XV-I sacerdoti di Apollo

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Alix e Basel


Viaggiavano ormai da una settimana e Alix lo sapeva bene. Aveva comprato tutti i giorni il giornale per vedere se c'era qualcosa su ciò che era successo al museo egizio a Torino, ma niente, come se non si fossero mai battuti con gli Egizi. Anche quello che le era capitato in quel luogo la mattina non era citato, inoltre Basel chiedeva sempre notizie di Luxor e anche di quelle nessuna traccia.
Leggevano il giornale sopratutto nelle soste per mangiare e dormire. Parlare di dormire, in realtà, era veramente esagerato: al massimo sei ore, poi Félix e Nefti a turno li svegliavano per ripartire. Solo la prima notte gli avevano concesso di riposare dodici ore, come se bastasse a mantenerli svegli fino a dove non si sapeva bene. Fatto sta che avevano perso il ritmo quando raggiunsero Roma. La città antica si stagliava davanti a loro in tutta la sua magnificenza e per un attimo sperarono che fossero giunti a destinazione.
« Dai che magari siamo arrivati.» disse Alix vedendo che il compagno era praticamente stremato. Non doveva essere uno abituato a muoversi tanto, come aveva potuto capire in quei giorni di convivenza. Aveva anche scoperto che sua madre l'aveva sparato a Torino tramite le ceneri di sua nonna da Ankara, in Turchia. La cosa era talmente confusa che Alix aveva annuito diverse volte fingendo di crederci.
« Continuo a non capire perché non abbiamo preso i mezzi.» ansimò Basel passando davanti alla stazione centrale. La sua stanchezza doveva essere accentuata da quella mole di giacche che indossava per ripararsi dal freddo« Avrei potuto cambiare la valuta se era quello il problema.».
« Non chiedere a me.» rispose Alix scrutando Félix«Io ho solo seguito le informazioni di questo qui.».
« Mi piacerebbe saperlo, non glielo puoi chiedere?» domandò stringendosi nelle spalle.
« Fidati: mentre dormivi ci ho provato e si è rifiutato, stupido pennuto.» per tutta risposta la civetta le piombò addosso e la beccò sulla testa« Ahi! Fai male!».
Basel rise, ma vedendo lo sguardo serio della ragazza decise che era meglio soprassedere. Un lato positivo di quel ragazzino era che bastava un'occhiata storta e tremava come una foglia al vento. Era capitato abbastanza spesso che Alix lo ammutolisse dopo una battuta poco gradita o una frase che non le era piaciuta. Non abusava del timore di quel ragazzino e anzi, cercava di aiutarlo dove vedeva che sbagliava, ma a volte diventava veramente insopportabile. La ragazza capiva che cercava di essere meno muto o timido possibile, ma non gli veniva bene. Come se per anni non si fosse relazionato con altri ragazzi e poi, improvvisamente, si fosse trovato a dover stringere amicizia con una perfetta sconosciuta in una lingua non sua.
Tra di loro si era instaurato più un rapporto di aiuto reciproco: lui le insegnava tutto quello che sapeva della Mitologia Egizia e lei lo allenava nel parkour. Un modo come un altro per potersi difendere e combattere senza dover per forza usare il potere di Khonsu. Ad Alix dava veramente fastidio usarlo, così aveva chiesto a Basel se conosceva altri poteri collegati alla luna che non prevedessero il blocco del tempo. Così si erano messi a studiare assieme e ad allenarsi anche mentre camminavano. Ogni tanti si insegnavano anche le rispettive lingue per migliorare i discorsi, ma incappavano in molti errori e alla fine rinunciavano tornando all'Inglese. Si erano conosciuti meglio e ciò aveva sicuramente migliorato la loro condizione di continuo viaggiare assieme.
Raggiunsero Piazza San Pietro e guardarono l'obelisco in simultanea.
« Perché l'abbiamo fatto?» domandò Alix riprendendosi. Si era sentita come attrarre da quella costruzione, come se avesse bisogno di guardarla.
