XI-Prima notte da soli

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Lucrezia e Tommaso

Lucrezia non riusciva a dormire. Avevano camminato per almeno un'ora fino ad una foresta vicino a Dublino, poi Aíbell e Cailte si erano appollaiati sul ramo di un albero e avevano detto a Tommaso di accamparsi lì. Il bambino aveva riferito alla sorella che si era messa a guardare nello zaino. Era enorme ed organizzato come una specie di abitazione: due librerie ai lati e una serie di oggetti ammassati il più ordinatamente possibile. Tra questi spiccava una tenda verde militare che Lucrezia non aveva mai visto a casa. Era di quelle che si lanciavano in aria e si aprivano in automatico, inoltre era abbastanza grande da far stare sdraiati comodi sia lei che Tommaso. Il loro "comodi" era molto spesso abbracciati assieme, ma durante la notte si scostavano e finivano per trovarsi uno dal lato opposto del letto. Non era la prima notte che dormivano vicini, molto spesso il bambino voleva stare con la sorella nello stesso letto. A lei non dispiaceva, si sentiva come obbligata a proteggerlo,inoltre era sempre stata molto protettiva verso tutti. Avevano estratto due sacchi a pelo, uno verde e uno arancione, e li avevano stesi all'interno della tenda. Aíbell aveva consigliato di rimanere vestiti, anche se quello era un posto sicuro in cui fermarsi.
Così avevano cercato di prendere sonno. Tommaso appena tolti gli occhiali e chiuso gli occhi era entrato nel mondo dei sogni, mentre Lucrezia era rimasta stesa con le mani sotto la testa a studiare la tela verde della tenda. Le parole di Badb le vorticavano nella testa come un tormentone odioso.
"Tu sei sangue di Wicca, è per questo che tua madre è stata uccisa.".
Quelle parole facevano più male di una pugnalata allo stomaco, come se non fosse abbastanza doloroso aver perso Émer per sempre. Qualcuno le aveva tolto volontariamente la vita, l'aveva privata del diritto di esistere in un attimo.
Si rivide a cinque anni in quella strada maledetta di Ferrara con sua madre che perdeva sangue dalla testa con gli occhi appena aperti. Le aveva accarezzato la faccia con le mani graffiate dall'impatto con l'asfalto e le aveva sorriso rincuorante.
"Sta attenta e non ti preoccupare." le aveva detto in gaelico, poi anche quello spiraglio di luce che aveva si era spento e Lucrezia era rimasta a piangere sul corpo inerte della madre mentre un drappello di persone si creava attorno a loro.
Da quel giorno aveva giurato che avrebbe protetto le persone a cui voleva bene in ogni modo possibile, anche se voleva dire ferirsi o morire al posto loro, stare male o perdere energie non avrebbe mai permesso che qualcun altro gli fosse tolto.
Guardò Tommaso che dormiva beatamente raggomitolato nel sacco a pelo verde. Sembrava un angioletto. Un angioletto indifeso che lei avrebbe protetto con tutte le sue forze durante quel viaggio verso il destino. Non sapeva dove stavano andando, ne chi o cosa fosse una Völva. Sapeva solo che doveva seguire Aíbell e Cailte.
Quest'ultimo volò di lì a poco nella tenda e guardò la ragazza serio, come se gli avesse fatto piacere svegliarla a beccate.
« Che c'è? Sì, sono sveglia. È un problema?» bisbigliò non troppo gentile. La cornacchia grigia scosse la testolina in senso di dissenso, poi delicatamente le beccò il braccio. Lucrezia gli aveva insegnato il codice morse in modo da poter capire quello che le voleva dire« Perché devo uscire? Ci sono dei nemici?» l'animale scosse la testa, poi beccò di nuovo« La torcia e lo zaino? E perché?» Cailte la beccò di nuovo« Cos'è un Famiglio?» per tutta risposta l'amico volò fuori.
