II-La Figlia della Luna

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Alix

Alix rimase immobile fino a quando Antino non le allungò una mano. Non era più la sedicenne che osava rispondere ai professori: era impallidita ed era tornata la bambina di sette anni che stringeva Félix per paura dell'uomo nero. Tutta quella situazione non le piaceva, la metteva in agitazione, la spaventava. Non si era mai spaventata così tanto, nemmeno nelle situazioni veramente pericolose. Onde alte, tifoni, uragani, anche un paio di terremoti non l'avevano agitata come quello scontro. Cosa stava succedendo veramente?
« Tranquilla. È tutto finito.» sorrise la guida« Niente di rotto?».
« N... no, credo.» rispose allentando la presa sull'amico pennuto che per tutta risposta le dette una testata sul petto ed arruffò le piume« Chi... chi era?».
« Nessuno di cui tu ti debba preoccupare.» disse Antino pensando di tranquillizzarla.
« Ha cercato di uccidermi e non dovrei preoccuparmene?!» la grinta della sedicenne lunatica tornò prepotentemente. Le capitava sempre così: un attimo prima era una bambina spaventata, un attimo dopo avrebbe potuto stendere un bisonte solo perché sentiva che poteva farlo.
« Effettivamente.» la guida guardò la civetta« Il tuo amico dove ha messo la cuffia della mia amica?».
« Amica?!».
« Scusa: ex-amica. Dove l'ha messa?» Félix prese il volo e andò a recuperarla per poi farla cadere nelle mani di Antino« Grazie. Ecco cosa si guadagna a prestare manufatti pseudo-divini ad una compagna di Palestra.».
Alix lo guardò interrogativa. Tutto ciò che diceva non aveva senso. Manufatti pseudo-divini? Tartaro? Ade? Atena? O quel tipo era uscito da un romanzo o lei stava impazzendo o lui era fuori di testa. Oppure tutte e tre le cose assieme, molto più probabile.
« Va bene!» esclamò la ragazza« Sono in un sogno, un brutto sogno che puzza d'incubo da cui mi sveglierò adesso.» chiuse gli occhi, poi li riaprì sperando di essere ancora nel suo letto. Ovviamente si ritrovò la faccia della guida turistica davanti e Félix tra le gambe.
« Ti stai chiedendo se è reale tutto questo, vero? Credevo che la luna fosse più misteriosa e indistinta, Khonsu!».
« Prego?!» Alix lo guardò interrogativa. Ora l'ipotesi che lui fosse il matto era la più accreditata.
« Sei Khonsu, vero? Insomma, lo porti dentro di te, no?» domandò con un sorriso.
« Le fa male fare la guida turistica qui dentro.» si guardò intorno« Se è tutto vero, e c'è un bel po' di confusione, come mai non viene nessuno? Non credo che...» fece un cerchietto con il dito verso l'alto« ...tutto questo non sia passato inosservato.».
« Mai sentito parlare della razionalizzazione?» chiese pensieroso.
« No.» Alix scosse la testa per enfatizzare il suo dubbio.
« Quelli come me tendono a chiamarla Fede, ma per me è razionalizzazione. Tutti tendiamo a cancellare ciò che riteniamo superfluo o eccessivo, oppure incoerente con la nostra Cultura. Per questo dico che sei Khonsu, hai visto tutto così com'era senza razionalizzare, vedendo con gli occhi di tutte le Fedi del mondo. È una cosa che solo i Sacerdoti, le Semidivinità, gli déi e chi è strettamente legato alla Cultura può fare.» spiegò.
« Quindi non sta venendo nessuno perché tutto questo pandemonio è capitato solo nella nostra testa?» domandò ancora più confusa.
« La realtà era in continuo dubbio per Cartesio. Si può dire che è successo, ma lo sanno solo gli interessati. In un omicidio per esempio, lo sanno solo il colpevole e la vittima fino a che non viene trovato il corpo.» alle parole aggiunse i gesti e per poco non mise un dito nel naso della ragazza.
« Quindi c'è stato un omicidio?» chiese, stava diventando tutto così assurdo da essere credibile.
« No! Noi sappiamo che è successo qualcosa, ma finché non arrivano Sacerdoti Egizi o Greci nessuno a parte te, me e Clodia lo sa.» alzò le spalle« È la legge della Credenza.».
« Capisco. Improvvisamente sembra tutto più sensato.» lo diceva più per convincere se stessa che per fare una considerazione.
« Ottimo, perché ora è meglio se ci muoviamo.» fece sparire la cuffia in una nuvoletta color verde marciume.
« Stanno per arrivare dei Sacerdoti?» era un modo per entrare nel meccanismo. Se veramente le fosse capitato qualcosa avrebbe dovuto sperare nella "razionalizzazione" o come si chiamava.
« No, ma i tuoi compagni si staranno chiedendo dove siamo finiti.» si alzò« Non ti spaventare se avrete un altro accompagnatore.».
« Cioè?» si alzò anche lei e Félix le salì sulla spalla.
« Clodia Soleri è come se non fosse mai stata la tua insegnante, chiaro?» si tamburellò la tempia con il dito destro« Razionalizzazione.».

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