XXII-Ritrovare il cielo notturno

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Alix e Basel

Alix prese per il braccio Basel e lo trascinò verso la porta con la bandiera Norvegese. Prima usciva da quella stanza rotonda e bianca, meglio stava. Troppi brutti ricordi, inoltre Anubi che continuava a difendere Khonsu era veramente insopportabile. Certo, le Arpie non le stavano simpatiche, ma quello che le avevano detto sembrava vero. Molto vero.
« Alix.» la chiamò Basel da dietro.
« Non hai sentito Hel? Dobbiamo andare, ci stanno aspettando.» rispose senza voltarsi. Lo sentì salutare gli déi dell'Oltretomba e tirare meno mentre superavano la soglia e si trovavano nell'ennesima stanza quadrata dalle porte grigie. Si era chiesta come fosse possibile che da una stanza tonda si passasse ad una quadrata e viceversa, ma alla terza volta che capitava aveva smesso di domandarselo.
« Bene: ora tocca a te indicarmi la strada.» disse guardando Basel« In quale delle due porte devo entrare?».
« Porte?» rispose lui interrogativo« Veramente c'è solo un cunicolo sotto cui passa l'Acheronte, almeno credo.».
« Di che colore è?» domandò con uno sbuffo.
« Color fogna.» arricciò il naso. A quanto pare non era solo il colore.
« Allora è lui.» decretò.
« E tu come...» iniziò.
« Mi sono informata mentre ti aspettavo, no? Quello con il ghiaccio è il Cocito, quello bianco e nero il Lete, quello di magma il Flegetonte, quello paludoso lo Stige e quello grigio l'Acherusia. Diamine, sei il figlio di Ade e non sai queste cose?» certe volte Basel le sembrava proprio stupido.
« Questo posto è nuovo per me.» le fece notare come un bambino che viene sgridato per aver mangiato delle caramelle.
« Proseguiamo: quale porta?» domandò.
« Non ci sono porte.» ripeté.
« Allora vai avanti tu e tirami.» disse seria.
Lui lo fece e lei si fece guidare nella porta centrale entrando dall'angolo di una stanza triangolare. Le stranezze, però, non erano finite: più di una volta le sembrò di notare l'ombra di ali da pipistrello e teste cornute, ma immaginò che fosse suggestione. L'Inferno studiato a scuola e la differenza vista nell'ambiente circostante probabilmente avevano costretto il suo cervello ad aggiungere dettagli familiari.
Ogni tanto sentiva rumori che la facevano stringere ancora di più a Basel e a portare la mano libera alla mazza. Subito dopo le veniva prurito all'arto armato. Le parole delle Arpie le vorticavano nella testa e il dolore che le avevano lasciato facevano crescere la rabbia. Non c'erano dubbi: Khonsu le aveva abbandonate, lasciate a scappare da Greci ed Egizi. Lui se ne stava la su nel cielo, tranquillo nel suo regno candido, candido come l'Inconscio di Alix. Le Arpie le avevano spiegato che la visione dell'Inferno non era altro che la proiezione dell'Inconscio. Il suo era bianco con solo due porte, due scelte che la potevano avvicinare o allontanare alla meta. Era un po' la sua vita: scegliere tra scappare o combattere, salvare o abbandonare, difendersi o uccidere. Era sempre davanti a due scelte e a due anime contrapposte. Sempre due, mai una strada unica e ben delineata.
« Alix?» domandò Basel guardandola« Tutto bene?».
« Sì.» mentì abbassando lo sguardo« Tutto bene.».
« Non sembra.» notò.
« Mi scoccia essere guidata da un ragazzino più piccolo di me.» non era tutta la verità, ma era pur sempre un inizio.
« Questa è la Alix che conosco.» sorrise, poi continuò a guardare avanti« È già da un po' che te lo volevo chiedere: noi siamo amici?».
« Amici?» come se quello fosse il posto più adatto per parlare di amicizia.
« Sì, insomma. Amici. Siamo amici o solo compagni?» ripeté insistente.
