Capitolo 41

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Buio e silenzio. Solo buio e silenzio per quelli che ad Amber parvero giorni.

Non riusciva a ricordare, a sentire o a vedere. Era morta?

No, altrimenti non sarebbe riuscita a pensare come stava facendo. Però doveva avere qualcosa di grave. Si sentiva ancora scottare e aveva un male allucinante alla spalla sinistra.

"Ben mi ha sparato alla spalla sinistra." pensò "Ma io sono più bassa di Ryan, quindi non mirava alla sua spalla. Quell'infame mirava al cuore! Un colpo solo, come Tessie."

"Amber!" le rimbombò nella testa "Allora sei viva! Devo chiamare tutti gli altri! Non sai quanto stavo in pensiero. Vuoi bere qualcosa? Per favore, apri gli occhi!"

La ragazza si sforzò di aprire gli occhi e, anche se molto lentamente, ci riuscì. Si guardò intorno, ma tutto sembrava girare e non riuscì a capire dove si trovasse. L'unica cosa certa era che era coricata su qualcosa di morbido in un ambiente poco illuminato.

Respirò a fondo diverse volte e cercò di tirarsi a sedere senza far forza sulla spalla. Al primo tentativo cadde, ma poi ci riuscì.

Lucas la raggiunse accompagnato da Shadow. Entrambi sembravano euforici.

<<Mamma mia, mi hai fatto preoccupare! Che ti è saltato in mente? Fa male la spalla? Ti ho portato un po' d'acqua, bevi.>> disse suo fratello d'un fiato porgendole un bicchiere.

La osservò bere, poi riprese. <<Intanto Callum lo ha fatto secco Ben. Per quanto riguarda te, Eliz ha notato che il polso batteva ancora, piano, piano, piano. Ha detto che forse non era tutto perduto e ha fatto qualche medicazione, poi ti ha portata nella camera degli zii, l'unica senza portefinestre dalle quali sarebbe entrata la luce. Siamo stati tutti in pensiero per ore e ore e ore!>>
<<Ryan sta bene?>> riuscì a chiedere Amber. Il foro del proiettile non distava molto dal collo e parlare le faceva male.

Lucas annuì. <<Fisicamente sì, emotivamente non saprei. È precipitato tipo in un fosso di disperazione. Non ha toccato cibo o bevuto da quando gli sei caduta addosso. Non parla nemmeno, io non so che approccio usare. Vuoi che lo chiamo? No, anzi, non rispondere. Vado.>> Sorrise e con un fischio Shadow lo seguì.

Passarono poco più di trenta secondi prima che Ryan entrasse nella camera. La luce era poca, ma Amber riuscì chiaramente a vederlo in volto. Aveva gli occhi arrossati, però sorrideva.

Si sedette accanto a lei e una lacrima gli passò accanto alla cicatrice.

<<Io... Tu... Mi hai fatto prendere un infarto! Mai più, capito? Mai più!>> Si trattenne dall'abbracciarla notando la spalla. <<Ho passato un inferno! Ho temuto davvero di perderti, non mi piacciono questi scherzi!>>

Amber gli asciugò delicatamente una lacrima dal viso e sorrise. Non aveva ancora ripensamenti su ciò che aveva fatto, anzi, ora era convinta di aver fatto la cosa giusta.

Ryan le prese una mano tra le sue. <<Tutto passato, giusto? Non ci pensiamo più?>>

Analizziamo la situazione. Erano a trenta centimetri l'uno dall'altra. Lui visibilmente sollevato di vederla sveglia. La stanza era buia, filtrava qualche raggio di luce appena attraverso le tapparelle.
Solo loro due.
Situazione da bacio.
Situazione ideale per il primo bacio.
A mancare era solo il coraggio, o quantomeno, ad Amber mancava. C'era da notare che non aveva ancora recuperato la memoria, e questo la faceva sentire a disagio. Nella peggiore delle ipotesi avrebbero potuto perfino essere imparentati, e a quel punto sarebbe stato davvero strano.
Si chiese se ne valesse veramente la pena, e decretato che non voleva altro da mesi, cercò di tirarsi con il busto eretto, catturando lo sguardo di Ryan.

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