XVI-Le porte dell'Inferno

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Basel e Alix

Guardò Alix mentre dormiva, poi tornò a studiare il fuoco che aveva acceso.Non sapeva esattamente cosa fosse successo, ma sicuramente aveva debilitato parecchio la sua compagna che non si svegliava ormai da ore. Appena svenuta aveva provato a capire cosa le era successo, poi aveva pensato di chiamare i soccorsi, ma Félix si era messo sugli zaini spalancando le ali e guardandolo torvo. Poi aveva preso tra gli artigli la sacca della ragazza ed era volato via. Basel aveva caricato il suo zaino su Alix e poi si era caricato la ragazza sulla schiena sperando che non fosse troppo pesante. Fortunatamente un barbone aveva visto il ragazzino in difficoltà si era offerto di aiutarli.
La figlia di Khonsu respirava ansimando e sembrava che avesse la febbre, inoltre presentava scottature e ferite sopratutto sulle braccia. Non tremava per il freddo ne si raggomitolava su se stessa. Sembrava piuttosto che avesse un gran bisogno di fresco, così Basel, appena si erano fermati sotto a un ponte sul Tevere, aveva pensato di appoggiarle una pezzuola bagnata nel fiume sulla fronte.L'espressione rigida di sofferenza si era un po' attenuata sul viso della ragazza, ma non era bastato. Aveva preso delle bende che gli aveva lasciato sua madre e le aveva curato come meglio poteva le ustioni e le ferite, almeno quelle che poteva senza che Félix gli si accanisse contro geloso.
« Non avrà freddo la tua amica?»domandò il barbone lì vicino incuriosito.
« Ha bisogno di fresco, credo.» rispose Basel ritornando a guardare la ragazza.Effettivamente era insolito vederla in maniche corte a Gennaio.
«Sembrate in viaggio, dove siete diretti?».
« Non lo sappiamo.»si voltò a scrutare Nefti che si era addormentata nella tasca della giacca. Se Alix aveva caldo, Basel stava morendo di freddo«Dovrebbero guidarci la sua civetta delle nevi e il mio geco.».
«Quindi siete spaesati.» rise l'uomo.
«"Dobbiamo andare a Sud per raggiungere il Nord"» ripeté quello che gli diceva sempre Alix. Si erano scervellati per capire cosa volesse dire e alla fine l'avevano imparato a memoria come un Mantra.
« Un bel controsenso.».
« Già, ma è l'unico indizio che abbiamo.».
«E non sapete cosa fare?».
« Assolutamente no.».
« Non siete di queste parti.».
« Per niente.».
« Immaginavo, non parli nemmeno Italiano.» sorrise mentre il ragazzo si rendeva conto che tutta la conversazione era stata in Inglese. Era talmente abituato a parlare in quella lingua con Alix che era ormai diventato normale.
«Si vede proprio tanto?» domandò rosso d'imbarazzo.
« Vediamo:tu hai uno zaino con la bandiera egizia e la tua amica con la bandiera canadese. Sì, direi che si nota tanto.» Basel arrossì ancora di più« Hai un'arma insolita per difenderti.».
« Regalo di mio padre, ma non so usarla ancora molto bene.» per un attimo si chiese perché ne stesse parlando proprio con quell'uomo.
«Potrebbe tornarti utile. Ne ho viste tante di quel colore fare cose eccezionali.» disse alzando le spalle.
« Per esempio?» chiese il ragazzino.
« Mai sentito parlare dell'Inferno?».
« Sì,tante volte.».
« Bene, ho visto una di quelle...» indicò il khopesh«... aprire un varco per l'Oltre Tomba.».
« Oh.» Basel prese l'arma in mano e se la rigirò davanti agli occhi« Ma a cosa mi potrebbe servire?».
« Che io sappia l'Inferno ha tante entrate e altrettante uscite. Se sei uno dei figli di Ade, adottato o meno, dovresti farcela molto bene se raggiungi la città che dopo averla vista hai veramente visto tutto.».
« E quale sarebbe questa città?» chiese voltandosi, ma il barbone era sparito nel nulla. Guardò ovunque cercandolo, ma niente. Non c'era.
Tornò a guardare Alix il cui sonno si era calmato. Quando dormiva sembrava un angioletto, ma quando era sveglia non era così tranquilla. Riusciva a spaventarlo più di chiunque altro, come riusciva a dargli speranza come nessun altro. Era un continuo controsenso quella ragazza che gli aveva salvato la vita a Torino, una continua battaglia tra Alix gentile e Alix severa.
Con quei pensieri si stese nel sacco a pelo con ancora la giacca addosso e si addormentò.

