2.

3.2K 156 14
                                    

'Io vado' disse Salvatore, salutandoci rapidamente.
Gli feci un cenno del capo e se ne andò.
'È insopportabile tuo fratello' precisò Ludovica.
'Ma se lo ami' dissi sorridendo.
Lei arrossì e decise di lasciar perdere l'argomento.
'In che aula dobbiamo andare?' Chiesi disinteressata.
'Prima G, primo piano' disse mentre camminammo per la scuola.
Era un vero spettacolo, ma a causa della grande massa di persone all'interno dell'edificio, non si poteva notare quasi nulla.
Arrivammo davanti all'aula completamente deserta.
Almeno potemmo sederci nel fondo.
Dopo qualche secondo arrivarono altre persone, una mi colpii in particolare.
Un ragazzo.
Te pareva, Alice.
Oh, era l'unico di interessante.
Sembrava un ripetente, o forse lo era.
Beh, tanto non ci avrei mai parlato, come al solito.
'Come vi sembra la scuola?' Chiese un ragazzo nel banco davanti al nostro.
Non gli risposi.
Non ero minimamente interessata a parlare con uno sconosciuto.
Dalla sua domanda, intuii che fosse un ripetente.
'Interessante' rispose la ragazza accanto a me.
Come faceva a parlare con tutti e a stare con tutti? Non aveva il timore che le persone la usassero?
Beh, io si.
Ed era anche già successo.
Il ragazzo le sorrise, girandosi in avanti.
'Carino' disse con tono basso, per non farsi sentire da lui.
'Ma non lo conosci nemmeno' le feci notare.
'Sembra simpatico'
'Buongiorno ragazzi!' Disse una donna sulla soglia della porta.
Ci alzammo in piedi e la osservai.
Era una signora sulla cinquantina, abbastanza alta, mora e vestita anche in modo decente.
Almeno una prof di classe.
Ci sedemmo e cominciò a presentarsi. Non prestai molta attenzione al suo nome, ero concentrata sul modo con il quale relazionava con noi.
Disse che era una professoressa di italiano, ma dal suo linguaggio sembrava una di filosofia.
Beh, non male come prima professoressa.

