XXV-Una nuova cooperazione

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Tommaso, Andrew, Lucrezia, Alix e Basel

Guardò in alto mentre la figura della ragazza dai capelli neri conosciuta il giorno prima gli volava sopra e spingeva a terra la donna che gli stava davanti facendole cadere il cappuccio. Il suo cuore perse un colpo vedendo Suzette Departement.
« Lucy.» deglutì stringendo ancora di più la spada« Sono gli Ambasciatori.».
« L'avevo notato.» rispose la sorella seria. Aveva una strana aura potente che la circondava che lo faceva rabbrividire, oppure era semplicemente la lancia di Lúg a dargli quella sensazione.
« Quali Ambasciatori?» chiese Basel.
« È una storia lunga: sappi che davanti a te c'è l'Ambasciatore Greco Babylas Gonias, mentre davanti a te, Andrew, c'è l'Ambasciatore Americano Bill Edward Connors.» spiegò la ragazza con rapidi scatti degli occhi« Io me la vedrò con Jonathan MacPrince, Ambasciatore Inglese.».
« E io?» domandò Tommaso. Non voleva sentirsi inutile. Solo perché era piccolo non voleva dire che non potesse combattere.
« Non farti ammazzare, semplice!» disse Lucrezia.
« Ouch!» esclamò Connors alzandosi a sedere e massaggiandosi la testa« Non pensavo che una mazza egizia facesse così male.».
« E non hai ancora sentito le frecce del caos.» rispose Andrew incoccando un dardo.
« Oh, che paura.» mosse lievemente la mano, poi si alzò« Adoro la Norvegia.».
« Ne sono felice.» Andrew provò a fare un passo avanti, ma scoprì di avere le gambe bloccate nel ghiaccio« Ma cos...» si parò con l'arco mentre Connors cercava di colpirlo con la spada a destra.
« Non esagerare, Bill.» disse MacPrince« Lui deve rimanere integro.».
« Quale onore.» sbuffò Andrew mantenendo la posizione.
« Ma volevo divertirmi, visto che non ci sono riuscito con loro!» esclamò Connors indicando Tommaso che arrossì. Un po' era l'imbarazzo, un po' per la rabbia, un po' per il pessimo ricordo a cui quella frase era legata.
« Scusa se non siamo diventati ghiaccioli, la prossima volta ti faremo questo favore.» rispose Lucrezia distogliendo un attimo lo sguardo.
« Non ci sarà una prossima volta, mia cara!» MacPrince le si lanciò addosso con la spada rosso sangue pronta a colpirla di sorpresa, ma Tommaso sfrecciò tra i due e bloccò il colpo con la Claim Solais.
« Prova a rifarlo e la tua lama non sarà la sola rosso sangue.» disse il bambino serio. Non si voleva sentire inferiore, inoltre non poteva permettere a qualcuno di fare male a Lucrezia. Soprattutto a MacPrince.
« Scusami, ma non sei tu il mio nemico.» gli dette un calcio allo stomaco e lo fece rotolare in mezzo alla neve« Ho un conto in sospeso con tua sorella.» indicò un taglio sulla guancia non troppo profondo e che sembrava guarito di recente.
« Oh, quello!» disse Lucrezia con la lancia spianata« Non lo voglio indietro, grazie. Era un regalo.».
« No, te lo restituirò con gli interessi.» le si lanciò nuovamente contro e qualcosa colpì Tommaso al fianco.
« Ciao Tommaso, sono Alix.» disse la ragazza dai capelli neri« Scusa, ma ho da fare. Non c'è tempo per le presentazioni.» piantò la mazza a terra e disse qualcosa in una lingua che non capì. Delle radici uscirono dal terreno e si avvinghiarono alle gambe della Departement.
« Ehi!» esclamò l'ambasciatrice, poi aggiunse qualcosa in Francese che lui non comprese. Alix rispose nella stessa lingua alzandosi e puntando la mazza sulla donna. Tommaso si alzò a sua volta con i muscoli della pancia in fiamme dal dolore. Provò a focalizzare la situazione: Basel fermava ogni attacco di Babilas usando a volte la spada ricurva e a volte l'estremità opposta, ovvero un pennello; Lucrezia teneva testa a MacPrince con rapidi movimenti e tentativi di affondo con la lancia benché la spalla ferita; Alix aveva sotto scacco la Departement e la bombardava di dardi blu notte costringendola a difendersi; Andrew, invece, parava più che poteva i colpi di Connors che, però, l'aveva già ferito ad una coscia e ad un polso. Se solo avesse potuto sciogliere il ghiaccio che lo bloccava.
"Fuoco!" pensò "Ma io non so usare il fuoco, a meno che...".
Si avvicinò a Basel e Babilas senza farsi vedere, poi provò a richiamare l'attenzione del ragazzo da dietro Gonias. Il figlio di Ade lo guardò interrogativo schivando una serie di foglie spinose dirette verso di lui e scrivendo sul terreno un geroglifico, Babilas schivò una serie di rocce appuntite che spuntavano dalla terra ignorando Tommaso. Il bambino provò nuovamente a farsi capire a gesti dal compagno. Basel sgranò gli occhi, sorrise e fece l'occhiolino, poi segnalò di venirgli dietro. Tommaso annuì e il più silenziosamente possibile raggiunse il punto indicato dandogli le spalle.
