Mrs. Smith assunse una postura rigida puntando con il suo braccio destro la porta della classe. "Fuori." Disse con tono rigido.

"Aww, già? Ho fatto di tutto per presentarmi qui in ritardo e lei mi sbatte fuori?" Risposi con tono triste ma allo stesso tempo sarcastico.

"Ho detto fuori!" Urlò.

Raccolsi la mia roba, avviandomi verso l'uscita della classe facendo un ultimo cenno alla professoressa.

Arrivai davanti l'ufficio del preside sedendomi in una delle sedie davanti ad esso. Misi le cuffie nelle mie orecchie chiudendo gli occhi. Era tutta una routine questa per me. Ho ricevuto punizioni per qualsiasi cosa. Per non aver indossato i vestiti adatti, per aver portato liquore nel mio zaino in una bottiglietta per l'acqua. Non sono mai stata espulsa o sospesa, sono solo stata messa in punizione e ancora si chiedono perché continuo a fare determinate cose. Sentii una boccata di vento entrare appena una ragazza aprì la porta per andare in segreteria. Camminò fino ad arrivare al bancone dove la segretaria sedeva. Non riuscii a sentire la sua voce a causa della musica che suonava nelle mie orecchie. Ma i miei occhi incominciarono a viaggiare lungo tutto il suo corpo. I suoi lunghi e castani capelli cadevano lungo tutta la sua schiena dove degli skinny jeans a vita alta pronunciavano le sue curve e il suo sedere. Avrei desiderato vederla ma era troppo lontano da me, così decisi di togliere le cuffie per ascoltare la conversazione.

"Deve esserci qualcosa che posso fare," la sua voce dolce mentre parlava con la segretaria.

"Mi spiace non abbiamo classi libere per inglese," la segretaria fece spallucce.

"Nemmeno una? È il mio ultimo anno, ho tutti voti alti nelle altre materie, la prego, deve esserci una classe libera di inglese."

"In realtà..." La segretaria sussurrò. "Ce n'è una libera. Devi solo compilare alcune carte per l'iscrizione per poi darle alla tua professoressa, la professoressa Smith."

"Non farlo," interruppi.

Entrambe puntarono la loro attenzione su di me e il mio cuore quasi si fermò quando vidi il suo viso. I suoi occhi marroni scuro e la sua pelle così chiara e liscia. Le sue labbra carnose, mezze aperte mentre i suoi occhi erano puntati su di me.

Perché non l'avevo mai vista fin ora?

"È una puttana," aggiunsi.

"Mi scusi..." La segretaria incominciò. "Questo linguaggio non è ben accetto qui."

Roteai i miei occhi continuando a guardare la ragazza, rifiutandomi di toglierle i miei occhi da dosso finché non si rigirò verso la segretaria.

"Dammi le carte per l'iscrizione e le porterò appena finirò di compilarle," decise la ragazza.

La segretaria prese una fila di fogli da un cassetto, sfogliandoli velocemente finché non trovo due fogli di iscrizione che diede subito alla ragazza. Ma le presi il polso prima che potesse camminare via.

"Come ti chiami?" Chiesi alla ragazza.

Tolse la mia mano via, senza degnarsi di una risposta. Morsi l'interno della mia guancia per nascondere il mio sorriso appena chiuse la porta. Speravo di incontrarla di nuovo per scoprire chi fosse.

"Jauregui," Mr. Lloyd chiamò uscendo dalla presidenza per aspettare che entrassi.

Raccolsi il mio zaino e le mie cuffie e mi diressi verso la presidenza, passando davanti il preside che stava lì a fissarmi a braccia conserte.

"Cos'hai combinato questa volta?" Chiese.

"Dimmelo tu," risposi. "Lei è il preside."

smoke ➳ camrenWhere stories live. Discover now