XXIV-Uniti nella diversità

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Andrew, Lucrezia, Tommaso, Alix e Basel

« LUCREZIA!» urlò Andrew, ma ormai era troppo tardi« FERMATI!».
« LUCY!» si era aggiunto Tommaso con voce rotta« STAI SBAGLIANDO!».
I vestiti della ragazza Egizia presero immediatamente fuoco e lei si buttò rotolandosi nella neve urlando di dolore. Le fiamme si spensero subito, ma Andrew dovette bloccare Lucrezia perché non infierisse sulla ragazza stesa a terra ansimante.
« Lasciami!» urlò dimenandosi. Sembrava mettere tutta la sua energia nel cercare di attaccare la ragazza a terra, gli occhi sgranati di una folle furia omicida« Se non la uccido adesso eliminerà tutti e tre!».
« Lucrezia.» disse gentilmente, ma non servì a calmarla, così esclamò« Lucrezia!».
« Lei sta con Alfadur! Lei e alleata dei Greci! Lei vuole fare del male a Tommaso!» respirava come un toro imbufalito cercando di muovere la bacchetta per evocare qualche nuova magia.
« Ascoltami!» la girò e appoggiò la fronte sulla sua costringendola a guardarlo negli occhi, usava quel metodo quando un bambino o un ragazzino cercavano di vendicarsi su un bullo dando di matto e rischiando di farsi solo male. Era l'unico modo per calmarli e farli ragionare: costringerli al proprio sguardo ferreo« Lei è Egizia, come potrebbe essere alleata dei Greci?».
« Ha usato le radici!» gli occhi scattavano da altre parti come a cercare di vedere dov'era la sua vittima« Ha usato la magia di Alfadur!».
« Ma lei non è Norrena, non ha usato sicuramente quella magia.» sentiva il suo respiro grosso e la sua rabbia inarrestabile, come se non fosse in se« Smettila di ragionare come Dio e ragiona come Lucrezia!».
Singhiozzò come colta alla sprovvista, poi la rabbia scivolò via e iniziò a piangere:« Cos'ho fatto.».
« Il primo passo è accorgersene.» la guardò serio« Ora vedo come sta così ti calmi. Resta qui con Tommaso.» si allontanò e si avvicinò all'Egizia mentre un altro ragazzino le stava vicino e continuava a ripetere "Alix! Alix!" e altre cose a lui incomprensibili. Aveva i capelli castani con una frangia metà rossa e metà nera che gli copriva l'occhio destro. Il sinistro era turchese pallido, mentre la pelle era color caffè latte.
« Come sta?» chiese Andrew, ma il ragazzino sguainò un khopesh rosso fuoco e glielo puntò contro costringendolo ad alzare le braccia« Ehi! Calma! So che la mia amica non è stata delicata, ma se posso fare qualcosa.».
Il ragazzino esclamò in una lingua a lui sconosciuta e non smise di guardarlo torvo. Era comunque meno agitato di Lucrezia e sembrava anche più spaventato che combattivo.
« Come vi chiamate?» provò Andrew a chiedere tranquillo« Da dove venite?».
« Alix e Basel.» rispose senza abbassare la lama« Veniamo dall'Ade.».
« Dall'Ade? Da sotto terra?» il ragazzino annuì« Siete voi!» Andrew sorrise eccitato facendolo sobbalzare« Dovevamo incontrarci, almeno credo. Posso visitare la tua amica?>>.
« Mi posso fidare?» domandò Basel scettico.
« Sì, ti puoi fidare.» il ragazzino abbassò la lama e Andrew si inginocchiò vicino alla ragazza. Teneva gli occhi chiusi e aveva i vestiti molto consumati. Fortunatamente non presentava bruciature gravi, anche se le fasciature che aveva sulle braccia si erano sfaldate. La pelle ambrata era appena più chiara di quella del ragazzino, inoltre aveva i capelli neri e lisci fermati da una coroncina come gli Indiani d'America« Va curata dove si era ustionata precedentemente, inoltre ha un taglio qui sulla coscia e sembra recente.» iniziò a riflettere« Ha usato delle radici come arma?».
