Il complesso del molo

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1/07/2015

Ogni Estate mi ritrovo a nuotare nello stesso tratto di mare, verso il molo. In quelle situazioni si verifica dentro di me questo processo mentale: da un lato vorrei raggiungere quel pontile con tutta me stessa, ma dall'altro penso: "Il molo fa schifo. L'acqua è piena di spazzatura, alghe e schiuma torbida."

Però a quel punto il desiderio di raggiungere il molo è troppo radicato e, anche se non ne vale la pena, devo arrivarci perché altrimenti vivrei la rinuncia come una sconfitta gravissima contro me stessa. Questa sensazione la ritroviamo in molte altre situazioni: andiamo dietro a un ragazzo presuntuoso e sgarbato che poi non amiamo neanche così tanto, ci sforziamo di vedere la fine di un film noioso e girato male, mettiamo la sveglia tutte le domeniche per andare in chiesa, anche se per noi Dio non è altro che un buontempone un po' scostante (se la pensi così sei in buona compagnia). In onore della prima volta in cui ho provato questo disagio, ho soprannominato questo fenomeno psicologico "complesso del molo". 



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