10.

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'Alice, forza!' Gridò Salvatore per la quinta volta.
Sinceramente, non volevo uscire da quella stanza, ero paralizzata da ciò che vedevo.

Di solito, una ragazza della mia età vorrebbe tutto questo; andare ad un ballo accompagnata da qualcuno che conoscevi, divertirti, indossando un bell'abito..
Ma non era il mio caso.
Vedermi riflessa nel vetro, con tutta quella roba addosso, era disastroso.
Sapevo di essere pazza, probabilmente per il fatto che pensavo troppo e che davo troppo importanza a tutto.
Quale sarebbe il problema?
Beh, sembri una psicopatica.
Potrebbe darsi, ero molto attenta a ciò che mi accadeva, amavo poter studiare ogni singolo dettaglio, a differenza degli altri che si accontentavano di qualunque cosa, bella o brutta che fosse.
Io, invece, avevo intenzione di parlare quando mi accadeva qualcosa, ma dato che nessuno mi considerava, avevo cominciato a tenermi tutto dentro, come un povero agnellino in mezzo ad un branco di lupi. Avrei così tanta voglia di esprimermi apertamente, ma non accadde mai, se non con una sola persona, purtroppo.
L'altro giorno mi stavo quasi confessando con lui, e quella sera lo avrei incontrato nuovamente, ma in altre condizioni. Mi avrebbe ritrovata con tutta quella robaccia, e poteva pensare a qualunque cosa: che mi ero arresa e unita a tutte le troie che c'erano in giro, che non volevo più difenderlo.
Ma non sarà così, non sarà mai così.
Perché tutto si collegava sempre a lui?
Questa cosa doveva finire. Dovevo smetterla di pensare a Stefano senza un motivo valido. Soltanto perché avevamo molto in comune, non significava che eravamo destinati a stare insieme, e non lo volevo nemmeno.
O forse sì?

Non volevo nemmeno uscire di casa, ma alla fine mi diressi da mio fratello, che spalancò gli occhi alla mia vista.
Lo guardai interrogativa.
'Sto di merda, vero?' Gli chiesi, vedendolo incantato.
'Cosa? Oh, oh no, sei..' Si interruppe per ricomporsi un momento. 'Semplicemente stupenda'
Sorrisi alla sua falsa affermazione, ed anche per il suo imbarazzo nel dire quelle cose.
'Mi sa che questa sera mi toccherà farti da protettore'
'Ma taci, ti prego' lo supplicai.
Potevo dire di essere, uhm, leggermente ansiosa?
Non sapevo precisamente per cosa o per chi, ma era la prima volta che mi sentivo così, come una stupida ragazza alla sua prima cotta.
Ma una cotta per chi?
Ehm ehm.. Rifletti un po', Alice. Ci arriverai.
Tra me e Stefano non ci sarebbe mai stato nulla.
E allora perché lo ripeti sempre?
Perché ero così problematica?
'Ci sei?' Chiese Salvatore, vedendolo mentre aveva la mano appoggiata alla maniglia della porta d'ingresso.
Aveva detto qualcosa?
Non me ne accorsi, ero sempre con la testa da un'altra parte.
Però quella parte conduceva a Stefano.
'Andiamo' dissi, capendo poco dopo il motivo per cui era lì.
Aprì la porta ed uscimmo dall'abitazione. Girò le chiavi nella serratura e ci dirigemmo verso la sua auto.
'C'è una cosa che non ho capito' rivelai, sedendomi sul sedile accanto al suo.
'Cosa?' Chiese, accendendo il mezzo.
'Passi la serata con qualcuna?' Domandai, mentre usciva dal parcheggio per prendere la strada per la scuola.
'Ehm..' Si interruppe, insicuro. 'Ecco..' Un'altra pausa.
Perché si spaventava così tanto?
'Si, è..'
'La bionda?'
Spostò per qualche secondo lo sguardo su di me, ma poi lo rivolse nuovamente all'asfalto.
'Come..' Lo interruppi.
'Ricordati come sei tornato a casa, qualche settimana fa' gli ricordai, mentre lui si portò una mano alla fronte, diventando sempre più rosso.
'Non credevo che fossi così timido'
'Avevo assunto un certo carattere nei tuoi confronti, ma ora mi sto di nuovo addolcendo. Quanto posso essere coglione?'
Odiavo questa cosa che lui fingesse con me, l'avevo sempre odiata anche con gli altri.
Perché faceva così? Aveva capito che ero diversa dagli altri, e allora si comportava in altro modo? Che cazzo di senso aveva?
'Odio le persone che fingono' dissi fredda.
Sapevo che stavamo riallacciando i rapporti, ma ciò non significava che avrei perso la mia stronzaggine verso gli altri. Il mio odio verso tutti non sarebbe mai cambiato, nemmeno se mi avessero dato miliardi di euro.
Non ci riuscivo, era più forte di me.
Era il mio essere, e non l'avrei mai cambiato per qualcuno.
Non l'avrei fatto per nessuno.

My All. ||Stefano Lepri||Kde žijí příběhy. Začni objevovat