V-Luxor ha i suoi svantaggi

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Basel

Basel Al Shareni era il ragazzo più mesto della scuola. Aveva i capelli lisci castani a caschetto con una frangia nera e rossa che gli copriva l'occhio destro. L'occhio sinistro era turchese pallido e faceva letteralmente a pugni con i suoi capelli e la pelle color caffè-latte. Era miope, quindi doveva portare le lenti a contatto e si vestiva sempre di scuro. Amava molto lo studio, sopratutto storia, ma non era un granché nelle materie ne nelle relazioni sociali: era un miracolo che fosse approdato alle superiori senza essere bocciato. Era sempre circondato dalle ragazze della scuola. Tutti sostenevano che fosse bellissimo con quel naso che sembrava staccato dalla statua di un faraone o quella lucertola che aveva sempre sulla spalla. Più di una volta aveva dovuto dire che era un geco femmina di nome Nefti, ma nessuno lo aveva ascoltato. Finiva sempre che mentre parlava lo interrompessero facendogli complimenti sui capelli, sugli occhi o sull'abbigliamento. Una cosa che metteva Basel, ragazzo estremamente timido, molto a disagio.
Oltre alle compagne, però, si era aggiunta una professoressa di religione alquanto particolare: aveva i capelli castani legati in due code, la pelle chiara, il naso francese, gli occhi verde militare dietro agli occhiali rettangolari spessi e dimostrava trent'anni. Era straniera e molto spesso sbagliava le parole, non proprio utile ad Ankara, in Turchia. Aveva una vera ossessione per Basel e non perdeva occasione per chiedergli "Tutto bene, Basel Caro?" oppure "Hai notato strane presenze, Basel Caro?". Il ragazzo non capiva il senso di quelle domande e tutte le volte era costretto a rispondere qualcosa che faceva sospirare di sollievo l'insegnante. La cosa ancora più strana era che quando spiegava descriveva tutte le culture del mondo senza distinzione e con molto entusiasmo. Sorrideva sempre ed era riuscita ad organizzare una visita a Luxor per la classe, molti si chiedevano come. Era la terza insegnante che cambiavano in un anno a causa del loro comportamento: come aveva fatto a convincere il Consiglio degli Insegnanti a farli uscire?
Nessuno se lo sapeva spigare, ma in fondo era una gita e meno indagini si facevano,meglio era. Basel aveva preso quell'avvenimento con un misto di gioia e curiosità. Sua madre, Firyal Al Shareni, aveva preso con entusiasmo la notizia. Era appassionata di egittologia e non perdeva occasione per parlarne come se fosse stata reale. Basel non se lo spiegava: erano Mussulmani, cosa c'entrava la Religione Egizia? Magari era perché era cresciuta al Cairo, si erano trasferiti quando lui era molto piccolo ed i suoi primi anni in Egitto proprio non li ricordava.
Erano arrivati ad un pittogramma particolare: raffigurava un ragazzo con i capelli a caschetto che scriveva qualcosa su una tavoletta appoggiata sulle gambe incrociate. Guardava il pubblico con un sorriso enigmatico e divertito, come se essere osservato da un gruppo di studenti indisciplinati gli piacesse. Portava una specie di gonnellino rigido che sembrava parecchio scomodo da indossare, ma comodo per sostenere il papiro su cui scriveva.
« Questo è uno Scriba.» sorrise l'insegnante« Come avrete studiato in storia nell'Antico Egitto era una delle figure più importanti assieme a Soldati, Sacerdoti, Medici e Faraone. Custodiva il potere letterario, quindi la cultura.».
« Ma gli Egizi non scrivevano per divertimento, mi sbaglio Professoressa Faun?» domandò una studentessa alzando la mano.
« Per Cultura s'intendono i cartigli sui muri e i papiri contabili. Diciamo che erano le segretarie dell'epoca.» spiegò la donna.
« E potevano usare la magia?» chiese un altro ragazzo.
« Cielo! La magia è del Nord Europa!» lo disse come se l'avessero insultata« No, loro usavano il potere del Matt o del Caos.».
« Ma non sono due cose opposte?» si accigliò Basel.
« Dipendeva dagli Scribi, dai Medici e dai Sacerdoti. Il Caos non è cattivo come sembra: se non ci fosse non esisterebbe l'Ordine, ovvero il Matt. Come lo Yin e lo Yang cinesi.» sorrise sicura della risposta.
« Oh.» il ragazzo studiò più attentamente il disegno avvicinandosi quasi a toccarlo. Sentiva ciò che stava scrivendo quello Scriba, riusciva a percepire cosa si nascondeva dietro quel sorriso enigmatico.
