Amore transazionale: Parte II

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9/11/15 

Domani viene il Papa, come sai, e noi ghibellini cosa faremo? Dormiremo, probabilmente. Che poi si sono alzati una nebbia e un cielo scuro che sembra debba venire Lucifero in visita, ma questa è un'altra storia.

Giravo per il centro, stasera, con le mani nelle tasche per sembrare un po' meno smarrita. I guelfi neri cantavano davanti al Duomo e allestivano dei bunker in Piazza San Francesco, spalleggiati dai nostri benamati militari che di sera si occupano di tenere i ragazzi tossici lontani da noi, che a quanto pare non abbiamo debolezze e siamo di un'altra specie. E poi quelli della guardia di finanza in Piazza Mercatale che, dopo essersi mangiati un bel gelatino, fanno le multe alle prostitute più disperate e ai parcheggiatori infreddoliti senza permesso di soggiorno. Lupi con gli agnelli e agnelli coi lupi, maledetti infami.

C'era anche l'immancabile sostegno della New Heaven: giovani forestieri molto allegri, vivaci e capitalisti pronti a scrivere "Welcome Pope Francis" sul loro edificio, a caratteri cubitali.

Ridevo di tutti loro cercando di non farmi notare, però chi sono io per giudicarli, alla fine?

Nonostante tutto ora ho ritrovato un po' di pace, perché tu sei tornato. Che sollievo, grazie!

Non mi hai ancora detto dove sei stato, ma non credo che ormai importi più.

Ora tu mi devi dare una mano, perché dopo che ti ho ricordato quanto sei bello, intelligente, simpatico, gentile, onesto, unico e prezioso... Che posso dirti? Com'è possibile che io riesca ancora ad affliggermi per qualcosa? Perché trovo spazio per l'ansia, la malinconia, la rabbia, se tu sei felice? Che cosa mi manca, se tu stai bene?

Questa velocità mi distrugge. Sono uscita per una sera e hanno messo la povera Parigi sotto torchio. Sono andata un attimo in bagno e il romanticismo è morto. Mi sono fermata per un istante a guardarti e già si è fatta notte.

Detestami pure, dolce ragazzo, non ti biasimo! Ti sto sempre alle calcagna, annusando come un cane da tartufo la terra che calpesti, senza neanche rendermene conto. Ormai è andata così, perdonami.

Mi metterò anche io seduta davanti al Castello. Farò anch'io "lo struscio". Anch'io comincerò a commentare l'abbigliamento dei coetanei che passano, anch'io fingerò di non amare nessuno.

Ieri una mia conoscente mi ha chiesto che cosa stessi scrivendo ultimamente e io le ho risposto: "Niente di speciale, roba d'amore...". Lei a quel punto mi ha chiesto da quanto tempo stessi insieme al mio ragazzo, e io le ho risposto che purtroppo non ne avevo uno. Con un'espressione quasi scioccata mi ha domandato: "Ma come fai a scrivere d'amore se non hai un fidanzato?".

Ha ragione: ho letto troppe poesie stilnoviste, troppa Vita Nuova, ora la smetto.

Tutti dicono: "Uh, se avessi saputo che quella era l'ultima volta che ti abbracciavo, ti avrei stretto più forte!". Mentre invece io a te vorrei dire questo: "Se avessi saputo che non avrei mai potuto abbracciarti, sì che ti avrei stretto più forte!".

Basta con questi discorsi deprimenti, è una sera di festa! Perdiamoci nella movida!

A poco a poco ho iniziato a soffrire meno per questa cosa, ora ne scrivo e basta. Se però dovessi dire di una cosa che ancora fa male, non sarebbe né il tuo rifiuto, né le derisioni goliardiche, né i fraintendimenti, né i tanti modi in cui mi sono messa in ridicolo negli ultimi mesi. Ciò che continua a bruciare è la tua libera bellezza che, per i i viali o le strade del centro, si scontra con la mia debolezza.

Fammi solo il favore di continuare a essere felice, perché visto che a quanto pare non è vero che "amor ch'a nullo amato amar perdona", almeno sii buono e togli una preoccupazione a un'amante cortese che già di suo sta alla frutta... Poi, quando mi avrai fatto questo piacere, guardati allo specchio, registra i tuoi discorsi: non ricambierai il mio sentimento, ma almeno capirai perché ti amo e mi odierai un po' meno.

Purtroppo sono tanto stanca, amore mio, e non riesco mai a fare le cose come si deve. Tutti questi nuovi intrugli energetici, e non c'è mai quello che fa per me. A me non giova in alcun modo trangugiare vitamine per avere la forza di squagliarmi sudando in qualche stressante gioco di squadra, di correre dietro a un autobus che già scoppia di gente per arrivare in orario al mio inutile appuntamento, di raggiungere il massimo rendimento scolastico o men che meno il massimo numero di quei crediti della malora... No, calmiamoci, non voglio tirare fuori il peggio di me. Io spero soltanto che anche nei tempi più apatici mi restino le energie per fare queste tre cose: scrivere, pensare a te, passeggiare. Se perdessi la forza anche per questo, non so cosa farei.

Perdonami, facciamo finta che non sia successo niente. Il fatto è che quando hai paura di perdere qualcuno che neanche hai mai avuto ti viene un po' di rabbia.

Anche se il mio compleanno è passato da poco, chiedo un altro regalo: togliete ogni sofferenza al mio amato per darla a me. Tanto se lui sta male io soffro comunque, quindi che cosa cambia?

Amici che provate a salvaguardare la mia dignità, grazie mille, ma credo che ormai sia diventata una missione impossibile.



Cercando Marte - Storie di questi giorniWhere stories live. Discover now