VI-Il Figlio dell'Aldilà

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Basel

Saltò giù dal letto e corse fuori dalla porta. La sua amica gli aveva dato un paio di buffetti sulla guancia e lui aveva capito che si doveva muovere.
Lui e Nefti avevano imparato a capirsi a vicenda, creando quasi un codice segreto che solo loro due capivano. Era un modo per non sentirsi solo e allo stesso tempo non dover fare amicizia con persone reali. Le persone vere erano u po' troppo appiccicose secondo lui, esseri che avrebbe preferito tenere alla larga.
Basel si buttò in strada chiudendosi la porta dietro con un tonfo ed iniziò a correre per le vie di Ankara. Vivevano alla periferia della città e nelle stradine piccole era facile perdersi. Lui che c'era cresciuto per dodici anni sapeva orientarsi anche ad occhi chiusi così riusciva a schizzare da una viuzza all'altra scansando i passanti come se fosse stato su una pista da sci. Svoltò a destra un paio di volte, poi andò a sinistra e superò tre incroci. Si fermò ansante davanti aduna vetrina di stoffe finemente ricamate, l'insegna rettangolare in alto diceva "Emporio Della Duat"scritto in turco e geroglifico. Bussò alla porta con il cartello che indicava "Aperto", poi entrò.
« Mamma!» chiamò« Mamma, ci sei? Tutto bene?».
« Sono qui, Basel.» disse la donna uscendo dal retrobottega: aveva la pelle bronzea come quella del figlio, i capelli castani e gli occhi color terra di Siena bruciata. Le mani erano piene di righe causate dal continuo uso del filo da imbastitura« Non eri a Luxor?».
« La professoressa Faun non so come mi ha rimandato qui! Nefti mi ha detto che potevi essere in pericolo, che potevano venire qui.» rispose velocemente.
« Calma.» cercò di tranquillizzarlo la madre« Chi poteva venire?».
« Dei Sacerdoti Egizi, ma non capisco. Il politeismo è morto secoli fa!» non riusciva a pensare ad una serie di divinità veramente esistenti e viventi intorno a loro. Era una follia pensarlo, anche il monoteismo arrancava in quegli anni. Se un paese come la Turchia era riuscito a diventare laico ed ad istituire corsi di Religioni al liceo voleva dire che le cose stavano cambiando nel mondo e già da molti anni.
« Ecco perché ho insistito che facessi religione a scuola. Tu padre si era sbagliato.» iniziò ad annodarsi le dita delle mani nervosamente. Lo faceva sempre quando si iniziava a parlare del padre di Basel.
« Cosa c'entra mio padre, adesso?» domandò improvvisamente incuriosito dall'argomento. Firyal Al Shareni non parlava molto spesso dell'ex-compagno, anzi, quasi mai. Se lo aveva nominato voleva dire che era qualcosa di grosso.
« L'insegnante ti ha detto qualcos'altro?» unì le mani come in segno di preghiera.
« Non cambiare argomento.» lo guardò seria facendolo rabbrividire« Ha parlato di un piano T. o una roba del genere.».
« Allora è come temevo. I papiri non mentono.» fece un respiro e andò a girare il cartellino all'interno su "Chiuso"poi tirò le tende davanti alla vetrina« Dobbiamo fare in fretta. Cielo, speravo che questo giorno non arrivasse mai.».
« Perché?» domandò Basel sorpreso dall'atteggiamento della madre.
« È il giorno in cui dovrai andartene.» estrasse da sotto il bancone uno zaino con la bandiera egiziana, Basel capì subito che l'aveva cucito lei e che l'aveva riempito di non sapeva bene cosa, sicuramente qualcosa di voluminoso« Conobbi tuo padre che avevo solo diciassette anni e vivevo ancora al Cairo. Lui era un Europeo simpatico e un po' come te. Parlava poco, ma lo faceva molto bene. Lui aveva la mia età e non pensai che potesse finire così. Rimasi incinta di te e lui scomparve nel nulla. All'epoca ero una Scriba della Casa Della Vita, come lo erano stati i miei genitori e i miei nonni prima i me. Mi avevano insegnato l'arte dei geroglifici e delle parole, inserendomi tra Sacerdoti, Guerrieri, Faraoni, Medici e Scribi come me. Il giorno che iniziai a frequentare quel ragazzo mi cacciarono via. Non capii il perché fino a che tuo padre non si ripresentò a casa nostra. Tu avevi due anni e io quasi gli sbattei al porta in faccia. Mi convinse a parlare e mi disse che non era una persona normale, che non avrebbe mai voluto rovinare la nostra vita e che voleva riparare agli errori passati. Mi spiegò che era colpa sua se mi avevano allontanata dalla Casa Della Vita e che prima o poi sarebbero venuti a cercarti. Lui è un dio Greco, e adesso che Greci ed Egizi sono in guerra io e te possiamo essere considerati traditori. Mi fece anche capire che non era imminente, ma che sarebbe stato meglio trasferirsi in qualche altro paese. Optai per la Turchia e mi feci promettere che non sarebbe più tornato. Lui, in cambio, volle lasciarti Nefti e che io t'istruissi al monoteismo sostenendo che ti avrebbe protetto maggiormente. Diciamo che ti ha salvato la vita fino adesso, ma ora devi scappare e imparare a difenderti dal mondo.» gli dette lo zaino e gli fece il gesto di seguirla nel retrobottega« L'unico modo per farti andare lontano è usare ciò che fa parte della tua natura.» prese una scatola di legno intarsiata.
« Le ceneri della Nonna?» domandò perplesso« Un attimo, se era una scriba egizia perché è cremata?».
« Le religioni cambiano e mutano in base ai bisogni che ha l'uomo. L'arrivo di un'epidemia fa diventare importante la cremazione come il divieto di mangiare carne cruda.» sospirò« È il momento che queste ceneri tornino utili.» estrasse un pennello dalla cintura che portava e lo intinse in un calamaio attaccato lì vicino, poi scrisse in geroglifici "Passaggio" e "Torino". Oppure"Torrone", Basel non capì bene. La scatola s'illuminò e un vortice di polvere si alzò da essa. Firyal l'appoggiò a terra e guardò il figlio mentre la polvere si condensava in un cerchio che bucava il pavimento in un vortice come una trivella« Dovrai passare di qui. Un volta arrivato segui Nefti.».
« Cosa?» chiese il ragazzino. Sentiva di essere ancora troppo confuso per andarsene, troppo poco preparato a ciò che doveva affrontare, inoltre non voleva lasciare da sola sua madre. Non poteva farlo, non in quel momento così delicato.
« Ti avrei fatto passare in altri modi, ma sei un figlio di Ade. Questa è la soluzione migliore.» spiegò la donna.
« Figlio di chi?!» Ade? Dove aveva già sentito quel nome? L'aveva detto la professoressa Faun a lezione, probabilmente.
« Del dio Greco dell'Aldilà.» qualcuno bussò alla porta« Cavolo, sono già qui! Devi andartene subito!» gli dette un bacio sulla fronte e lo spinse nel vortice grigio« Buona fortuna.».
Basel e Nefti uscirono sopra una teca di vetro. Tossirono a causa della polvere, poi si guardarono attorno. Erano in un museo buio e si trovavano sopra una mummia. Una bella mummia egizia decisamente non al Cairo.
« Dove accidenti siamo finiti?!» domandò ad alta voce il ragazzo mentre una serie di allarmi iniziavano a suonare facendolo entrare nel panico più totale.




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