Amore transazionale: Parte I

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27/10/15

Perché non dormo più senza di lui? Perché dico "non più" se non c'è mai stato niente? Perché quando gli ho dato la buonanotte, ormai qualche sera fa, mi è sembrato di essermi separata per sempre dall'orsacchiotto, dalla coperta, dal lumino da notte che permetteva alla bambina di fare sogni sereni? Perché mi rigiro nel letto, dopo una giornata lunga e faticosa, e non riesco a chiudere occhio? Perché lo sento così vicino a me?

Forse sono io che ho qualche rotella fuori posto. Forse è lui che mi ha fatto un incantesimo, come il virus dell'insonnia in "Cent'anni di solitudine". Forse sono solo molto confusa, anche solo l'idea di amare lui mi tiene sveglia la mia testa. Forse è Morfeo che ce l'ha con me e non mi vuole accogliere tra le sue braccia.

Non c'è una spiegazione precisa.

Che dirò domani, quando dormirò sul banco di scuola? I professori crederanno che io lavori di notte, i compagni che io esca a fare baldoria. I miei amici, pensandomi più diligente, si immagineranno che io abbia studiato fino a tardi. Nessuno saprà che non ho dormito a causa sua.

Appena sono sull'uscio del mondo dei sogni, il pensiero di lui mi assale: mi immagino che cosa sta facendo, com' è vestito, qual è il suo stato d'animo...

Non ne posso più delle spose che si commuovono all'altare quando vedono il futuro marito tutto tirato a lucido, o più comunemente i mariti che si emozionano quando vedono la sposa. Io mi commuoverei molto prima di arrivare al giorno del matrimonio: io mi scioglierei nel vederlo che mescola il sugo con un mestolo di legno, mentre indossa i pantaloni della tuta e le pantofole. Mi scoppierebbe il cuore nel contemplarne la bellezza mentre corre perché sta perdendo l'autobus, con la fronte bagnata di sudore e la cartellina da disegno tecnico che gli ballonzola sul fianco, e quando io lo saluto mi ignora. Non fraintendiamoci, non è che mi piaccia vederlo faticare, o essere ignorata, intendo dire che è la sua realtà la cosa che più mi avvicina a lui.

Che poi furba io, è mezzanotte, il poveretto sarà in pigiama e starà dormendo, inutile farsi tante fantasie.

Se appunto avessi la certezza che il ragazzo dorme tranquillo, in un letto caldo, e sogna il mare, il sole e le cose che lo fanno stare bene, allora forse anch'io riuscirei a scivolare in un sonno profondo. Ma visto che questa certezza non ce l'ho, e continuo a non dormire, non mi resterà che bere molto caffè domattina e fare finta che sia tutto ok. Come in quel saggio di Thomas Harris, "Io sono ok, tu sei ok".

Ma niente è ok, e lo sappiamo bene. Amare non è ok, e non lo sarà mai. Amare è meraviglioso, straordinario, ti cambia la vita però mai e poi mai potrà essere ok.

E allora io non sono ok, il caffè non è ok, forse neanche lui è ok.

Forse è il mio Genitore che parla, o forse è il mio Bambino, ma di certo non è il mio Adulto.

Il punto è che non lo conquisterò mai con l'arte poetica, non facciamoci illusioni. Forse a questo punto mi converrebbe tentare proprio con l'analisi transazionale. Se potessi gli griderei: "Io non sono ok, tu non sei ok. Questa mia concezione rientra nel quarto modello, quello del cinismo e della futilità: e allora mettiamoci insieme, così tu puoi riportarmi sulla retta via!"

Ragazzo mio, dimmelo tu che cosa devo fare per vincere il tuo amore! Io non potrò mai capirlo da sola.

Spesso quando mi annoio mi figuro uno strano futuro distopico in cui tra qualche anno, quando avrò finito la scuola, avrò cominciato a bere e la sera sederò al bancone del bar La Guglia, in mezzo a gente intenta a esprimere opinioni che mi ripugnano. Quando, ormai ubriaca, inizierò a vaneggiare, dirò che tu mi hai amata anche se non è affatto vero. Gli avventori del bar mi daranno ragione per zittirmi, e in cuor mio io continuerò a crederci. Poi tu entrerai e sarai triste nel vedere una scena del genere. Allora avrai pietà di me, accarezzerai i miei capelli annodati e mi dirai: "Oh, Agata! Quanto tempo! Cosa fai, cosa non fai...". Poi alla mia prima distrazione scapperai correndo forte, sperando di seminarmi. Ma io non ti inseguirò, perché la tua libertà è ciò che più infuoca il tuo splendore.

Cercando Marte - Storie di questi giorniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora