9.

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'Come ti sembra questo, invece?' mi chiese Ludovica, riferendosi al centesimo abito che si stava provando da quando entrammo in quel negozio.
'Ti ripeto che non mi intendo di vestiti' le comunicai, ormai stanca della sua solita domanda e della mia solita risposta.
Avevo altri pensieri per la mente.
'Potresti almeno far finta che ti importi qualcosa' rispose, quasi gridandomi in faccia.
'Sai come sono fatta, e sai cosa penso di questo posto' dissi, roteando un dito, facendo riferimento al posto circoscritto in cui ci trovavamo.
Sbuffò e tornò nuovamente nel camerino, indossando un altro dei tanti vestiti che aveva scelto.

Ormai eravamo lì da ore, lo potevo notare dagli sguardi fulminanti della cassiera.
Il problema sarebbe cominciato quando avrei dovuto scegliere l'abito. Potevo evitare di indossarlo, ma purtroppo dovevo molto a Ludovica, quindi avrei dovuto assecondarla.
Avrei indossato un jeans e una felpa, ma non voleva.
Voleva rendermi una delle tante.
Odiavo ogni cosa che sembrasse carina, a partire dagli orrendi vestiti che ero costretta a vedere, dato lo spazio in cui mi trovavo.
Non sapevo nemmeno se mio fratello sarebbe venuto a quello stupido ballo, e con chi sarebbe venuto, anche se avevo una mezza idea che invitasse la bionda dell'altro giorno. Di sicuro non sarei durata a lungo, durante la festa, ed avrei avuto bisogno di un passaggio rapido per tornare a casa e soltanto lui poteva darmelo, nonostante non ci parlassi per tutto il giorno, se non in casi rari.
'Quando hai intenzione di provarti qualcosa?' Mi chiese dal camerino.
E io che pensavo che se ne sarebbe dimenticata.
'Quando avrai deciso, vedrò per me' le risposi.
Tolse per l'ennesima volta la tenda dal piccolo spazio rettangolare in cui era, per mostrare un altro degli abiti che aveva scelto, mostrandolo sia a me che allo specchio di fronte a lei.
'Penso che prenderò questo' disse, roteando su se stessa per ampliare la gonna.
Mi limitai ad un cenno del capo.
'I tuoi consigli sono sempre d'aiuto' disse acidamente.
'Grazie' risposi, con il suo stesso tono.
'Possiamo andarcene ora?' Le chiesi, cercando di essere il più dolce e gentile possibile.
'Ti piacerebbe' mi sorrise. 'Dobbiamo vedere cosa indosserai' disse, ricoprendo lo spazio con la tenda per potersi svestire.
Cazzo, cosa mi farà indossare?

Decisi di farmi un giro per vedere se ci fosse qualcosa di interessante, mentre lei riposava tutti i vestiti che aveva preso nei loro posti iniziali.
Abiti che arrivavano sotto o sopra il ginocchio, abbinati a terribili e fastidiose scarpe col tacco dello stesso colore, alcuni abbinati anche con calze sottili..
Che orrore.
Ma il mio pensiero non era rivolto all'abito, era rivolto a lui, ancora a lui.
Stefano.
Mi chiedevo se sapesse del ballo e se avesse invitato qualcuna, anche perché non ci sarei andata se non fosse stato per Ludovica.
Forse a lui piacevano questo genere di feste, amava divertirsi come gli altri.
Alice, ma chi vuoi prendere in giro.
Oh, fanculo.
Stefano non amava assolutamente quel genere di cose, potevo intuirlo, e questo fu solo un altro dei mille punti in comune.
Una persona, che non avevi mai visto in tutta la tua vita, poteva avere così tanti punti in comune con un'altra sconosciuta?

Mi soffermai su un vestito che arrivava sopra al ginocchio, verde acqua con un cinturino nero.
Mi sembrava il più semplice, ed era così.
Inoltre, spuntava una collana non molto ingombrante, ricoperta di perle d'oro e d'argento.
Toccandolo, potei constatare la morbidezza del tessuto.
Chissà se sarebbe piaciuto al moro.
Come mai ti interessa così tanto, Alice?
'Forse dovresti smetterla di pensare a lui' disse Ludovica, prendendomi alla sprovvista.
Non stavo pensando a lui, come aveva dedotto una cosa del genere?
No, lo stavi semplicemente immaginando.
'Non so a cosa ti riferisci' dissi, alzando le spalle continuando a tenere lo sguardo sull'abito.
'Oh, sì che lo sai' rispose, dandomi una leggera gomitata.
'Stefano il coglione ti piace, da quel che vedo'
Alzai i miei occhi infuocati dal vestito, per incontrare il suo sguardo.
'Non ti azzardare a dire un'altra cosa del genere su di lui' la minacciai, puntandole un dito contro.
Forse, avevo usato un tono di voce leggermente alto, dato che i clienti si girarono verso di me, guardandomi male.
Presi il vestito e mi diressi verso il camerino, chiudendo la tenda una volta dentro.
Mi appoggiai al muro, con l'abito stretto tra le mie mani.
Perché mi ero agitata per quella affermazione? Cosa mi stava accadendo? Perché se dicevano qualcosa di offensivo su di lui, mi infastidiva così tanto?
Quanto avrei voluto fumarmi una sigaretta, se non mi trovassi lì.
Eppure, sentivo il bisogno di fumare con lui.
Da quando tutte le mie azioni dovevano essere accompagnate da quel ragazzo?
Diamine, perché era diventato il mio unico punto di riferimento?
Se non fosse stato per le persone che mi guardavano, avrei messo le mani addosso a Ludovica.
Sarebbe stato per puro istinto, invece sono riuscita a trattenermi.
Purtroppo, avevo il terribile dispiacere di avere lo specchio di fronte a me.
Notai una ragazza distrutta, una ragazza che non sapeva come andare avanti, una ragazza che non sapeva a chi confidarsi.
Una ragazza abbandonata da tutti.

My All. ||Stefano Lepri||حيث تعيش القصص. اكتشف الآن