« Non saprei, non ho mai avuto degli amici. Credo che lo siamo.» iniziò a riflettere« Gli amici hanno paura di perdersi e di non trovarsi più?».
« Credo di sì.» rispose« Non ho mai avuto amici nemmeno io, ma se è così allora credo che siamo amici.».
« Allora siamo amici.» si riprese dall'infantilismo« Questo non vuol dire che tu mi sia mancato quando ci siamo separati.».
« Va bene.» rise.
« Che c'è?» domandò imbronciandosi.
« Che non sai mentire quando fai la bambina.» dovette mettersi una mano tra i denti per non scoppiare a ridere nei cunicoli dell'Inferno.
« Ricordati che sei vivo grazie a me e al mio non essere bambina.» ringhiò punta nell'orgoglio.
« D'accordo.» sorrise appena.
Proseguirono per un po', poi il terreno iniziò ad alzarsi come una collina e un cielo stellato si aprì in un buco circolare. Alix lasciò la mano di Basel e corse avanti mentre il ragazzo la chiamava.
« Forza! Siamo arrivati!» esclamò sorridendo« Muoviti, amico!».
Corse fuori dalla caverna e sorrise vedendo il cielo limpido. Fece cadere lo zaino, si buttò a terra in mezzo alla neve candida che copriva il terreno e rotolò senza fare caso alla maglietta a maniche corte. Iniziò a fare respiri profondi assaporando l'aria fresca della notte e il caldo dell'Oltretomba che le scivolava via dal corpo. Piegò la testa all'indietro e vide Basel tremante ricominciare a vestirsi con strati di felpe e giacconi.
« Non riuscirai a muoverti bene conciato così.» notò divertita« Sembri l'Omino Michelin!».
Tornò a guardare il cielo, poi notò la luna e la rabbia ricominciò a salire.
"E chi se ne importa!" pensò "Siete vivi e al fresco! Sicuramente non grazie a lui, ma non devo pensarci!" ripensò a Dante "Ed uscimmo a riveder le stelle! Quanto aveva ragione!".
Un'ombra le passò sopra e una freccia le si conficcò tra la spalla e la gola. Era di legno e argento e aveva le lettere greche "ATh" incise come decorazione.
« Ciao, Egizia, ti sono mancata?» domandò una voce all'altezza della testa che la fece rabbrividire. Il sorriso si spense e la mano destra andò a stringere la mazza« Ci ho messo tanto, ma alla fine ti ho trovata!».
Si alzò di scatto e guardò la sua ex insegnate di storia negli occhi ancora più folli. Portava un cardigan azzurro e l'arco con una freccia incoccata puntato su di lei. Un ghigno assassino le incurvava la bocca, mentre in cintura teneva una spada e un pugnale.
« Clodia Soleri.» notò Alix estraendo la mazza.
« Ooh, ti ricordi di me.» il suo tono era più pazzo rispetto all'incidente al museo« Sono lusingata, ma questa volta nessuno ti potrà aiutare.».
« Non avrò bisogno dell'aiuto di nessuno.» rispose scoccando un'occhiata a Basel che aveva già estratto il khopesh« Solo io e lei, professoressa.».
« Mi piace: nessuna interferenza.» spostò la mira su Basel e scoccò la freccia« Tanto per precauzione.».
Il colpo centrò in pieno il petto, ma il ragazzo non si mosse. Guardò il dardo e lo estrasse come se niente fosse.
« Ecco a cosa servono tanti strati di maglie.» commentò facendo cadere la freccia in mezzo alla neve.
« Ehi!» esclamò Alix avvicinandosi« Sono io la sua avversaria.».
Con un colpo secco spezzò in due l'arco. Clodia estrasse la spada e si preparò a combattere a distanza ravvicinata con la ragazza che era pronta a dare tutta se stessa. Non aspettò nemmeno che si allontanasse per scagliare il primo fendente e costringere Alix ad indietreggiare con un salto. Si squadrarono serie, poi la ragazza fece il geroglifico di "Aria". Un getto di vento freddo partì dal pastorale e colpì in pieno la figlia di Atena che scivolò all'indietro.