« Non ho la più pallida idea. Magari è lì che dobbiamo andare.» alzò le spalle Basel prima di incamminarsi verso il centro pieno di turisti.
« Ehi! Aspetta!» lo seguì rapidamente e lo vide abbassarsi ed iniziare ad inginocchiarsi parlando in arabo« Cosa diamine stai facendo?».
« Sto pregando.» disse senza smettere come se fosse ovvio.
« Oh... e perché?» chiese scettica.
« Se questo è il luogo gli déi vorranno essere venerati.» spiegò senza smettere.
Alix guardò il cielo:« A quanto pare non funziona gran che.».
« Ci vuole tempo, se sono occupati nella guerra non verranno subito.» precisò.
« Vero, ma perché ho la strana sensazione che tu stia sbaglia...» guardò il compagno di viaggio, poi si voltò verso i turisti che erano rimasti impassibili a ciò che faceva. Sembrava che non l'avessero notato, come se lo avessero ignorato completamente.
« Uff! Credo che basti. Ho provato a chiamare Kons e Iside, ma non so quanto tempo ci metteranno.» sorrise Basel alzandosi.
« GIÙ!» urlò Alix saltandogli addosso e facendolo rotolare a terra. Una serie di frecce si piantò dove prima si trovavano le loro teste. I ragazzi si alzarono, fecero cadere gli zaini a terra ed estrassero le loro armi dalla cintura mentre gli occhi dei turisti s'illuminavano e diventavano condottieri Greci. Basel iniziò a tremare come gli capitava quando vedeva Alix arrabbiata o sentiva dei rumori che preannunciavano il pericolo. Lei gli strinse il braccio con la mano libera cercando di tranquillizzarlo. In realtà strinse la giacca e probabilmente lui non sentì niente.
« Ci siamo allenati,ricordi?» disse seria mentre i guerrieri armati di arco circondavano loro e l'obelisco in una figura che sembrava un cerchio tentacolato.
« Bravi, Egizi, siete riusciti a schivare la prima raffica.» disse un uomo sui trent'anni dai capelli sale e pepe e gli occhi color fuoco« Ma non potrete evitare il secondo attacco.».
In un nano secondo Alix ebbe inquadrato la situazione e alzò la testa con la mazza tra le mani, poi disse:« Oh, scusate! Credete che siamo Egizi? Accidenti, l'avevo detto ad Artemide che doveva dirlo a suo fratello.».
Fare l'innocente ragazzina fece tremare ancora di più Basel, ma lei gli lanciò un'occhiata furba.
« Vi ha mandato Artemide?» domandò l'uomo divertito.
« Non entrambi: io sono una sua devota Sacerdotessa.» dovette trattenere un conato di vomito mentre diceva ciò, la parola devota le suonava come "schiava"«E lui è un figlio di Ade. Siamo stati scelti come spie nelle fila nemiche, pensavo si sapesse.».
L'uomo la scrutò un po', poi alzò l'arco con la corda tesa:« Peccato, mi avevi quasi convinto.» anche gli altri alzarono gli archi e i due ragazzi di ritrovarono circondati da almeno una trentina di punte acuminate« Voi siete Egizi e non sono le armi che avete a dirmelo: siete caduti nella trappola di Afrodite e Apollo.».
« Prego?» chiese perplessa.
« Come tu avrai già capito noi siamo Sacerdoti di Apollo e abbiamo spruzzato sull'obelisco un profumo che ha creato Afrodite apposta per voi Egizi: se spruzzata su degli oggetti egizi questi attireranno inevitabilmente degli Egizi.» spiegò« Siete morti.».
Le frecce partirono in simultanea e Basel ebbe l'accortezza di scrivere il geroglifico di "Protezione"con il suo khopesh-pennello in tempo.
« Meno male che non sai solo tremare di paura!» notò Alix senza ricevere risposta.
«Devo ammettere che siete strani, come Egizi.» disse l'uomo incoccando una seconda freccia e puntandola su di loro« Ma non riuscirete a batterci.».
« Volete Ade come alleato? Allora meglio che non uccidiate questo qui.» Alix indicò Basel con il pollice« Dovete sapere che è veramente uno dei suoi figli.».
