XIX

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La scena che mi ritrovai di fronte non me la sarei mai aspettata. Era l'ultima persona che avrei pensato di vedere qui dentro. Ma soprattutto non credevo fosse capace di fare una cosa...del genere.
Davanti a me c'è Matteo con il coltello in mano, sporco di sangue che cola sul tappeto, sopra al quale c'è Giorgio steso a terra, con una ferita sul fianco. Quando Matteo mi vede, impallidisce e si blocca.
Mi lancio di fianco a Murry, che ha gli occhi chiusi. Mi faccio prendere dal panico, gli stringo il polso e il suo cuore batte, anche se in modo irregolare. Un minimo sollevata, digito il 118 e gli do l'indirizzo, poi quando appendo Matteo inizia a spiegare, balbettando qualcosa: "S-Sara non è come...come sembra! Io non ho..."
Lo interrompo bruscamente.
Io: "vattene"
Matteo: "ma Sara io..."
Io: "vattene!", dico alzando ancora di più la voce.
Matteo: "ma..."
Io: "ho detto vattene porco due! Non ti voglio più vedere!", urlo con tutta la forza che ho in corpo prima di mettermi a piangere. Lui però rimane fermo dove si trova, con la bocca spalancata, senza più scuse. Un odio profondo per quel ragazzo che pensavo fosse l'amore della mia vita si fa strada dentro di me. Non gli do retta. Non ho voglia di ascoltare le sue stupide motivazioni, non so nemmeno cosa sta cercando di dirmi ora, penso solo a Giorgio e alla sua salute. Non voglio che muoia. Al solo pensiero il mio cuore manca di un battito e per tranquillizzarmi lo sollevo leggermente e lo abbraccio. Un secondo dopo entrano in fretta due uomini, che lo sollevano di peso e lo mettono sulla barella. Uno di loro, prima di portarlo via, mi chiede: "è lei che ci ha chiamato?"
Io annuisco. Sto tremando dalla paura.
X: "e lui chi è?", domanda indicando Matteo.
Io: "è un c******e. Adesso muoviamoci la prego"
Detto questo, l'uomo aiuta il collega ed insieme portano la barella giù per le scale. Io li seguo, senza curarmi di quel tipo che ho lasciato in camera. Mentre scendo, vedo mia madre che sale. La incrocio.
Mamma: "oddio Sara quello è Giorgio? Cos'è successo?", chiede preoccupatissima, dopo avermi visto piangere.
Io: "poi ti spiego ora devo andare"
Lascio pure lei allibita sulle scale, e arrivo appena in tempo in strada. Stanno caricando Giorgio sull'ambulanza. Mi avvicino e provo a salire, ma un terzo uomo mi blocca dicendomi: "eh no, tu resti qui. È urgente e dobbiamo andare subito"
Io, tra le lacrime mi oppongo, ma non mi ascolta. Mi spinge via e in fretta e furia sale sul veicolo, accende le sirene e se ne va, lasciandomi sul marciapiede a fissarlo mentre si porta via uno dei miei amici. Oppure non è un mio amico? Mi ha fatto lui tutte quelle minacce. Oppure è stato Matteo? Tutto ciò non ha senso. So solo che adesso non sono dove dovrei essere. Mi sento persa, insignificante, non so cosa devo fare ne dove andare.

s7ormy || Dreaming of {illuminati crew} [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now