Mi fa male

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Si prospettava buio l'orizzonte davanti agli occhi dei genitori di Lorenzo, più di quanto giá non fosse. L'ambulanza era arrivata e i paramedici avevano cercato di rianimare il ragazzo, ottenendo solamente un debole respiro. Padre e madre erano abbracciati in un angolo della stanza mentre la scena proseguiva. In tutta fretta i due ragazzi portarono la barella con carico Lorenzo sull'ambulanza e partirono, seguiti a pochi metri dall'auto dei due genitori.

P.O.V Lorenzo
Sentii gli occhi pesanti come l'ancora in fondo ad un oceano, le orecchie sentivano parole che andavano sempre piú schiarendosi man mano che le palpebre si alleggerivano. Quando un filo di luce sembrò intrufolarsi tra la pupilla e l'iride, cercai di afferrarlo sperando di non cadere di nuovo nell'oscuritá, e ci riuscii. Le parole che venivano espresse in modo comprensibile si fecero ora limpide: chiamavano il mio nome, anche se la voce era diversa da qualsiasi avessi mai sentito. Era il dottore che palesava la propria voce, era calma e ferma, senza aloni di preoccupazione. "Lorenzo, come ti senti?". Bella domanda, non si ricordava nemmeno come fosse arrivato a quel letto d'ospedale, nè tantomeno cosa avesse potuto farlo stare male, anche se non tardò a ricordarlo quando cercò di appoggiarsi con la schiena dritta allo schienale del letto. Un dolore lo colpí al lato sinistro del torace, proprio sopra al cuore. " Mi fa male". Il dottore mi guardò accennando una smorfia al lato destro della bocca "Ti daremo un po' di morfina e vedrai che per un po' passerà". Il dottore mi diede una pacca sulla spalla e la sua bocca si spostò su un lieve sorriso. I suoi occhi dicevano qualcosa di diverso da quell'espressione semi felice, sembravano preoccupati.

Amore cancerogenoWhere stories live. Discover now