non si fidava e questa sua mossa lo aveva sempre preservato incolume.
Pessimista lo definirete, credo che più che pessimista lo dovremo definire realista, forse un po' prevenuto, ma a guardare le vecchie ferite di verga che aveva sulla schiena io credo che fosse solo amor proprio."deve aver avuto una giornata terribile" pensò lei invece,guardando il suo viso stanchissimo era veramente distrutto, non era una persona che riusciva a fare del male o almeno non a gratis, lei salverebbe anche il ragno che trova in cucina, persino i topi erano in salvo in quel maneggio.
Notó solo allora quanto i suoi lineamenti fossero attraenti e rimase a cercar di realizzare ancora una volta se fosse lo stesso uomo, lo stesso psicopatico di cui aveva pieno il telefono, prima di sollecitare una risposta, spiegando anche a se stessa i prossimi passi:"Do da mangiare ai cavalli e poi cucino qualcosa"mentre si avviava verso la porta seguita da lui che si era rialzato a stento lento e zoppicante, continuó sperando di non iniziare del tutto con il piede sbagliato, aiutarlo a camminare era improponibile lo capi appena fece un passo verso di lui:"Ho già sul fornello un minestrone,non so quanto tu possa gradire le cose che scottano però non pensavo di ritrovarmi a cena giganti di ghiaccio!" Un piccolo sorriso gli venne aveva bisogno di sorridere, e lo strappo anche a Loki che peró, tornó subito dopo allo stesso sguardo duro di prima,disse con rabbia, scontroso, non gli piaceva che gli si ricordasse certe cose e voleva chiarire che non era ne un ospite, ne un prigioniero(in realtà nessuno dei due sapeva come considerare l'altro), prendendo coraggio cercando di parlare nel modo più normale e duro possibile disse:"Non sono un gigante di ghiaccio!Non ho bisogno del tuo permesso per prendere le cose e non ho fame!"
Lei rimase sorpresa dal suo cambio, ma se l'aspettava era stato fin troppo dolce per essere all'altezza della sua fama; ci voleva una piazzata, era stato troppo taciturno si immaginava che sarebbe tornato a galla il tono acido. Si arrabbio,però non lo diede a vedere non aveva voglia di litigare, ma chiari girandosi di scatto sfidandolo, lui fu più che sorpreso da quella sua forza d'animo:"Dal segno che ho sul collo non si direbbe!Il permesso me lo chiedi anche perché sennò ti metto a dormire con il mio stallone!" Sapeva che era un colpo basso, ma era da mettere in chiaro che non poteva fare quello che gli pareva, lui si avvicinò, nulla poteva negare il fatto che lui era un gigante di ghiaccio almeno per meta, quel'attacco aveva cancellato quella speranza. Era ancora un tasto dolente, non era mai riuscito ad andare d'accordo col suo corpo, odiava ricordarlo, l'altro fatto era ancora più spudorato.
Lei aveva usato la storia del cavallo, un trauma,un orribile ricordo da cancellare era infuriato, ma mostró solo gli occhi pieni di collera e con voce minacciosa disse:"Ci sono cose che non dovresti nominare se ci tieni alla tua vita" Sdrammatizzó ridendo con una punta di rabbia doveva abbassare le penne, non sopportava le minaccie, non sopportava più nessuno, nessuno aveva più da tempo la possibilità di fare il superiore con lei:"Scusa!ma credo che dovrei evitare anche solo di dire il tuo nome! Se preferisci potrei definirti mezzo umano!O umano giacciolo" lui non riuscì a trattenersi e gli prese il braccio spaventandola a morte sbraitando anche se dovette affrontare subito la conseguente lama di dolore:"Mai più!"
Lei strattonó e si riprese il braccio, non mostro peró la minima mancanza di sicurezza, aveva imparato che per quanta paura hai di fronte a un pericolo non si indietreggia mai.