La ragazza prese lo zaino ed uscì sotto le stelle. L'aria fresca la fece riprendere un po' dai suoi nefasti pensieri, ma il peso dello zaino la riportò alla realtà come un macigno che nessuno le avrebbe tolto« Bene, e adesso?» Cailte le andò sulla spalla ed iniziò a picchiettarla delicatamente sulla testa« Apro lo zaino e prendo la torcia, poi? Guardo all'interno, terzo scaffale a destra. Cosa dovrei trovare? Va bene, e sia, anche se non capisco perché.».
Lucrezia si sedette a gambe incrociate sulle foglie secche ed iniziò a guardare all'interno della borsa come le aveva detto la cornacchia grigia. Estrasse un quaderno consunto color kaki che sembrava avere tra i venti e i trent'anni e presentava una tale conservazione che probabilmente nessuno lo sfogliava da almeno quindici anni. Lucrezia aprì la copertina tenendo la torcia tra i denti e stando attenta a non rovinarlo.
La luce le cadde non appena lesse il nome di chi aveva usato quel quaderno. Istintivamente chiuse il fascicolo, lo strinse al petto e guardò Cailte arrabbiata. Aveva gli occhi lucidi e sembrava voler chiedere spiegazioni. L'amico la guardò serio ed intelligente, poi le dette alcune beccate sulla testa e lei si bloccò. Tornò a guardare il quadernino e dopo un po' trovò la forza di aprirlo.
"Grimorio di Émer O'Cruinn" recitavano le scritte in gaelico all'interno della copertina. Lucrezia fece un sospiro, poi girò la pagina e lesse "Oggetti". Cailte le picchiettò sulla testa e lei, mettendo la torcia più comoda, iniziò a leggere a voce alta cercando di mantenere il tono più calmo possibile:« Athame: pugnale per delimitare i cerchi magici. Nero. Assorbe energie negative. Solo rituale. Scozia:Yag dark. Boline: coltello per raccogliere e tagliare ingredienti e nastri. Bianco. Famigli: incarnazioni di forze protettrici. Gatti, conigli, corvi, furetti,lupi, serpenti, civette e altri rapaci. Guide della strega.» guardò Cailte che si alzò in volo e si appollaiò vicino ad Aíbell che dormiva tranquilla. La guardò intelligente, poi passò l'ala attorno al corvo come a volerla proteggere« Noi siamo uguali.Vogliamo entrambi proteggerli.» sorrise e tornò a leggere con più entusiasmo« Turibulum: bruciatore per purificazioni, esorcismi, riti agli déi. Calice: principio femminile acqua. + Athame o Bacchetta= grande rito ierogamico. Bacchetta: per tracciare il cerchio magico, legno di albero sacro, simboli sacri della strega, il ramo grezzo sceglie la strega. Calderone: per offerte agli déi e per pozioni. Sopratutto Druidi. Scopa: Besom. Purificare spazi. Frassino+ salice e betulla. Mojo Bag: talismani segreti molto personali. Piccoli sacchetti da portare a contatto con la pelle. Costruire da se. Scusa,Cailte, ma dove trovo tutta questa roba?».
La cornacchia scese e indicò con il becco dentro allo zaino. Lucrezia guardò e notò che c'era come un fagotto di iuta ocra. Lo prese e con delicatezza lo srotolò sul terreno scoprendo due coltelli, che riconobbe come Athame e Boline, e un calice finemente decorato con simboli magici che si ricordava di aver visto solo nei libri di mitologia che suo padre le regalava abbastanza spesso. Li aveva sempre sfogliati con poco interesse e quello che le era rimasto più in testa erano i simboli che si ripetevano in quelle pagine che fino a quel momento non l'avevano appassionata particolarmente. Tommaso, invece, doveva averli letti di nascosto perché sembrava conoscerne il contenuto a memoria.
Pensare al fratellino che dormiva nella tenda la fece sorridere. Rimise tutto dentro allo zaino, salutò Cailte e fece per andare a dormire. Fu a quel punto che Tommaso uscì dalla tenda spaventato.
« Sta arrivando qualcuno.» disse guardandosi attorno« Credo che siano dei Greci.».

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