« Ha imparato ad usare questa magia da poco, per un attimo ho temuto che fosse... ecco... impazzita.» lo disse con una nota di amarezza« Ogni tanto le capita.».
« Come se cambiasse personalità?» domandò intuitivo.
« Esattamente.» annuì Basel cupo. Era diventato docile in un attimo, anche più in fretta di quanto Andrew si aspettasse.
« Ma certo!» prese dalla tasca la statuetta di Khonsu, se la rigirò tra le dita, poi disse« Lo riconosci?».
« Kons?» strinse un po' gli occhi.
« Precisamente. Lei è collegata in qualche modo alla Divinità Egizia della Luna, vero?» il ragazzino annuì« Vediamo se...» aprì una mano della ragazza e le fece stringere la statuetta. Le ferite e le ustioni si rimarginarono subito e lei aprì gli occhi verdi venati di nero« Salv...» gli dette un pugno sul naso che lo fece cadere all'indietro, poi si alzò e si scagliò su Lucrezia che si buttò di lato appena in tempo tirandosi dietro Tommaso.
« ALIX!» urlò il ragazzino.
« Figlio di Khonsu!» esclamò Andrew alzandosi e constatando che il naso non si era rotto ne che usciva sangue« Sei Figlia di Khonsu, vero?».
Alix gli scoccò un occhiataccia, poi lasciò cadere la statuetta e disse:« Non ne voglio parlare.».
« Bé, invece ne dovrai parlare se dobbiamo viaggiare assieme.» sorrise sicuro.
Lo guardò penetrante:« Scordatelo.».
« Ma il destino...» provò a dire.
« Fin adesso mi ha dato solo schiaffi. Scordatelo che io venga con voi.» si sistemò uno zaino con una bandiera canadese sulla schiena e s'incamminò« Se tu vuoi unirti a loro fa pure, Basel.».
« Ma Alix...» replicò il ragazzino.
« Io ho chiuso! Va bene essere quasi uccisa dalla mia insegnante, ma dover dividere il resto di non so bene cosa con una Figlia di Apollo che potrebbe incenerirmi, no grazie.» ringhiò minacciosa.
« Non sono una Figlia di Apollo.» rispose Lucrezia che si era ripresa da tutto quello che era successo, o quasi. Studiava la ragazza con un misto di sollievo, paura ed istinto omicida. Cercava di tenere a freno l'ultima parte, tanto che aveva lanciato lontano la bacchetta per paura di poterla usare.
« Hai cercato di uccidermi, per me sei una nemica.» si voltò a guardarla« Non ti uccido solo per non lasciare quel bambino senza sorella.».
« Non avrai freddo?» domandò Andrew.
« Va benissimo!» sparì in mezzo agli alberi.
« Perché le donne sono così irritabili?» sbuffò e guardò Basel« Tu che fai?».
« Ecco...» arrossì diventando dello stesso colore della frangia« Credo che starò con voi.».
« Questo è lo spirito giusto!» gli dette una pacca sulla spalla sorridendo« Benvenuto nel gruppo! Io sono Andrew, lei è Lucrezia e lui è Tommaso. Siamo tutti Prescelti.».
« Non è sicuro.» constatò Lucrezia fulminandolo.
« E invece sì.» la guardò sicuro di se« Si sta avverando tutto.».
« Dovremmo essere cinque o sbaglio?» incrociò le braccia testarda.
« Dettagli... e poi il quinto è tra gli alberi.» raccolse la statuetta di Khonsu e se la mise in tasca, poi iniziò a camminare verso l'accampamento.
« E non vuole stare con noi.» puntualizzò Lucrezia recuperando la bacchetta e la lancia con un fremito, come se avesse paura che prendessero vita e si scagliassero su qualcuno di loro. Andrew lo notava già da un po', ma non voleva metterla in agitazione. Pensare che avesse qualcosa di pericoloso l'avrebbe resa solo effettivamente pericolosa.
