Quando risaliamo in camera dopo la colazione comincio a frugare nel trolley.
-Che fai?– chiede Alessandra incuriosita.
-Inizio a vedere cosa posso mettere per il concerto.
-Ma è stasera!– si affloscia sulla sedia a dondolo disperata.
-Sì, lo so, ma devi tenere in conto che dobbiamo essere lì molto prima se vogliamo scegliere la visuale migliore e poi sai come sono fatta, ci metto tantissimo tempo per prepararmi. Verrà gente da tutto il mondo, hai sentito il tassista? Sono stimate più di 70.000 persone e noi ne facciamo parte!
Dopo che ho cercato di non disfare completamente tutto, ci rinuncio e capovolgo il trolley sul letto.
-Allora dolcezza, cosa hai intenzione di mettere per il concerto? Ti vedo indecisa…- dice passandosi la lingua sui denti.
–Mmh… infatti non saprei. C’è così tanta roba, tra quella comprata e quella portata da casa, che non ho idea di cosa mettere!
Affondo ancora una volta le mani nei panni e li rigiro sottosopra. Se solo mia madre vedesse il disastro che sto combinando… già sento le urla e la disperazione per le maglie che si spiegazzano.
-Okay, non ti preoccupare, ci penso io.
Mi fa l’occhiolino e accompagna il gesto schioccando le dita.
–Tu vieni con me.
Mi afferra il braccio e mi trascina fuori dalla stanza, giù per le scale.
-Hey!– cerco di divincolarmi. –Cosa hai intenzione di fare?!-
Ma mi ha già spinto fuori e chiuso la porta.
Mi siedo su una poltrona libera dalle bambole di porcellana, accanto a nonna Hilary, e cominciamo a chiacchierare. Più parliamo e più mi viene da pensare “Che forza questa vecchietta! Ha lo spirito di una sedicenne nel corpo di un’ottantenne” e di colpo capisco Alessandra da chi ha ereditato tutta questa forza d’animo.
Dopo circa cinque strazianti minuti la porta si riapre. Faccio tutte le scale di corsa.
–Ci scommetti che ti piacerà?– mi sorride lei sulla porta.
Non rispondo ed entro lentamente. Adagiati sul letto ci sono: una T-Shirt bianca con sopra una bellissima stampa di Michael, un giacchetto di pelle nero sportivo, una collana con la foto di Michael e jeans attillati che cadono dritti dentro una paio di stivaletti bassi, senza tacco. Sgrano gli occhi incredula.
–Mio Dio, è stupendo!!! Grazie Ale, sei fantastica.
Lei si passa le unghie sul maglione e se le guarda ridendo, come per dire “Modestamente… ci so fare”.
Dopo neanche un minuto nonna Hilary irrompe nella stanza con un raggiante sorriso.
–Come va ragazze? Agitate? Uuh, ma che splendore!– esclama osservandoci.
-Beh, Claudia non è agitata… diciamo che è solo un tantino nel panico e non capisce più nulla, ma è tutto normale– mi guarda e ride, mentre io sfrego i palmi sudati sui pantaloni e mi sciacquo il viso in bagno nonostante faccia molto freddo.
Mi vesto, passo la piastra ai capelli, metto un filo di fard e il mascara e sono pronta, ma Alessandra rimane circa mezz’oretta davanti allo specchio. Guardo l’orologio impaziente. Non sono mai stata una di quelle ragazze che passano ore a curare il proprio aspetto coprendo anche i minimi difetti, con la convinzione che chi mi apprezza mi accetta per quello che sono realmente e non per la maschera creata con il trucco. E’ tutto pronto, tutto perfetto, ma per rendere possibile il mio sogno che si sta realizzando mano a mano sotto ai miei occhi, bisogna che venga stasera e che il concerto inizi.
-E ora?– chiedo sedendomi sul letto –Io non sto più nella pelle!
-E ora vado a preparare il pranzo– aggiunge la nonna con un sorriso beffardo.
-Aspetta nonna!– la raggiungo sulle scale.
Ormai anche io la chiamo così. Grazie al suo carattere sempre dolce e disponibile abbiamo instaurato un bellissimo rapporto.
–Volevo dirti mille volte grazie. Questo concerto è la cosa più importante della mia vita. Alessandra è molto fortunata ad avere una nonna come te.

Cari mamma e papà,
come promesso ecco la lettera. In questi giorni mi sto divertendo tantissimo. Appena siamo arrivate eravamo abbastanza spaesate (finalmente mi rendo conto di quanto sia difficile leggere una cartina!). Per arrivare alla casa della nonna di Alessandra, la signora Hilary Collins, abbiamo chiamato un taxi e un signore gentilissimo ci ha portato sulla strada giusta senza sapere l’indirizzo esatto. Gli ho semplicemente fatto vedere la cartina. Inoltre, mi ha dato un biglietto da visita dell’hotel dove alloggerà Michael!!! Era un fan anche lui, vi rendete conto? Non vi immaginate neanche la mia gioia quando me l’ha dato! La nonna è molto dolce e gioviale (sapete che i suoi abbracci sanno di lavanda?). In questi giorni abbiamo fatto un giro in centro e abbiamo comprato tante cose fantastiche! Quando ci siamo fermate ad un bar abbiamo chiesto un succo e la barista ci ha elencato TUTTI  i gusti che avevano! Qui vanno tutti di fretta, ma sono estremamente gentili, a parere mio si preoccupano anche troppo… Lo sapevate che qui il clima cambia da un minuto all’altro? Proprio il primo giorno in cui siamo arrivate siamo andate al Big Ben e al Tower Bridge, ma il momento più bello è stato quando Alessandra mi ha portata per la prima volta al Wembley Stadium e Michael stava facendo le prove! La sua voce si diffonde ogni giorno per tutta Londra e per quattro notti mi sono addormentata sul davanzale della finestra con la sua dolce voce. Abbiamo beccato un acquazzone tremendo (proprio il giorno in cui siamo andate allo stadio, volevo morire!!!) e ora usciamo sempre con l’ombrello!. L’atmosfera sembra così surreale, carica di magia, e non sto più nella pelle: è questione di qualche ora e anche io sarò un puntino in mezzo ad altri migliaia e griderò il suo nome. Non ci voglio credere! AAAAAAH! Il mio sogno si sta per realizzare! Vi prometto che farò tante bellissime foto. Ultima cosa: mamma i biscotti erano buonissimi!!!
E voi che mi dite? Come va a casa? Ricordatevi di trattare bene i miei cd, le riviste, i libri di Michael e tutto il resto ahahah… Mi mancate tanto! Vi voglio un mondo di bene.
Claudia

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