La donna si riprese velocemente e con uno scatto fulmineo fu nuovamente a poca distanza da Alix. Provò a colpirla al fianco sinistro con la spada, ma la ragazza si parò con la mazza e rese nullo il colpo. Imperterrita Clodia spostò la lama e cercò di colpirla alle gambe riuscendo a farle un lungo taglio sulla coscia destra. Approfittando del disorientamento della figlia di Khonsu, cercò un affondo, ma Alix si spostò appena in tempo e la colpì sulla schiena con la mazza. Rotolò nella neve e aspettò che Clodia si riprendesse e provasse nuovamente ad attaccare. La schivò come un torero e provò a colpirla da dietro, ma questa volta la Semidea si voltò e parò con la spada, per poi darle un calcio allo stomaco facendola volare. Alix cadde pesantemente di schiena e rimase immobile fino a che Clodia non cercò di trapassarle la testa con la spada. Rotolò via e si alzò in ginocchio. Il colpo era stato tremendo: aveva male sia davanti che dietro, inoltre le mancava il respiro. Si alzò in piedi e notò Basel che si metteva in posizione d'attacco.
"Non provarci!" gli disse con gli occhi, così lui si mise a sedere e rimase a guardare la scena.
Clodia le arrivò addosso e la spinse nuovamente a terra, la spada pronta a tagliarle la testa. Alix si parò mettendo la mazza in verticale, ma era bloccata e non sapeva quanto avrebbe resistito.
« Perché lo fa? Io non faccio parte della guerra!» disse sperando in quel poco di sanità mentale che era rimasta alla sua insegnante.
« Tu sei parte della guerra.» rispose con calma spettrale« Tu sei colpevole come gli altri della sua morte.».
« Di chi sta parlando?» domandò come se le interessasse.
« Lario Sancez.» gli occhi le divennero più lucidi« L'avete ucciso solo perché era Greco, solo perché era diverso da voi!».
« Non condivido ciò che hanno fatto gli Egizi, ma questo non vuol dire che lo debba fare anche lei.» spiegò la ragazza.
« Voi avete ucciso un nostro figlio, noi uccideremo i vostri discendenti!» ringhiò minacciosa.
« Vorrebbe dire abbassarsi al livello di chi ha ucciso Lario, non crede?» pensava seriamente di poter ragionare con una persona come Clodia Soleri? A quanto pareva sì.
« No, vorrebbe dire fare giustizia.» alzò la spada, gli occhi assetati di sangue« E adesso... MUORI EGIZIA!».
Alix ne approfittò e portò le gambe al petto, poi spinse con un calcio doppio Clodia che scivolò indietro colta di sorpresa.
« Sai cosa ti dico?» esclamò la ragazza alzandosi e guardandola« Non oggi!».
Piantò la mazza nel terreno e pensò al geroglifico "Terra". Delle radici tentarono di prendere Clodia che si allontanò con tre grandi balzi da ginnasta. Alix lanciò allora la mazza in aria in modo che ruotasse come un bastone da majorette e scrisse il geroglifico di "Cielo"con le dita. La mazza s'illuminò e dardi blu notte iniziarono a tempestare la figlia di Atena che si spostò rapidamente con una serie di capriole.
« ALIX!» urlò Basel, ma lei non era cambiata. Non era sanguinaria o violenta, voleva solo difendersi« SPOSTATI!».
Un'altra voce maschile urlò qualcosa d'incomprensibile e una lancia argentata le passò a pochi centimetri dal petto.
« Avevamo detto niente interferenze!» urlò guardando Clodia e riprendendo la mazza al volo.
« Infatti non sono amici miei!» rispose la donna, poi rise guardando i nuovi arrivati con un sorriso poco rassicurante« Ma quasi quasi vi faccio stringere amicizia.» saltò in mezzo agli alberi e scomparve mentre un fascio di fuoco investiva in pieno Alix.

Culture- La guerraWhere stories live. Discover now