Capitolo 12

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<<Ryan! Cosa fai? Chi è quella persona?>> chiese Amber spaventata.

<<Non ne ho idea...>> rispose Ryan <<Però non sembra malvagia.>>

Amber svincolò la mano dalla presa e si bloccò.

<<Nemmeno la base B ti sembrava malvagia, eppure lì sono morte due ragazze!>> Era furiosa e non si spiegava come facesse il suo amico ad essere così ingenuo.

Lo sentì fermarsi e tirare su con il naso.

Tutta la rabbia di Amber si dissolse. <<Scusa! Non volevo fare cenno a tua sorella...>> mormorò.

Si diede una pacca sulla fronte. "Parli troppo Amber!" si disse. Iniziò a muovere a destra e sinistra il bastone e quando colpì qualcosa di relativamente morbido si fermò.

<<Ahia!>> si lamentò Ryan <<È almeno la quarta volta che mi colpisci la gamba, ormai sono pieno di lividi!>> fece una pausa <<E comunque ti sarei grato se non parlassi più di nulla riferito alla base B. Ci siamo capiti?>>

Amber annuì immediatamente e gli prese di nuovo la mano. Camminarono per qualche metro, svoltarono a destra, salirono una rampa di scale, si fermarono.

<<C'è di nuovo la ragazza?>> domandò lei.

Ryan attese a risponderle. Mosse ancora qualche passo e si accostò al muro.

<<Cosa stai combinando?!>> chiese Amber. Iniziò ad agitare il bastone davanti a sé ma il ragazzo la fermò.

<<Cosa stai combinando tu! Resta immobile e non fiatare.>> le sussurrò. Strisciando contro il muro percorsero altri metri.

Finalmente Amber udì nuovamente la voce femminile. <<Benissimo, la ragazza dormirà qui con me, tu andrai nella stanza qui accanto. Appena domattina il gallo canterà vi dovrete alzare, se non lo sarete già. Avrete una giornata impegnativa, ve lo garantisco. Ora lasciatevi, buonanotte!>> spiegò la persona misteriosa.

Le dita di Ryan scivolarono lungo tutta la mano di Amber, finché, raggiunta la punta, non si staccarono. <<Non mi morire, capito?>> fu il suo saluto.

Una mano fredda e ossuta prese Amber delicatamente per il polso. <<Di me ti puoi fidare, garantito. Mi chiamo Layla e la mia storia è troppo lunga per raccontartela stasera. Tra l'altro, sei cieca?>> chiese la ragazza misteriosa.

Amber annuì e Layla riprese. <<Ho capito. Colpa di un fucile a flash, presumo... Forse c'è una speranza che tu riesca a tornare a vedere. Hai bisogno di lavarti? Mia cara, ti dirò che sei conciata peggio di un muratore... Ti accompagno al bagno e ti darò dei vestiti puliti, va bene? Dopodiché improvviserò una cena per te.>>

La voce era calma e in qualche modo rassicurante, dolce, e fece sentire Amber molto a suo agio.

<<Va bene.>> le rispose la rossa.

Dopo circa mezz'ora si sentì rinata. Si era lavata due volte da testa a piedi, aveva indossato dei vestiti che, secondo la descrizione di Layla, erano identici a quelli che aveva portato fino a quel momento e si era seduta su un morbidissimo materasso sotto due leggere coperte. Aveva mangiato a sazietà e si era fatta descrivere il luogo dall'altra ragazza, che aveva però fornito informazioni vaghe e insufficienti a farle immaginare la stanza.

<<Cos'è un fucile a flash?>> chiese infine a Layla.

L'altra ragazza non le rispose. <<Fa parte della mia storia, domani lo saprai. Ora mi prometti che andrai a dormire? È tardissimo e domani ci dovremo alzare presto.>> spiegò.

ESCAPE- RunDonde viven las historias. Descúbrelo ahora