Di fronte a un cavallo avanzi e reagí allo stesso modo con lui,nascondendo tutto, era alta 20 centimetri meno di lui fece un passo avanti e disse:
"Non provare mai più a toccarmi o ti giuro che non vedrai mai più quello scettro!"Indietreggió lui d'istinto, non se lo aspetrava era una semplice umana, avrebbe dovuto inchinarsi, tremare, scappare non attaccarlo, per quanto lui fosse a pezzi era comunque in grado di fargli parecchio male, lei era tenace e determinata e sapeva di tenere il coltello dalla parte del manico e questo lo faceva infuriare. Lui fisso il collo di quella ragazza per un attimo, notava soltanto adesso che era veramente esteso il livido e la bruciatura, si ricordò della senzazione del suo collo fragile fra le sue dita, gli sarebbe bastato continuare qualche secondo in quel bosco per essere libero eppure qualcosa gli fece venir voglia di toccarla per comprendere quanto male le avesse fatto, quasi a voler vedere se stava bene, istinto! Puro e semplice:una curiosità. Non si era mai preoccupato di quelle cose,ma appena alzò la mano, tentando di rompere già quella regola lei si allontanó dicendo sarcastica:
"Sì prospetta una lunga convivenza pacifica!"riportandolo alla realtà e scatenando la sua reazione che fu di disprezzo puro dicendo oltraggiato:
"Non puoi dirmi quello che devo fare!" Lei rispose scontrosa, rivelando la verita, gli era rimasta dentro la paura di perdere tutto e non poteva lasciargli pensare che aveva qualche possibilità di mettergli i piedi in testa:"No! Ma il mio corpo è mio! il maneggio è mio!Ed è casa mia!Quindi fai quello che ti dico, altrimenti vattene!"Lui pensó che poteva essere una soluzione, ma era in un mondo totalmente diverso, era ridotto male veramente male, non aveva nemmeno la magia, sarebbe stato stupido e lei confutó anche ad alta voce: "Sappi che là fuori non te la passerai bene e quell'arma non te la darò!Sono disposta a perdere tutto piuttosto che regalarti le chiavi del mio universo!"La decisione con cui lo disse gli fece capire che aveva ragione odiava quella sua totale mancanza di fiducia e odiava capire che era realmente in mano a quella mortale, rispose comunque per non far vedere la sua scomoda posizione:"Non mi sfidare! Potrei farlo!Potrei distruggere questo posto, potrei uccidere questi cavalli e dopo costringerti a rivelare ogni cosa!" Gli ripose adirata, prima era calma a confronto, se c'era una cosa a cui Loki avrebbe dovuto stare attento era quella di non toccare i cavalli, glielo lesse negli occhi ebbe quasi un attimo di paura, si odio per questo, tutti in paese sapevano che erano come dei figli per lei e che fare male ad uno dei suoi cavalli significava mettersi contro un mostro: "Te ne pentiresti amaramente, non mi conosci!Prova soltanto a spostarli un pelo e io ti levo le costole una ad una!" D'istinto gli venne da toccarsi il petto, si ricordava della ginocchiata e la senzazione di soffocamento e il dolore;per quanto uno sia abituato a sopportare il dolore non si riesce mai a spegnerlo, pensó sempre più incredulo delle reazioni di Elisa ed era sempre più arrabbiato per le proprie:"Come può?"
Lei non aspettó una risposta sapeva che non avrebbe realmente potuto neanche dargli uno schiaffo, ma doveva in qualche modo crederci.
Lo senti rimanere bloccato un secondo e poi disse sicuro di farla smettere di dire cavolate che era chiaro non potesse mantenere: "Ricordati che le minacce poi devi anche essere in grado di metterle in atto"Lei era qualche scalino sopra di lui,in quella scala di legno che portava dalla scuderia all' entrata sul retro di casa sua, si giró, lui aveva ragione e doveva dimostrarlo, doveva far capire che non scherzava:
"Riesci a malapena a salire le scale, non sarà difficile!"Disse lei ringraziando il cielo di quella opportunità, infatti stava praticamente trascinandosi con dolore su quegli scalini di legno neanche troppo alti,ogni passo era una tortura."Ha ragione Dannazione! Non posso farmi vedere così debole!"
Era infuriato con se stesso per quei vantaggi che gli stava dando; Elisa gli tese una mano tornando indietro per darli un aiuto per salire ma lui la ignoró,facendo un sorriso con su scritto 'preferisco morire'.
Lei lo guardó con rimprovero, sapeva che non si sarebbe lasciato aiutare, quindi si giró e corse su per le scale e aprì la porta con uno scatto, per dimostrare quanto lei stesse bene a confronto e aumentare il suo senso d' inferiorità che lo fece imprecare in una lingua che lei non conosceva.
Lui rimase a guardare la sua schiena, fra l'odio e una punta di curiosità non capiva perché fosse tornata indietro dopo tutte quelle parole.

 La regina di LokiWhere stories live. Discover now