« Ooh, lo sappiamo.» si aggiunse una donna: aveva i capelli lisci biondo oro e gli occhi di un intenso giallo sole che ad Alix dettero quasi fastidio. Aveva anche uno strano accento francese« Ade è un traditore, uno di quegli déi che si è rifiutato di combattere,quindi i suoi figli sono anche nostri nemici e non solo degli Egizi.».
« Però non uccideresti mai una tua connazionale.» iniziò a parlare in francese lasciando la donna sorpresa.
« Peccato che noi non siamo connazionali, Canadese.» rispose riprendendosi dallo stupore iniziale« Io e te siamo molto diverse.» scoccò la freccia senza l'ordine dell'altro ed essa s'infranse contro la protezione di Basel, che però vacillò e crollò riassorbita dal terreno.
« Siamo nei guai.» disse il ragazzo provando a rifare la barriera senza successo.
« Ricorda: schiva e colpisci.» annuì cupa Alix« E sopratutto fagli vedere cosa può fare uno Scriba figlio di Ade.».
La ragazza puntò la mazza contro il Sacerdote che aveva davanti, poi lo strinse tra le mani intrecciate ad occhi chiusi e lo puntò nuovamente contro l'uomo. Una serie di rampicanti avvinghiarono le gambe del malcapitato che provò a liberarsi dando ad Alix la possibilità di colpirlo con la mazza e fargli perdere conoscenza.
Saltò schivando una freccia e andando a dare un calcio in faccia al secondo Sacerdote che perse l'equilibrio ed inciampò sul compagno svenuto. Il terzo se ne corse via spaventato dalla rabbia della ragazza. Sembrava così semplice che per un attimo pensò che ce l'avrebbero fatta e che magari gli Egizi si sarebbero ricreduti sul volerli eliminare.
Quanto si sbagliava lo capì appena i Sacerdoti iniziarono ad usare il potere del sole lamentandosi che dovevano fare a metà con i Sacerdoti di Elios. I colpi erano talmente potenti che Alix temette che distruggessero la piazza, poi si ricordò che quella era Fede o Razionalizzazione e che non stava realmente succedendo. Era tutto nella loro testa e magari se non avesse creduto a quei lampi infuocato avrebbe potuto anche vincere la battaglia. Peccato che fosse impossibile non crederci mentre schivava i colpi e le si annerivano i vestiti.
Stava sudando e si sentiva come un pollo dentro ad un forno. Per lei era praticamente impossibile combattere con quella cappa afosa, ma Basel sembrava trovarsi abbastanza a suo agio con tutto quel caldo, tanto che si era tolto i primi due strati di giacche. Ciò non la sorprese più di tanto: era figlio di Ade. Lei, però, era figlia della Luna, amante dell'aria fresca serale, non del caldo estivo.
Al decimo attacco che parava con un potere a specchio crollò a terra ansimando. Si voltò a pancia insù e vide la donna francese sormontarla con le mani sui fianchi. Capelli e occhi sembravano magma solare incandescente, come se lei fosse stata quell'astro in persona.
« Tu non sei un'Egizia normale.» notò con la sua solita r moscia e quella sua aria snob e sfottente.
« E tu... non sembri... una Sacerdotessa normale.» rispose Alix tra un respiro e l'altro tenendogli occhi socchiusi a causa della luce che quella persona emanava.
« In fondo non siamo così diverse io e te, no? Posso capire che sia io che te abbiamo un carattere... difficile.» il caldo era insopportabile, si sentiva tutti gli organi interni sfrigolare come dentro ad una pentola a pressione.
« L'hai detto tu, io sono Canadese e tu Francese. Siamo diverse.» chiuse gli occhi perché era aumentata la luce.
« Vero, e l'Ambasciatore Canadese non è nemmeno uno dei più simpatici, ma io e te abbiamo una personalità confusa, una personalità quasi doppia e incontrollabile.» fece apparire una freccia dorata tra le dita« Puoi sempre decidere se metterti dalla mia parte e aiutarci a capire le trame degli Egizi, oppure vedere la mia parte cattiva.».
