Capitolo 17

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Amber alzò la testa di scatto, picchiando contro la colonna. Che fosse un segno? Forse indicava che non doveva fidarsi di Jakob?

<<Ragazzina! Ti sei fatta male?>> chiese il vecchietto piegandosi verso di lei.

La rossa si passò una mano sulla nuca rispondendo distrattamente. <<Sì, cioè, non molto. Da quanto è là dentro Eliz?>> domandò.

<<Più o meno due minuti. Sei in ansia, vero?>> chiese il signore sorridendole.

Amber non poté fare a meno che dargli retta. Per qualche motivo teneva a Jakob e non sapeva come avrebbe reagito ad una cattiva notizia.

Improvvisamente un urlo squarciò l'aria e lei scattò in piedi.

<<Cos'è stato?>> domandò, senza rivolgersi effettivamente all'anziano.

<<Sembra che qualcuno si sia fatto davvero molto male!>> esclamò il signore <<E penso che non sia Eliz...>>

A quelle parole Amber si sentì male e iniziò ad agitarsi.

<<Questo è Jake, di sicuro! Ha bisogno di aiuto, devo entrare!>> balbettò.

Il vecchietto la prese per la spalla con il bastone. <<Eliz è veterinaria, so che qui ha a che fare con una persona ma la differenza è davvero minima. Non bisogna preoccuparsi, sa che cosa fa.>>

Amber cercò di calmarsi, ma dentro di lei c'era qualcosa che la spingeva ad entrare nella stanza per controllare.

Respirò a fondo un paio di volte e si sedette di nuovo a terra. Appoggiò il mento sul petto e rimase a fissare il vuoto. Un altro urlo, questa volta più forte. Non riusciva più a controllarsi, sarebbe scoppiata da un momento all'altro.

<<Vuoi andare dal cavallo?>> chiese l'anziano, evidentemente per distrarla.

Amber si sentì sollevata, inspiegabilmente. <<Sì, per favore. Dov'è?>> chiese in fretta.

Il signore sorrise. <<Ti accompagno.>> le rispose <<Vieni, è a poco da qua.>>

La ragazza si alzò in piedi e cercò di restare calma mentre Jakob urlava un'altra volta. Una lacrima le sfuggì dall'occhio e strinse la mano al vecchietto. Stava lasciando il suo amico morente in mano ad una veterinaria conosciuta da pochi minuti. Il senso di colpa l'assalì.

Raggiunsero la stalla dopo cinque minuti. Distava davvero poco dalla cascina del vecchietto: avevano attraversato l'intero cortile, affiancando la casa in cui viveva, sbucando su una strada sterrata che finiva davanti all'enorme costruzione in cui teneva gli animali.

Amber scorse subito il mustang nero di Jakob e anche l'animale si accorse di lei, così le galoppò incontro. Era visibilmente turbato anche lui.

La ragazza gli saltò in groppa e si coricò, accarezzandogli la parte anteriore del corpo. Parte del mantello, specialmente sul muso, era incrostata di sangue. Gli occhi vitrei mostravano la sua preoccupazione.

<<Stai calmo.>> gli sussurrò la ragazza <<Jake sta bene...>>

Mentiva e si odiò per questo. Era però la cosa migliore da fare.

L'anziano signore si avvicinò a Mistral e gli accarezzò il muso. <<Ti meriteresti una medaglia!>> esclamò.

<<Lui?>> chiese Amber <<Perché?>>

Il vecchietto sorrise mostrando la dentatura incompleta. <<Io stavo zappando nell'orto ed Eliz era qua con gli animali, quando arriva questa bestia stupenda agitatissima. Avendo il muso sporco di sangue io e mia nipote ci siamo preoccupati e lo abbiamo seguito fin sulla strada principale. Lì abbiamo visto te e il ragazzo e, fidati, eravate davvero malridotti! Eliz ha preso la carriola e vi abbiamo portati nella camera oscura, la stanza dove di solito mia nipote si rintana per sviluppare le fotografie, alla vecchia maniera. Non avevamo idea di quanto tempo aveste passato sotto al sole, con tutti i tagli e le ferite che avevate abbiamo pensato che lasciarvi in quella fredda camera fosse la cosa migliore. Devi ringraziare quella bestia se non siete morti dissanguati!>> le rispose, mimando ogni azione.

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