"Giù" disse una voce nella sua testa. Scattò abbassandosi e un lampo rosso fuoco colpì la parete all'altezza della sua nuca. I suoi compagni si erano rintanati in un angolo e guardavano qualcuno dall'altra parte della stanza. Cadde a sedere a terra tremante e guardò chi c'era dietro di lui: un ragazzo di vent'anni biondo dagli occhi azzurri vestito da turista americano teneva puntato su di lui quello che sembrava un lungo bastone d'ebano nero. Tra Basel e il ragazzo c'era la professoressa Faun che teneva in mano una bacchetta bitorzoluta e intarsiata di strani simboli.
« Bene, bene, bene.» disse l'insegnante tamburellandosi la testa con la bacchetta« Ragazzi, ora imparerete come si batte un Sacerdote Egizio di Anubi.».
« Non ci sperare, Mezzosangue!» rispose il ragazzo tagliente« Noi Egizi vinceremo su voi Greci.».
« Inizia col non provare ad uccidere un tuo fratello.» lo riprese la donna.
« Lui non è un mio fratello, altrimenti non mi avrebbero mandato per eliminarlo!» rispose risoluto e pronto ad attaccare nuovamente.
« Prego?» domandò sorpresa.
« Sì, lo vogliamo morto, come vogliamo morta te, Semidea!» la punta del bastone s'illuminò di rosso e sparò una fiamma contro la professoressa e Basel. Il ragazzo si raggomitolò su se stesso terrorizzato, mentre l'insegnante sbadigliò, fece una simbolo davanti a se con la punta della bacchetta e la lingua di fuoco si spense contro un muro d'acqua spuntato dal terreno.
« Co... cos'è que... quello?» domandò balbettante Basel alzando lo sguardo e notando la parete umida.
« La tua salvezza, Basel Caro.» sorrise la Faun come se niente fosse« Ora scusami, ma devo insegnare a questo qui le buone maniere.» la parete crollò a terra e fu assorbita in breve tempo dalla sabbia. Alzò la bacchetta e disegnò un triangolo« Delta power!».
Un enorme esplosione fece tremare la struttura, mentre un lampo riempì la stanza e un boato obbligò tutti tranne l'insegnante a tapparsi le orecchie. Quando la luce si spense il Sacerdote era steso a terra privo di sensi e la Faun stava per legargli i polsi dietro la schiena, il suo bastone era volato poco lontano.
Sembrava tutto finito quando il Sacerdote, con uno scatto, scaraventò la professoressa contro la parete opposta facendola sbattere di schiena.
« Rassegnati,Semidea!» disse alzandosi e prendendo il bastone« Io prendo energia dalla sabbia, tu sei troppo lontana dalla Grecia per competere con me.».
« Peccato che tu non capisca niente di Religioni.» sospirò l'insegnante. Alzò la bacchetta e disegnò tre riccioli uniti rivolti in senso antiorario.
« Cos...» disse il Sacerdote mentre un turbine di piume nere gli riempiva la faccia disorientandolo.
La Faun prese il braccio di Basel e lo trascinò fuori dalla struttura. Si fermarono poco dopo e lei lo guardò negli occhi.
« Ora ti rimando a casa!» disse. Non si capiva se fosse seria o divertita, un misto che al ragazzino faceva paura.
« E come ci ritorno?» domandò serio e preoccupato. Stava negando a se stesso cosa aveva visto, cercando una qualche ragione non troppo scientifica alla realtà degli eventi
« Con la magia, magari?» rispose la donna come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo.
« Ma non esiste!» nel frattempo trovava spiegazioni come gli alieni o la vendetta di Allah, cose, a parere suo, molto più sensate della magia.
« Preferisci essere ucciso da un Sacerdote di Anubi?» chiese come a conoscere la risposta.
« Intendevo che la magia non è reale!» negare l'evidenza sempre. Magari era semplicemente in un brutto sogno e tra poco si sarebbe svegliato.
« Dopo tutto quello che è successo lo pensi ancora?» lo guardò come se fosse stato il più ignorante del corso.
« Quella non era magia!» nel dirlo gli venne un tremito ed iniziò a riflettere su molti aspetti della faccenda, per esempio non sapeva esattamente cosa fosse la magia.
« Fidati, ciò che ho fatto io è magia.» si sentì un rumore poco rassicurante all'interno della tomba« Comunque: dovrai raggiungere tua madre una volta che ti avrò mandato in camera tua.».
« Cosa?!» poteva spiegargli cosa stava succedendo, le costava troppo?
« Ora vai!» alzò la bacchetta e scrisse qualcosa in aria: un vortice di polvere imprigionò il ragazzo« Di a Firyal del piano T.! Buona fortuna, Basel caro!».
Basel si sentì risucchiare nel terreno e risputare fuori sul suo letto sparato come un petardo. Starnutì un paio di volte a causa della sabbia che gli era finita del naso, si scrollò constatando di avere le coperte piene di granelli e si guardò attorno.
« E adesso?» pensò ad alta voce mentre la sua amica geco gli saliva sulla spalla.

Culture- La guerraWhere stories live. Discover now