« Per colpa di qualcuno.» precisò cercando di sembrare il più accusatorio possibile.
« Cosa stai insinuando?» strinse la lancia, ma si trattenne dall'alzarla.
« Non si parla male degli assenti.» guardò il cielo e si mise le mani dietro alla nuca cercando di pensare ad altro« Avrai fame, Basel.» lo stomaco del ragazzino brontolò« Lo prendo per un sì. Conosci Yu-Gi-Oh?».
« Più o meno.» rispose Basel quasi incuriosito dalla domanda.
« Magic?» era il suo modo di iniziare una conversazione. Di solito i ragazzi di quell'età amavano i giochi di strategia a carte e Andrew non faceva eccezione.
« No.» scosse la testa sempre più perplesso e stringendosi nella giacca per il freddo.
« Pokémon?» insistette.
« Sì.» Andrew esultò« Ma non ho le carte con me.».
« D'oh!» esclamò cupo.
« Ma si può sapere perché pensi sempre a queste cose?» lo ammonì Lucrezia.
« Tu pensa al tuo "Dio" sadico e io penso alle mie carte.» va bene non dirglielo apertamente, ma prima capiva(almeno secondo lui) meglio era.
« Non bestemmiare.» lo redarguì con un ringhio.
« Non ho bestemmiato.» si difese Andrew« Preferisci che dica "Dio usato per fare stragi di innocenti"?».
« Sì.» sbuffò contrariata.
« Va bene.» sorrise e continuò a camminare.
« Ma fanno sempre così?» chiese Basel a Tommaso.
« Purtroppo sì.» rispose il bambino alzando le spalle« Chi li capisce gli adulti.».
Passarono molto tempo a conoscersi meglio, così Andrew scoprì che Basel era figlio di Ade, ma che era anche uno Scriba, che soffriva tantissimo il freddo, che il suo cognome era Al Shareni, che non era imparentato in alcun modo con Alix e che aveva vissuto per lo più in Turchia. C'erano così tante cose che dovevano scoprire l'uno dell'altro che alla fine fu Tommaso a proporre un idea: il gioco della bottiglia. Era un po' complicato sulla neve, ma Andrew riuscì a creare un disco di ghiaccio ruvido come i vetri fumé da adoperare come una specie di tavolino. Ogni tanto bisognava lanciarci sopra della neve perché con il fuoco si scioglieva, ma era pur sempre una soluzione.
Proprio mentre giocavano, però, apparve Alix dagli alberi. Si era cambiata e portava una maglia a maniche lunghe color banco panna, solo che aveva arrotolato le maniche come se avesse avuto caldo. Pensare che andava in giro con Basel tutto imbacuccato e tremante era difficile da credere. Molto difficile.
« Sono solo venuta a riportare il geco a Basel.» disse lasciando l'animaletto in mano al ragazzino senza guardarli« Torno da Félix.» sparì nuovamente.
« Félix?» domandò Tommaso.
« È la sua civetta delle nevi, e lei è Nefti.» spiegò Basel indicando il geco che gli era salita sulla spalla.
« Allora anche voi avete un animale guida.» constatò pensieroso Andrew.
« Animale guida?» domandò Basel.
« Come la mia adorata Line!» la serpentina scivolò da un braccio all'altro facendo rabbrividire Lucrezia.
« Veramente si chiamano Famigli.» puntualizzò la ragazza come un topo da biblioteca.
« Disse quella che non credeva nella magia.» la rimbeccò Andrew tra un finto colpo di tosse e l'altro.
« Non ho detto questo.» specificò stringendo la bacchetta come a convincere se stessa prima degli altri.
« Comunque: lei è Line mentre i loro...» provò a dire.
« Famigli.» sottolineò la ragazza.
« Sono una cornacchia grigia e un corvo.» concluse ignorandola.