« Vediamo: una Greca mi ha quasi ucciso e degli Egizi ritengono che sia io la causa della guerra. No, non ti posso essere utile.» aprì gli occhi cercando di sopportare il calore e l'aura accecante di quella donna.
« Che peccato.» ruotò la freccia e la impugnò come un pugnale mentre l'aria si faceva arida e irrespirabile« Addio, Egizia.».
Alix alzò la mazza dicendo "Riflesso" in Egizio. Si creò come una cupola candida che scaraventò la donna lontano. La ragazza si alzò con un salto: non sentiva più caldo, non sentiva più il suo corpo andare a fuoco. Ora c'era solo freddo dentro di lei, freddo e rabbia. Si lanciò sulla donna con la mazza alzata. Voleva farle male, voleva sentire il suo dolore e la sua paura. Voleva vederla soffrire.
"Alix." la chiamò qualcuno, ma lei fece finta di niente. "Alix." la ragazza non si fermò "Alix, calmati.". S'arrestò con il respiro affannoso e gli occhi sgranati come un toro inferocito sulla Greca stesa a terra. "La Luna riflette tutto, anche i comportamenti peggiori di Apollo. Non farti influenzare dal Sole.". Continuò a fissare la donna che sembrava spaventata o divertita, non capiva bene. Fece un respiro e abbassò la mazza. Il caldo ricominciò a consumarla e l'afa estiva a soffocarla. Crollò in ginocchio avida d'aria fresca inesistente, poi iniziò a sentire la bocca impastata e asciutta.
« Per un attimo ho temuto che mi uccidessi.» sorrise la Greca alzandosi e rigirandola freccia dorata tra le dita« Ma a quanto pare sei solo una ragazzina con un dono un po' speciale.».
Alix crollò su un fianco annaspando e ansimando con la gola secca. Il terreno sembrava polvere arida e inerte che si alzava ad ogni suo soffio. Il caldo era veramente insopportabile, se non moriva incenerita dal sole o trafitta da quella freccia dorata, di certo sarebbe morta disidratata.
« Soffri per il caldo, il che è strano.» continuò la donna come se la divertisse la sofferenza della ragazza« Gli Egizi hanno sempre vissuto nel deserto, come fai a non sopportare il calore?» si abbassò e le guardò gli occhi divertita, poi notò qualcosa e divenne più seria. Si alzò e disse qualcosa in greco agli altri sacerdoti. Il caldo si spense e le pietre di Piazza San Pietro tornarono tali, senza un filo di polvere.
Alix si alzò a sedere facendo profondi respiri. La testa le girava e si sentiva febbricitante, ma l'aria fresca che arrivò lì una volta svanito l'effetto dei Sacerdoti le dette sollievo. Continuava ad ansimare e sentiva la gola secca, ma provò ugualmente ad alzarsi in piedi. Crollò di nuovo a quattro zampe facendosi male alle ginocchia e ai palmi delle mani.
« Alix! Ehi, Alix!» esclamò Basel raggiungendola« Tutto bene?».
Non riuscì a rispondere, ma provò a fargli capire che per lei era tutto a posto.
« I Greci se ne stanno andando.» Alix alzò lo sguardo e vide la donna bionda che faceva sparire la freccia dorata mentre i Sacerdoti si avvicinavano a lei compatti.
« Mi hai sorpreso, Egizia.» disse guardandola nuovamente divertita con quei suoi occhi ustionanti« Ci rivederemo, Prescelta.» iniziò a diventare più luminosa come tutti gli altri,quasi formando un cerchio accecante« Oh, e tanto per informarti, io non sono una Sacerdotessa di Apollo: sono sua Figlia.» detto ciò svanì in un flash con i suoi compagni.
Alix e Basel rimasero a guardare il punto vuoto, poi il ragazzo disse:« Chissà cosa voleva dire.».
La ragazza provò a rispondere che non lo sapeva, ma era troppo debole anche solo per spiegare. Iniziò a vedere tutto opaco, infine si fece tutto buio.

Culture- La guerraWhere stories live. Discover now