Si svegliò che il giorno era già spuntato e Alix era seduta su un bidone rovesciato a studiare una cartina dell'Italia. Com'era suo solito era in maniche corte come se fosse stata in piena estate. Basel ebbe un brivido solo a guardarla.
« Buon giorno, freddolone.» disse lanciandogli un cartoccio caldo« Colazione.».
«Come stai?» chiese aprendo l'involto e prendendo un morso del croissant caldo ripieno di crema. Il calore sciolse tutto il freddo che aveva accumulato nelle ossa.
« Bene.» si stiracchiò e tornò a studiare la mappa« La febbre mi ha fatto riflettere.».
«Davvero?» mandò giù un secondo boccone« Oh, mentre dormivi un barbone mi ha consigliato una strada.».
« Vediamo se coincide.» il suo tono sembrava un monito che diceva "Coraggio, voglio vedere dove ti porta ascoltare gli sconosciuti.".
« Ha detto di andare in una città che dopo averla vista si è visto tutto.».
«Napoli, come pensavo.» sospirò tornando a studiare la mappa. I capelli le scivolarono sul lato della faccia e lei se li portò dietro l'orecchio con un gesto troppo femminile per gli standard di Alix.
« Napoli?» domandò Basel sorpreso, anche se non si capiva bene se dal gesto della ragazza o dal nome della città.
« Vai a Napoli, poi muori.» alzò le spalle senza smettere di guardare la cartina« È un detto che vuol dire: " Napoli è talmente bella che dopo averla vista hai visto tutto" e puoi morire in pace.».
« Sembra il luogo perfetto per aprire un varco per l'Inferno.» pensò ad alta voce.
« Prego?» chiese guardandolo perplessa.
« Il barbone mi ha detto che con il mio khopesh-pennello posso aprire un varco, passare per l'Inferno e uscire da un'altra parte.».
« Ad esempio a Nord.».
«Esattamente.».
« E dire Napoli fin da subito no?!» guardò Félix accusatrice. La civetta allargò le ali, poi le richiuse« Stupido pennuto.» la beccò in testa.
Una cosa che Basel aveva capito di quei due era che lui era serio e lei testarda, una coppia perfetta come Pinocchio e il Grillo Parlante. Erano amici, ma sembravano non sopportarsi.
« Quindi si va a Napoli.» constatò Basel sistemando il sacco a pelo.
« Già.» si sistemò anche lei« La cosa positiva è che cammineremo massimo altri due giorni, poi saremo arrivati.».
« Poi ci sarà tutto il viaggio nell'Oltretomba.».
« Magari entriamo dove c'è più fresco.» sospirò speranzosa.
« Cioè?».
« Hai presente la Divina Commedia?».
« No.».
« La scrisse secoli fa Dante Alighieri. In essa c'è la descrizione dell'Inferno e parla di un luogo pieno di ghiaccio.».
« Speriamo che non si basino sul luogo dove ci si trova.» notò che Alix, oltre alla mappa, aveva anche un giornale« Novità?».
« Non è successo niente ieri in Piazza San Pietro.».
« Prevedibile.».
« In compenso ci sono sempre più casi di gente trovata morta o in fin di vita. Ti ricordi che avevamo letto di quell'ambasciatore Italiano?».
« Sì, quello che è andato in ospedale dopo una rissa.».
« Precisamente. Io non credo che siano solo degli ubriaconi che si sono menati.».
« La guerra.» rispose cupo.
« Ho pensato la stessa cosa. Forse cercano persone legate alle culture nemiche. Persone che magari non lo sanno nemmeno.».
« Come me e te. Vogliono eliminare le truppe prima che vengano arruolate.» Alix annuì cupa« Ciò vuol dire che puntano sopratutto ai giovani.».
« Non solo: magari gente semplicemente ignara dei suoi poteri. Io e te abbiamo un legame di sangue con Greci ed Egizi, ma se il fanatismo aumenta potrebbero iniziare ad attaccare persone che nella loro idea potrebbero andare da una parte o dall'altra.».
« Ma così sarebbero senza scrupoli.».
« Dobbiamo fermare la guerra, in un modo o nell'altro.».
« E come, scusa?».
« Non lo so, ma ho la strana sensazione che non sia un caso che ci siamo incontrati, ne che dobbiamo viaggiare assieme: magari mancano ancora dei tasselli, o magari dobbiamo semplicemente raggiungere un luogo preciso per fermare la guerra.».
« C'è una cosa che volevo chiederti: cosa ti ha detto quella donna? Scusa, ma ha parlato in una lingua che non conosco.».
« Era Francese e ha detto che siamo simili. Poi mi ha chiamato Prescelta e mi ha detto che era figlia di Apollo.».
«Tutte cose che ci aiutano relativamente.».
« Già.» scese dal bidone rovesciato« Forza. C'è tanta strada per arrivare a Napoli, e Félix è nervosetto.» s'incamminò con un largo sorriso.
« Ehi!Aspettami!» la chiamò Basel raggiungendola di corsa mentre Nefti sbucava dalla tasca e constatando che era tutto a posto tornava a dormire.
« Oh, un'ultima cosa.» si voltò e accarezzò le bende sul braccio« Grazie.».

Culture- La guerraWhere stories live. Discover now