« Lei è Aìbell.» spiegò Tommaso mentre la corvina gli si appollaiava sulla spalla e lui iniziava a grattarla sotto la testa« Posso capire cosa dice.».
« Lui invece è Cailte.» aggiunse Lucrezia indicando la cornacchia grigia che li guardava austero da un ramo.
« Non può essere un caso.» constatò Andrew« Insomma: siamo i Prescelti...».
« Forse.» sbuffò Lucrezia.
« E abbiamo tutti degli animali guida.» continuò imperterrito.
« Famigli.» puntualizzò seria.
« Ci siamo incontrati in modi "strani" e dobbiamo proseguire assieme.» concluse risoluto cercando di darle meno corda possibile.
« Abbiamo una strada da seguire?» domandò Basel incuriosito. Non sembrava abituato ad avere punti ben precisi da raggiungere.
« Assolutamente no!» sorrise alzando il pollice tranquillo« Comunque dobbiamo aspettare che Alix si convinca ad unirsi a noi.».
« Capisco.» guardò in basso« Temo che bisognerà aspettare molto.».
« Cioè?» domandò perplesso.
« Non la conosco da tanto, ma posso dire che può diventare parecchio testarda.» si strinse nuovamente nel piumino. Benché fosse il più vicino al fuoco proprio non riusciva a scaldarsi.
« Perché tutte le femmine sono testarde e istintive?» constatò Andrew cupo.
« Parli come se conoscessi molte persone del gentil sesso.» sbuffò Lucrezia sentendosi presa in causa, era difficile non notarlo.
« Ne conosco abbastanza.» si alzò e si stiracchiò, poi guardò l'orologio« Si sono fatte le dieci di sera, meglio se riposiamo un po'.» prese una ciotola ed un cucchiaio.
« Dove vai?» domandò immediatamente la ragazza.
« Va bene che non vuol stare con noi, ma non credo che Alix abbia mangiato.» sorrise senza scomporsi« Vieni anche tu, Basel?».
« No. Temo sia arrabbiata con me perché non sono rimasto con lei, e quando è arrabbiata mi fa paura.» fece un sospiro profondo« Non è che mi faccia paura, ma diventa violenta e non vorrei che...ecco...».
« Va bene.» alzò le spalle« Io vado.».
« Non ti porti l'arco?» domandò Lucrezia.
« Come se fosse pericolosa.» scosse la mano con uno sbuffo.
S'incamminò tra gli alberi con la ciotola fumante e una torcia in mano. Dovette camminare parecchio prima di trovare Alix seduta con le ginocchia strette al petto. Appena sentì che era arrivato alzò la mazza in segno di attacco squadrandolo con gli occhi verdi. Ora erano venati d'argento.
« Oh, sei tu.» sbuffò ritornando a raggomitolarsi« Che vuoi?» .
« Ti ho portato un po' di zuppa, immagino tu non abbia mangiato.» sorrise Andrew.
« Mi so arrangiare.» le brontolò lo stomaco« Ripeto, mi so arrangiare.».
« Non metto in dubbio questo, dico solo che hai fame.» lo disse come a dare voce al suo stomaco.
Sbuffò:« Va bene, ho fame. È un problema?».
« Assolutamente no.» si sedette accanto a lei e le passò la ciotola« Ma questa può aiutare.».
Lei lo guatò, poi prese la ciotola:« Non è che mi avveleni?».
« Il tuo amico Basel mi scuoierebbe con il suo khopesh.» sorrise rassicurante. Lei lo guardò scettica, come se l'idea di vederlo scuoiato da Basel fosse assurda.
« Come sta?» domandò cercando di sembrare il più fredda possibile. Aveva un qualcosa di infantile che la rendeva coccolosa come un orsetto grizzly. Piccola, morbida e pericolosa. Non era decisamente come Lucrezia, ma neanche come Verena. Qualcosa che Andrew non riusciva ancora ad identificare completamente.
« Bene, credo.» disse risoluto, poi con un'alzata di spalle aggiunse« Lucrezia non ha cercato di ucciderlo, immagino sia un bene.».