Le ore proseguirono con le presentazioni dei vari professori delle varie discipline.
Una volta suonata la campanella che indicava la fine delle lezioni, tirai un sospiro di sollievo.
Presi la mia roba e mi precipitai fuori dalla porta assieme a Ludovica.
Mentre uscimmo, un ragazzo che andava di fretta mi spinse quasi a terra.
Non mi degnò di uno sguardo e andò dritto.
'Potresti almeno scusarti!' Gli gridai, mentre lui, con un gesto del braccio, mi mandò a fanculo.
Notai dopo che era quel ragazzo che mi aveva incuriosito in classe.
A pensarci, non era poi così necessario conoscerlo.
Uscimmo dall'edificio, aspettando Salvatore.
'Sta attenta a quel ragazzo' disse Ludovica.
'Eh?'
'Quello che ti è venuto addosso poco fa'
'Perché dovrei stare attenta a quello?' Chiesi, anche se avevo la certezza che non lo avrei mai frequentato.
'Lorenzo mi ha detto che è uno stronzo, non voglio che tu stia male per uno come quello'
'È solo un coglione che mi è venuto addosso, e poi chi è Lorenzo?'
'Mentre tu stavi con il cellulare in mano durante la lezione, io mi stavo scambiando dei bigliettini con quel ragazzo davanti a noi'
'Quindi adesso le amicizie si fanno tramite dei fottuti biglietti?'
'Mi ha chiesto di andare a pranzare con lui' disse, non badando alla mia domanda.
Sbuffai pesantemente.
Mi faceva innervosire il fatto che faceva amicizia in quel modo. Potevano sfotterla o deriderla, forse era esagerato, ma chissà che poteva fargli quello.
'Hai accettato?' Chiesi titubante.
'Si'
'Allora che cazzo ci fai qui?' Dissi sbraitando.
'Volevo soltanto farti compagnia'
'Ti faccio pena se resto da sola?'
'No, però..'
'Senti, fai come vuoi, ma se poi è un maniaco sessuale non dirmi che non ti avevo avvertito' mi arresi.
Mi stampò un bacio sulla guancia, anche se sapeva che mi dava fastidio quel tipo di contatto.
'Ti informerò' mi disse e se ne andò.
Accidenti, mi sentivo quasi in colpa di averla lasciata andare.
Però, sotto sotto, aveva l'aria di un bravo ragazzo quel Lorenzo.
Mi appoggiai alla macchina ed osservai i vari tipi di studenti universitari.
I soliti che parlavano con gli amici, chi fumava, chi tornava a casa in moto, chi con la macchina..
E poi c'era quel ragazzo della classe e che mi aveva quasi buttato a terra, da solo.
Era come se fosse avvolto nei suoi pensieri, come io ero avvolta nei miei.
Chissà cosa nascondeva.
Ma perché lo osservavo? E perché mi interessava così tanto?
Ehi Alice che fai, ti innamori?
Fanculo subconscio, tanto quello sarà ancora più incasinato di me.
Distolsi lo sguardo dal ragazzo per mandare un messaggio a Salvatore.
'Dove cazzo sei?'
Sempre delicata, Alice.
Sempre.
'Hai finito di fissarmi?' Disse qualcuno accanto a me, prendendomi alla sprovvista.
Ma come aveva fatto?
Dato che era davanti ai miei occhi, riuscii a notare molti particolari.
I capelli mori tinti di biondo, gli occhiali, un leggero strato di barba, un piercing bianco sul lobo dell'orecchio destro, uno nero sull'antitrago del sinistro e..
Quei fottuti occhi verde scuro.
'Io non fisso nessuno' dissi secca.
'Non fissarmi più' disse, in modo chiaro e preciso, come se stessi facendo qualcosa di sbagliato.
Che vada al diavolo.
'E tu non venirmi più accanto in questo modo improvviso'
Tirai fuori un pacchetto di sigarette, che lui mi prese di mano.
Il contatto tra le nostre mani provocò una specie di scossa elettrica che si espanse per tutto il mio braccio.
Cosa significava?
'Senti coso, ridammi le sigarette' lo guardai male.
Lui mi guardò come se fosse incantato.
Approfittai di quello sguardo per riprendermi il pacchetto.
Lo aprii prendendo una sigaretta, come fece lui, ma prendendola dal mio.
Ah, ma con comodo.
Ecco perché qualche istante prima si era impossessato del pacchetto.
Mi accorsi di non avere l'accendino, cercando invano nelle mie poche tasche.
'Vieni qua' disse il ragazzo, accendendo la sigaretta con il suo accendino.
Misi le mani intorno al fuoco, dato il vento improvviso di quella giornata.
Lui lo riportò in tasca.
Inspirai il fumo, che arrivò dritto ai miei polmoni.
Era così rilassante.
Se non fosse per la persona che si trovava accanto a me, sarebbe stato un bel momento di relax.
Mi guardò per qualche secondo e poi se ne andò.
Voleva solo una sigaretta? Che cazzo voleva da me? E perché era venuto proprio da me?
Beh, a quanto pare quel ragazzo era incomprensibile.
Oh ma guarda, mi ricorda una persona.
No, eravamo completamente diversi, a lui lo capiranno di più in confronto a me.
Se lo dici tu.
Forse.

Dopo mezz'ora Salvatore uscì dell'edificio.
'Quando vuoi rispondi ai messaggi' dissi.
'Scusami se stavo ascoltando la lezione' disse gesticolando.
'Come fai ad ascoltare sei ore di fila la stessa noia?
'Mi concentro' disse, mentre entrammo nell'auto.
'Mi porteresti nel solito posto?' Gli chiesi, quasi implorandolo.
Ci mise un po' per capire dove, ma alla fine annuì con la testa.
'Stai bene?' Disse, cercando di sembrare preoccupato, o forse lo era.
'Si' dissi, aspettando che partisse.
Mise in moto e partimmo.
Avevo bisogno di stare da sola.
Era da 5 anni che avevo bisogno di stare da sola, ed andavo sempre nel solito posto.
Non amavo la solitudine, ma mi permetteva di riflettere un po' su di me, sulle persone che mi stavano intorno, e su come avrei affrontato vari tipi di problemi.
D'altronde, ero confusa dall'atteggiamento di quel ragazzo.
Forse il mio subconscio aveva ragione, potremmo essere uguali.
No, nessuno poteva essere più incasinato o incasinata di me.
Non ne andavo fiera, ma era così la realtà, cosa potevo farci?
Eppure ricordai di quel piccolo contatto, quando mi prese il pacchetto dalla mano.
Perché quella sensazione?
Cosa mi stava succedendo?

My All. ||Stefano Lepri||Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang