Capitolo 16

72 13 27
                                    

<<Amber? Tesorino, svegliati!>>

Una dolce voce femminile sconvolge il silenzio che è piombato nella testa di Amber.

<<Su piccola, oggi è il grande giorno!>> continua la voce.

È un sogno. O meglio, un ricordo. Amber sta dormendo, sente la voce ma non vede nessuno. Si corruccia. È ancora piccola, ha probabilmente sette anni.

Qualcuno la scuote. <<Dai Amber, muoviti!>>

Apre gli occhi. Viene accecata dalla luce di una torcia che qualcuno le punta in faccia.

<<Ciao dormigliona, pronta per il tuo primo giorno nella nuova scuola?>> chiede un uomo.

<<Sì zio!>> esclama la bambina. Il sonno le è passato in un lampo.

L'Amber sedicenne sa per quale motivo cerca una nuova scuola. C'è la Guerra, è scappata con i suoi genitori a casa degli zii. Durante lo spostamento ha perso il padre e la madre è morta in ospedale. Ora abita in una cittadina di campagna vicino a New Orleans con la zia Beth e lo zio Ralph.

<<Zio, ma ci sono ancora tutti i miei amici?>> chiede la bambina, per qualche motivo.

È la donna a risponderle. <<Penso di sì, ma se fai l'appello magari posso essere più precisa.>>

Amber annuisce, conta qualcosa sulle dita delle mani e alza gli occhi al cielo, quasi volesse recitare una preghiera. <<Allora, sono... Ryan, Callum, Georgia e la sorellina mini-piccola di Ryan. Ci sono ancora tutti?>> chiede di nuovo.

<<Tutti quanti.>> rispondono gli zii all'unisono.

La bambina batte le mani e si affretta a vestirsi. Recupera uno zainetto luccicante e scende le scale di corsa fiondandosi in cucina. Ingerisce il latte rischiando di soffocare, mangia un biscotto ed esce dalla porta. Si infila rapidamente il cappotto e saltella sul posto.

<<Andiamo, andiamo!>> ripete gioiosa.

Gli zii la raggiungono sorridendo e le aprono la porta d'ingresso. Amber inizia a correre giù per le scale del condominio, quando un'anziana signora la chiama. <<Piccolina, vieni da nonna Rose.>> La bambina conosce questa voce e le volta le spalle. <<Gli zii dicono che non devo parlarti, ti saluto.>> dice.

Le fa un inchino da principessa come ha visto nei cartoni e continua per la sua strada a testa alta, ma la vecchietta la chiama di nuovo. Questa volta Amber non le risponde proprio e la signora le urla qualcosa che capisce dopo poco. <<Ti proporrò al test, vedrai! La pagherete, tu e i tuoi amichetti.>>

Amber si svegliò. Aveva un forte mal di testa e non riusciva a capire in che luogo si trovasse. Tutto intorno a lei era scuro e nonostante avesse strizzato gli occhi più volte la sua vista non riusciva ad abituarsi all'oscurità.

Barcollando, si alzò e cercò una parete contro la quale appoggiarsi. Si spostò all'indietro di qualche metro e finalmente toccò una superficie ruvida e fredda. Iniziò a tastarla alla ricerca di un interruttore per la luce. Nulla.

Scivolò contro la parete fino a toccare terra con il sedere, raccolse le ginocchia al petto e vi appoggiò la testa. Ripensò a ciò che era accaduto e si ricordò di Jakob. Iniziò a chiamarlo e la paura l'assalì. Si trovava al buio, chissà dove, dopo aver subito una caduta da cavallo assieme ad un ragazzo ora scomparso che –per quanto ne sapeva- avrebbe anche potuto essere morto.

Lo chiamò di nuovo e fortunatamente questa volta dei borbottii sommessi attirarono la sua attenzione. Si alzò e corse nella direzione da cui provenivano, inciampando su qualcosa.

ESCAPE- RunDonde viven las historias. Descúbrelo ahora