Un attimo di silenzio.
« Davvero non è Figlia di Apollo?» annuì« E di Ra?».
« Gli déi Egizi non hanno figli.» lo guardò male« Eccetto Khonsu,  ovviamente.».
« Legata al Sole in qualche modo?» sembrava che il sole le mettesse agitazione, forse era per quello che non sentiva freddo.
« Conosce Mog Ruith, il dio Irlandese Guercio del Sole, ma credo che non siano in buoni rapporti.» alzò nuovamente le spalle.
« Allora come ha fatto a...» iniziò esasperata.
« È istintiva e iperprotettiva.» rispose Andrew prima che finisse la frase« Ti ha visto usare le radici e ha pensato fossi una nemica, non ti preoccupare. Ci sono passato anch'io e ancora adesso non si fida.» la guardò« Mangia altrimenti si fredda.».
« Non sei mia madre.» prese una cucchiaiata« Buona.».
« Ti avevo detto che non ti avvelenavo.» sorrise« Cosa mi racconti?».
« In che senso?» domandò perplessa.
« Per esempio come siete finiti nell'Oltretomba e siete arrivati qui.» incalzò. Era molto curioso, sopratutto quando si trattava di meccanismi religiosi. Sapeva come funzionava la mitologia egizia grazie ad alcuni libri, ma un mix di greco ed egizio voleva dire o qualcosa di straordinariamente pericoloso, oppure qualcosa di straordinariamente potente.
« Basel è figlio di Ade e ha aperto un passaggio con una reliquia napoletana.» spiegò mandando giù un secondo cucchiaio di zuppa.
« Sangue di San Gennaro?» annuì« Ma voi credete?».
« Dipende a chi e a cosa.» mandò giù un'altra cucchiaiata« Anche se ormai credo in tutto.».
« Quindi prima eri Cristiana?» Andrew aveva una sorta di malsana ossessione per i Cristiani: non li capiva e non li sopportava. Non aveva problemi con le altre religioni, ma il Cristianesimo proprio non riusciva a farselo piacere. Lo vedeva finto, spoglio, bigotto ed abbietto, ma forse erano solo sue congetture.
« Ma anche no!» esclamò Alix squadrandolo minacciosa e tenendo il cucchiaio tra i denti seria« I miei nonni sono Ebrei ed io ho imparato da loro.».
« E tua madre?» chiese Andrew.
« Sacerdotessa di...» sbuffò« Quello la su!» indicò la Luna.
« Adesso capisco come si sono conosciuti.» estrasse la statuetta di Khonsu« Questa è tua.».
« Non la voglio.» si voltò dall'altra parte« Toccare reperti mi fa male.».
« Sicura?» annuì e lui la rimise in tasca« Sai, anch'io ho dei problemi con mio padre.».
« È diverso.» liquidò muovendo la mano« Non è un dio che credevi fosse morto.».
« No, ma ho sperato tante volte che lo fosse.» si stesse in mezzo alla neve guardando il cielo stellato e limpido« Lui è Loki.».
« Quello degli Avangers?» domandò perplessa.
« No, la Divinità Norrena.» puntò lo sguardo sulla costellazione del Ofiuco« Non l'ho visto per diciotto anni e, bé, non l'ho trattato proprio bene la prima volta che si è fatto vivo.».
« Almeno tu l'hai visto.» notò cupa« Lui non si fa mai sentire, non mi manda un segno e le Arpie hanno detto che... ma perché ne sto parlando con te?!».
« Forse perché inizi a fidarti.» sorrise« Lo so, non sono la persona a cui dai fiducia subito.».
« Allora non sei il solo.» disse.
« Cioè?» chiese guardandola. Gli occhi della ragazza sembravano più chiari. Più tranquilli e meno pericolosi.
« Hai amici?» domandò cogliendolo alla sprovvista.
« Tommaso, ma è un bimbo di otto anni.» rispose alzando le spalle e creando un solco nella neve.
