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Un mese prima della fine, trenta giorni in cui i secondi sarebbero stati i più lunghi di sempre. Niente piú stress o sforzi fisici erano le condizioni, alle quali Lorenzo non sarebbe voluto stare. Amava muoversi, andare in skate, provare emozioni intense sia buone che cattive. Gli era giá capitato di rimanere vuoto, in cerca di una minima spinta emotiva ed era arrivato ad odiare quel periodo. Vivere senza emozioni è una frase senza senso, ogni singolo gesto comporta odio, rabbia, felicitá...
Il mondo del ragazzo girava intorno ad una sola persona, Silvia. Aveva spesso pensato a quanto fosse sbagliato dipendere a tal punto da qualcosa ma ancora non conosceva il vero significato di amore nè mai lo conobbe fino al suo ultimo respiro.
Lorenzo prese il cellulare e chiamò il suo migliore amico. Tre squilli e lui rispose" Pronto Lollo".
Dall'altra parte si sentí la voce spenta del ragazzo" Ehi, devo parlarti. Ti va di uscire?". Un attimo di silenzio passò e si sentii una risposta" Ovvio, dove vuoi andare?". "Vediamoci alla pista da skate tra cinque minuti". Lorenzo agganciò senza aspettare una risposta.
Il ragazzo scese le scale e vide i suoi genitori abbracciati sul divano, scrutavano un punto indeterminato della stanza mentre le lacrime scendevano ai fiotti dai loro occhi. "Io esco, devo vedere Robert". Lorenzo diede loro le spalle e si incamminò verso la porta. Una voce fioca vennè dall'altra parte della stanza" Aspetta... io e papá dobbiamo parlarti". Il ragazzo si fermó ma non giró le spalle " Parlate". Stavolta fu il padre a palesare la propria voce, anche la sua era persa e leggera" Io e mamma abbiamo pensato di prenderci un mese di pausa dal lavoro e di lasciarti stare a casa da scuola, per poter stare con te più tempo possibile". Lorenzo si girò " Io voglio continuare ad andare a scuola, non voglio credere che per me arriverá la fine tra poco meno di un mese e facendo cosí non fareste altro che peggiorare le cose. Ora devo andare". Aprii la porta e si lasciò dietro il pianto di sua mamma, forse era stato un po' troppo durò pensò.

Amore cancerogenoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora