VIII-Il Figlio del Caos

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Andrew

Andew lo guardò sorpreso. Non avrebbe mai pensato di vedere quel volto dal vivo ne, tanto meno, in un'occasione di quel tipo. Si mise sulla difensiva, ma cercò di non darlo a vedere. Raggiunse l'uomo e gli lanciò un'occhiata glaciale. Per lui quello non era diverso dai bulli della sua scuola.
« Tua madre è preoccupata.» disse il signore una volta usciti« Comunque l'ho tranquillizzata, almeno per quel che ho potuto.».
« Cosa ci fai qui?» domandò il ragazzo a sguardo basso e serrando i pugni.
« Bé, sono tuo padre.» rispose come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo. Effettivamente lo era, ma non si faceva nemmeno vedere da anni, per cui non era così immediata come affermazione.
« Io non ho un padre.» Andrew si costrinse a non guardarlo mentre la camminata gli si faceva più rigida.
« Chi ti ha steso a terra la pensa diversamente, e onestamente anch'io.» disse tranquillo l'uomo.
« Io non ho un padre!» si bloccò a guardare colmo di rabbia quegli occhi color ghiaccio identici ai suoi« Non l'ho mai avuto e non ne sento il bisogno! Grazie per avermi tirato fuori dal commissariato e arrivederci. A casa ci so arrivare anche da solo.».
« Invece devo venire con te. Immagino che tu sia... ecco...arrabbiato.» si mise una mano tra i capelli diventando come un bambino indifeso.
« Arrabbiato?!» fece un sorriso amaro« Arrabbiato è un eufemismo! Sei sparito! Te ne sei andato lasciando da sola mia madre nel momento più difficile! Sei scappato da ciò che ti faceva paura lasciando la donna che ti ama a soffrire tutte le sere per te!».
« Mai sentito parlare di Divinità Norrene?» lo chiese come se fosse stata una cosa molto sensata da dire in quel momento.
« Non cambiare argomento! Ti fai vivo dopo diciotto anni come se niente fosse tirandomi fuori dai guai credendo di poter cancellare tutto!?» Andrew stava fumando dalle orecchie e non era un modo di dire. Nella sua caotica vita anche della fuoriuscita di fumi era la normalità.
« No, pensavo di spiegarti la verità prima che Odino venisse a riprendermi. Comunque se non vuoi sapere perché ti succedono tutte quelle cose strane o perché sogni lupi e serpenti giganti...» lo disse come per andarsene, una persona che lancia una monetina i acqua e non sta a guardare le onde che si propagano.
« E tu come lo sai?!» domandò acido il ragazzo.
« Te l'ho detto, sono tuo padre: Loki.» sorrise allargando le braccia amorevole.
Andrew lo guardò interrogativo, poi sorrise e si voltò:« Non so cosa tu ti sia fumato in questi anni, ma non ne voglio sapere.».
« Non mi credi? Peccato.» alzò le spalle« Ripeto: io ho le risposte al perché se baci una ragazza lo viene a sapere tutto il mondo divino e gli zaini cominciano a volare, ma se ti rifiuti di credermi.».
« Adesso basta! Cos'è? Mi spiavi? Mi tenevi d'occhio nell'ombra? Come fai a sapere tutte queste cose su di me!?» ringhiò come un cane furioso voltandosi di scatto. Già era insopportabile averlo davanti, sapere che era a conoscenza di tante cose su di lui lo rendeva ancora più diffidente.
« I tuoi fratelli parlano molto di te. Sopratutto di quanto non controlli i tuoi poteri, ma sono gelosi. Inoltre quando riuscivo a fuggire venivo a vedere come stavi.» sorrise chiudendo gli occhi innocentemente.
« Ho dei fratelli?» "certo." pensò "in questi anni sarà andato a spargere sperma per tutta la Scandinavia. Almeno non sarò il solo ad odiarlo.".
« Ovvio!» sorrise l'uomo«Sleipnir il serpente, Fenrir il lupo, Il Serpente Del Mondo,Hel, Wali e Narwi. Sono dei cari ragazzi, ma sapere di avere un fratello tra i mortali non gli è proprio piaciuto. Oh, e non dimentichiamoci di Line!» un serpente dalle squame rosse e nere gli passò accanto, poi salì sulle spalle di Andrew che iniziò a grattargli la testolina senza staccare gli occhi dall'uomo.
« Hai appena nominato tutte delle figure mitologiche norrene.» notò interrogativo.
« Allora conosci la Cultura della Scandinavia! Mi stavo preoccupando.» sospirò felice di quella notizia.
« Mera curiosità, io sono ateo.» sbuffò quasi indignato Andrew.
« Mi dispiace per te, ma dovrai iniziare a credere a molti déi.» gli lanciò un fagotto di stoffa che il ragazzo prese al volo: era lungo e ricurvo« Aprilo.».
Andrew lo guardò interrogativo, poi decise di fidarsi e srotolò la tela grigia. Tra le sue mani si aprì un arco di metallo nero lucido come la faretra di pelle nera. Estrasse una freccia constatando che piumee punta erano rosso sangue come la corda dell'arma.
« Se non sbaglio fai arco.» disse Loki.
« Da quando avevo sei anni, ma tu come...» rispose continuando a studiare la forma dell'arma. Era equilibrata e maneggevole, straordinariamente leggera per la sua conformazione. Le estremità erano decorate da teste di serpente, mentre le fauci di un lupo si aprivano come mirino per i dardi. L'impugnatura era sia per destri che per macini, perfetta per un ambidestro come lui.
« I tuo fratelli parlano, come ho già detto. Inoltre Sigyn è appassionata di mondiali di qualsiasi sport, era impossibile non notarti.» sorrise« Ti piace?».
Il ragazzo accarezzò il ferro e un brivido di potere lo pervase, come se l'arco fosse stato fatto apposta per lui.
« Forgiata dai Giganti di Fuoco con l'ausilio dei Nani, sono stati così gentili ad aiutarmi. Inoltre le frecce, passato un minuto da quando hanno colpito il bersaglio, tornano nella faretra. Praticamente hai dardi infiniti.» sorrise.
« È splendido.» un barlume di razionalità lo travolse« Un attimo: se tu sei Loki, come fai ad essere libero? Non dovresti essere incatenato con un serpente sulla testa che quando non so chi ti versa del veleno addosso causi i terremoti con i tuoi spasmi di dolore? Inoltre non dovresti essere, diciamo, più brutto e scorticato?».
« Tutte domande lecite che mi fanno capire che hai studiato. Complimenti. Da dove comincio? Oh, sì! Ogni tanto mi libero e quando mi riprendono Sigyn mi versa il veleno sulla testa e si creano i terremoti. Sembrerà strano, ma io e lei non abbiamo un buonissimo rapporto. Frida ricorderà perfettamente il terremoto che c'è stato poco dopo che sono scomparso. Stavolta, però, è diverso.».
« La Fine del Mondo.» ipotesi più che plausibile, ma preferibilmente non attuabile.
« Esatto! Dovrò combattere e fuggire per un po', ma quegli stupidi di déi non se ne sono ancora accorti. Sono così presi dalla guerra che figurati se fanno caso a me.» brontolò come a volersi mettere un cartello luminoso con una freccia e con su scritto "Ehi, sono Loki e sono fuggito. Provate a prendermi!"
« Guerra? Quale guerra?» non c'erano guerre in Europa da molti anni, ormai. Una notizia così sarebbe sicuramente giunta, perché non ne sapeva nulla?
« Quella tra Greci e Egizi: c'è già da qualche anno e Odino, Thor e compagnia bella hanno deciso di allearsi con i Greci. Non che mi dispiaccia, sono il dio del Caos, ma è una guerra tra culture e può portare solo alla distruzione di tutti.» alzò le spalle.
« Quindi tu...» iniziò Andrew.
« Combatterò contro l'Asgarðr per salvarlo.» sorrise come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo.
« Tu che hai insultato gli déi?» si ricordava abbastanza bene la mitologia per dire una cosa del genere.
« Lo so che è un controsenso, ma se sono stupidi.» un fulmine si scaricò al suolo poco lontano da loro facendoli sobbalzare« Lui più di tutti. Ma non poteva starsene in America?».
« Chi? E perché in America?» domandò il ragazzo.
« Mai visto "The Avangers"?» chiese il dio.
« Ovvio, e allora?» alzò le spalle e scosse la testa ancora dubbioso.
« Anche quel rompiscatole di Thor l'ha visto e gli è piaciuto veramente tanto. "Quant'è bella l'America! Vado a vivere lì!".Peccato che sia tornato visto che mi sono liberato.» un secondo fulmine li costrinse a rotolare a terra.
« LOKI!» tuonò la voce di Thor sopra di loro. Una terza scarica elettrica larga quando un tunnel della metropolitana si abbatté sul selciato e quando si spense al suo posto c'era un uomo dai capelli rossi e gli occhi verdi adirati. Teneva un martello strano in mano e sembrava un culturista vestito da antico vichingo. Si era rasato la barba, ma la ricrescita si vedeva« ORA TORNERAI ALLA TUA PRIGIONE!».
« SCORDATELO, CRETINO!» rispose Loki alzandosi e pulendosi un po' il vestito, poi guardò il figlio con un sorrisetto divertito« A quanto pare tornerai davvero a casa da solo. Una volta arrivato prepara uno zaino e scappa attraverso la foresta. Line t'indicherà la strada corretta per raggiungere la Völva che ti racconterà il tuo destino.».
« E tu?» chiese Andrew alzandosi e mettendo la faretra a tracolla, Line gli scivolò giù per la gamba fino a terra. Non pensava di preoccuparsi per suo padre, ma lo stava facendo.
"Certo, non posso permettere che Thor lo uccida. Lo devo fare io." pensò.
« Io terrò impegnato il Lancia Fulmini laggiù e proteggerò Frida durante la tua assenza, che domande.» rispose senza smettere di guardare Thor.
« COMBATTI DA UOMO, LOKI! TI RISPEDIRÒ DOV'È GIUSTO CHE TU STIA!» tuonò il dio ruotando minaccioso il martello e spostandosi incredibilmente velocemente verso di loro. Andrew fece un salto indietro, mentre suo padre si abbassò a schivare il colpo che puntava alla testa. Il dio dei Fulmini si preparò ad attaccare nuovamente con uno sgambetto, ma anche stavolta Loki lo scansò con molta agilità. Sembrava un serpente che prendeva in giro un gigante troppo prevedibile.
Line si inerpicò nuovamente sulla gamba di Andrew e gli sibilò nell'orecchio.
« Sì, dobbiamo andare.» annuì il ragazzo. Una delle altre tante cose strane è che riusciva a capire serpenti e lupi fin da quando era piccolo. Sibili e ululati erano parole per lui.
Non si mosse. Voleva continuare a guardare quella battaglia tra déi, voleva vedere chi vinceva. Voleva vedere se Loki vinceva.
Thor saltò indietro di diversi metri, poi scagliò un fulmine dal martello dritto verso Loki. Il Dio si spostò, ma a quel punto si accorse che Andrew era ancora dietro di lui immobile.
« ANDREW!» urlò in dio dell'inganno.
Il ragazzo aspettò che il fulmine gli arrivasse a pochi centimetri dalla faccia. Si abbassò facendo una capriola indietro e prendendo una freccia. La incoccò velocemente e tendendo la corda con la mano sinistra gridò:« THOR! HO SEMPRE PREFERITO IRONMAN!».
Lasciò andare la freccia che sibilò nell'aria, ignaro del motivo di quel gesto.

Culture- La guerraWhere stories live. Discover now