« Il mio primo amico è stato Basel.» si stese accanto a lui« Almeno credo: non ho mai avuto amici.».
« Nemmeno io.» iniziò a riflettere« Potremmo essere amici io e te.».
« Perché sei così buono?» domandò« Insomma: sei figlio di Loki.».
« Loki non è cattivo. Non quanto lo descrivono, insomma.» si alzò e la studiò mentre guardava la Luna. Era da quando aveva quella statuetta che si chiedeva come sarebbe stato il figlio di Khonsu e ora che ce l'aveva davanti faceva fatica a crederci. Una ragazza di sedici anni che non aveva un posto nel mondo e che non sapeva cosa le sarebbe successo. La vedeva forte e risoluta come una Regina Egizia, ma anche vulnerabile come un bambino appena nato e tempestosa come un mare forza otto. Tendenzialmente capiva le persone in un attimo, ma lei proprio non riusciva ad inquadrarla. O forse non era possibile.
« Tu lo sai che secondo alcuni sei la causa della guerra, vero?» disse senza smettere di guardarla« Cioè, sei consapevole di ciò?».
« Certo, ma al momento non ho paura degli Egizi: i Greci possono essere peggio. Molto peggio.» rispose cupa.
« E tu cosa pensi della guerra?» chiese.
« Che voglio fermarla. Voglio che smettano così potrò tornare a casa.» mentre lo diceva sembrava una bambina spaventata. Ecco di nuovo quella sensazione di non poter mai capire chi fosse la vera Alix, quale delle due o più fosse quella autentica. Perché una di loro doveva essere quella autentica. Se valeva per Lucrezia doveva valere anche per la Figlia di Kons.
« Più o meno quello che penso io.» ammise Andrew tornando a stendersi« Anch'io voglio fermare la guerra, ma ho paura a tornare a casa: se non fosse la fine rischierei di fare del male alle persone a cui voglio bene.».
« Tua madre?» chiese. Lui annuì, poi si stiracchiò e sbadigliò.
« Hai pensato se venire con noi o no?» domandò cercando di cambiare argomento.
« Te lo saprò dire domani mattina.» si alzò e s'infilò in un sacco a pelo verde« La notte porta consiglio!».
« Va bene, ma domani voglio una risposta.» prese la ciotola vuota e fece per andarsene.
« Andrew. Sei più simpatico di quanto immaginassi.» chiuse gli occhi« Grazie.».
« Figurati, è mio dovere aiutare le donzelle in difficoltà.» sorrise rassicurante.
« Chiamami di nuovo donzella e spererai di non avermi aiutata.» sorrise come un bambina che ha appena fatto un dispetto« Buonanotte!».
Lui tornò all'accampamento constatando che Basel e Tommaso erano crollati nel mondo dei sogni uno accanto all'altro. Basel si era infilato nel sacco a pelo con tutta l'imbottitura che aveva addosso, mentre Tommaso aveva portato il suo sacco a pelo vicino a quello del ragazzo ripetendo praticamente il suo gesto. Lucrezia era seduta accanto al fuoco e studiava il danzare delle fiamme, la luce le si rifletteva negli occhi dandogli un colorito rossastro.
« Com'è andata?» domandò a bassa voce notandolo arrivare.
« Oserei dire che è peggio di te, ma la insulterei.» rispose sedendole accanto.
« Simpatico.» tornò a guardare le fiamme« Come sta?».
« Si è ripresa bene.» alzò le spalle.
« Mi dispiace così tanto: credevo che...» scosse la testa confusa.
« Ehi! È viva e forse viene con noi, non devi fartene una colpa.» la guardò fare un gran sbadiglio« Meglio se andiamo a dormire anche noi.».
« Non ho sonno.» si strofinò un occhio« E poi devo fare la guardia.».
« Non c'è Dio a vegliare su di te?» gli mollò un pugno sulla spalla« Ho capito, me la potevo risparmiare.» lei chiuse e riaprì gli occhi un paio di volte come a costringersi a stare sveglia.
