Capitolo 3

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Toby alzò un sopracciglio. <<Perché "ran"?>> chiese.

Quasi attivati dalla voce del piccolo, si sentirono una serie di tonfi sordi e rumori metallici in lontananza, sempre più forti e fastidiosi.

Tessie prese per mano il bambino e urlò a tutti di correre. Lei stessa si aggrappò alla tozza mano di Callum per evitare di restare indietro.

Amber era paralizzata per la paura. Rimase in silenzio, la bocca spalancata e gli occhi sbarrati: qualcosa di enorme e robotico si stava avvicinando ai ragazzi ad una discreta velocità, distruggendo tutto ciò che gli intralciava il passaggio.

Ryan stava già correndo via con gli altri, quando si accorse della mancanza della ragazza.

<<Amber!>> urlò lui <<Amber, corri! Scappa!>>

La ragazza parve non sentirlo e non si mosse di un millimetro mentre il gigante metallico la raggiungeva. Non si sentiva più padrona di se stessa, era come se le sue gambe avessero piantato le radici nel terreno del parco e non si volessero spostare. Chiuse gli occhi e aspettò il peggio.

Proprio mentre il mostro la stava per afferrare, si sentì prendere per le braccia e qualcuno la strattonò via.

Aprì gli occhi e si sentì sollevata nel vedere Callum e Ryan che la stavano trascinando in salvo.

<<Mi hai fatto prendere un bel colpo, sai?>> le disse Ryan annaspando per prendere fiato <<Comunque, mi pare che tu abbia due gambe con cui potresti correre... Non per dire, ma ci stai rallentando.>> commentò poi.

La ragazza se ne rese conto in fretta e iniziò a scalciare per farsi mollare dai due soccorritori. Callum accelerò la corsa e si allontanò, lasciandola in mano a Ryan. Anche il ragazzo ritirò le mani facendo cadere Amber di sedere.

Lei si girò e fulminò il suo amico con lo sguardo, anche se lasciava trapelare una punta di divertimento. Si alzò in piedi e lo raggiunse.

<<Grazie per prima.>> sussurrò, come se non volesse ammettere che aveva avuto bisogno di essere salvata. Non le piaceva fare la parte della principessa in pericolo.

Ryan si voltò verso di lei e sorrise, poi il suo sguardo cadde su qualcos'altro. <<Ehm, abbiamo seminato il gigante, però ringraziami anche per ciò che sto per fare...>> le disse balbettando.

Amber si girò a guardare nella sua stessa direzione e in una frazione di secondo capì cosa lo stava preoccupando: uno sciame di vespe robotiche giganti li stava per raggiungere. Meno azione per la prima ora da svegli? No, eh?

Ryan cambiò bruscamente strada e si trascinò dietro l'amica. Per un attimo alla ragazza venne l'impulso di bloccarsi, ma lottò contro quest'istinto e seguì le indicazioni che il suo compagno le dava tra un respiro e l'altro.

<<Ok... Continua a correre, poi... quando te lo dico io... giù la testa... Capito?>> chiese lui annaspando.

Amber annuì. Le vespe stavano loro alle calcagna, pronte ad assalirli da un momento all'altro.

Nel frattempo erano usciti dal paese e si addentravano nel bosco. Il terreno irregolare li ostacolò a lungo e Amber rischiò di sbattere contro i rami più bassi una decina di volte. Si ricordò in qualche modo di una casa sull'albero, il posto perfetto da usare come rifugio.

Mentre rifletteva sulla strada per raggiungerla, sentì Ryan appoggiarle una mano sulla spalla.

<<Ci sei Amber?>> chiese lui con il fiato corto <<Al mio tre. Uno... Due... Tre! Giù la testa!>>

ESCAPE- RunWhere stories live. Discover now