« Cosa ti ha detto?» chiese curiosa.
« Niente di rilevante, almeno credo. È arrivata senza sapere bene nemmeno perché fino a qui e come noi non sa cosa le prospetta il futuro.» rise« In compenso ho capito che mi dovrò occupare di quatto bambini.».
« Come scusa?» sbadigliò.
« Ti stai comportando da bambina non andando a dormire.» mosse l'indice come un insegnante con uno studente indisciplinato.
« E tu ti stai comportando da madre protettiva.» sbuffò di risposta.
« Mi ci dovrò abituare.» si alzò« Sai che c'è? Fai come ti pare, io vado a dormire.» stese il sacco a pelo vicino a Basel e Tommaso, poi ci si infilò dentro« Buonanotte.».

La mattina un urlo lo svegliò di soprassalto. Aveva riconosciuto la voce di Lucrezia, così all'inizio pensò che Line le si fosse nuovamente infilata nel sacco a pelo, invece la serpentina gli strisciò sul petto e lo guardò con gli occhietti neri come richiamata dal suo pensiero. Basel e Tommaso non c'erano e la cosa non gli piacque per niente.
« Oh, cavolo!» disse temendo che avesse ricominciato a litigare con Alix.
La situazione era molto più complicata di quanto pensasse: quattro figure circondavano Lucrezia, Tommaso e Basel che, armi in pugno, si difendevano da incantesimi e colpi di spada. La ragazza si teneva la spalla sinistra dove la maglia di lana si macchiava di rosso sangue. Tornò silenziosamente indietro e recuperò l'arco e le frecce, poi si preparò ad attaccare gli aggressori incappucciati. Aveva la strana sensazione che non fossero Druidi Irlandesi, e la cosa li rendeva ancora più spaventosi.
Incoccò una freccia e la scagliò verso i piedi di quello più vicino.Quest'ultimo la scansò con un agile salto, poi guardò nella sua direzione e sorrise con le labbra da donna che spuntavano da sotto il cappuccio. Scomparve e gli riapparve dietro alla velocità di un lampo. Ebbe il tempo di voltarsi che una ginocchiata gli arrivò alla bocca dello stomaco e lo fece rotolare verso il gli altri.
« Ehi! Ho trovato il quarto!» esclamò chi l'aveva colpito mentre lui si alzava dolorante per il colpo« Che peccato, manca proprio chi volevo incontrare.».
« Chi?» chiese quello alla sua destra.
« La quinta, bien sure!» esclamò con smaccato accento francese« Sai quella di cui ti ho parlato!».
« Oh.» si guardò intorno« Dovrebbe essere da queste parti.».
« Se n'è andata.» disse Andrew« Non è voluta rimanere ed è andata via.».
Basel ebbe un sussulto e Lucrezia lo guardò scioccata mentre si avvicinava a loro in modo che fossero schiena contro schiena. Tommaso rimase a studiare chi aveva di fronte.
« Davvero?» domandò la ragazza mentre le figure giravano attorno a loro.
« Lo spero per le...» Alix spuntò dalla foresta stringendo la mazza in alto. Colpì l'uomo davanti ad Andrew e si lanciò sul ragazzo urlando qualcosa per darsi carica. Il panico lo pervase: non poteva scagliare una freccia e colpirla, ma non poteva nemmeno permetterle di colpirlo a sua volta. Avrebbe dovuto provare a capirla il giorno prima, avrebbe dovuto cercare di fermarla senza farle male. Avrebbe potuto anche chiamarla prima invece di buttarsi in battaglia. Altro che mamma protettiva, era uno stupido egocentrico. Uno stupido egoista che si spacciava per altruista.
« Abbassati.» sibilò Lucrezia« Ora!».
Lui lo fece e sentì un peso sulla schiena, come un grosso felino che usava la sua spina dorsale come trampolino.

Culture- La guerraWhere stories live. Discover now