« Al tre.» bisbigliò Basel parando una serie di spine lanciate da Babilas« Uno... due... ORA!».
Ruotò come un perno in modo che Tommaso fosse pronto a fronteggiare il Greco.
« Ehi!» esclamò l'uomo« Tu non eri contro di me.».
« Ora sì.» rispose il bambino con la spada pronta. Babilas fece un arco davanti a se con il braccio e una serie di spine grandi quanto il suo pugno partirono verso Tommaso. Il bambino si parò con la spada un paio di volte, poi si abbassò, rotolò nella neve e provò a colpire l'uomo alle gambe. Babilas saltò e superò Tommaso con una capriola sopra di lui. Il bambino si voltò rapidamente e fece per fronteggiarlo, ma l'uomo si stava dirigendo verso Basel che provava a liberare Andrew dal ghiaccio senza farsi prendere da Connors.
« Oh, no!» esclamò Tommaso correndogli dietro e saltandogli sulla schiena come una scimmia. Iniziò a dargli pugni sulla testa« Sono io quello che devi battere, bruttone!».
« Levati, moscerino.» rispose Babilas provando a farlo cadere, ma il bambino era ben saldo e non aveva alcuna intenzione di perdere l'equilibrio. Si allontanò solo quando la pelle del Greco iniziò a coprirsi di spine come un cactus . Saltò giù sorpreso e provò ad alzare il braccio con la spada, ma una radice lo bloccò stretto a terra. L'uomo gli fu in un attimo addosso e provò a colpirlo mortalmente al collo. Lui si spostò facendo ruotare il braccio sotto le radici e schivando la lama verde di Babilas. Il Greco non si arrese e provò a colpirlo nuovamente ricavando lo stesso risultato.
Tommaso impugnò la spada con la sinistra e si parò da un terzo attacco. Era molto più difficile dato che non era mancino, ma riuscì a tenere testa a Babilas. Quando l'uomo si allontanò per un nuovo attacco, il bambino pensò di tagliare le radici. Si bloccò iniziando a temere di tagliarsi il polso di netto. Non era abbastanza esperto e preciso per una cosa del genere, e perdere la mano destra era l'ultima cosa che voleva rischiare. Soprattutto in battaglia.
« Sei finito, Prescelto!» disse Babilas« Sentirai la forza di Pan!».
« Io sapevo che Pan era una Divinità buona!» disse qualcuno, poi una freccia nera e rossa tranciò le radici che bloccavano Tommaso e Andrew si posizionò tra i due« Ma a quanto pare ho studiato male.» usò l'arco come una mazza e mandò al tappeto Babilas« Tutto bene?».
« Per ora sì.» rispose il bambino alzandosi con un sospiro di sollievo.
« Bene!» sorrise« Senti, io mi occupo di questo qui e tu vai da Basel: acqua e fuoco non vanno bene assieme.».
Tommaso corse verso l'amico che stava evitando di rimanere ghiacciato, ma che non poteva evitare i getti d'acqua che Connors gli lanciava. Il bambino parò un getto con la spada rimandandolo al mittente che lo schivò con un salto.
« Come mai sei qui?» domandò Basel viola dal freddo dell'acqua.
« Ti aiuto! È così che si fa tra amici!» rispose Tommaso sorridendo e parando un secondo getto d'acqua.
« Tra amici?» chiese sorpreso.
« Sì, perché siamo amici da ieri sera, non ricordi?» non staccò gli occhi dal nemico.
« Va bene, amico... ecciù!» starnutì cercando di scrivere qualcosa nell'aria. Gli venne quello che sembra un pavone e si dissolse come se non avesse fatto nulla.
« Salute.» smorzò la traiettoria di un dardo di ghiaccio e si lanciò su Connors che si parò con una spada blu oceano come i suoi occhi. Un lampo illuminò il luogo a giorno.
« Alix!» gridò Basel cercando di guardare in quella direzione.
« La vostra compagna non sarà sopravvissuta a quell'attacco di Suzette.» rise l'Ambasciatore americano« Quella era la "Vendetta di Apollo", nessuno sfugge alla furia del Sole.».
« Come nessuno esce vivo all'oscurità della Luna... ecciù!» rispose Basel, ma non era convinto di ciò che diceva.
« Vai a vedere come sta, qui ci penso io.» disse Tommaso serio senza smettere di guardare Connors.
« Ma così sarai solo.» lo rimproverò il ragazzo.
« Me la caverò!» iniziò a salire la nebbia« Sto imparando qualche trucchetto anch'io.».
Basel annuì e corse nella direzione opposta mentre il bambino schivava un affondo cieco di Connors.
« Dove sei?!» urlò l'Ambasciatore guardando ovunque come disorientato« Da dove viene questa nebbia?!».
« Ora sentirai la vera potenza di un Semidio Irlandese.» rispose Tommaso spostandosi dalla parte opposta e colpendolo con l'elsa della spada allo stomaco. Connors sentiva solo i colpi, ma non vedeva da dove arrivavano, mentre il bambino colpiva preciso e poteva andare da una parte all'altra senza che l'uomo se ne accorgesse.
La sete di sangue tornò nuovamente e Tommaso iniziò a colpire con la lama le gambe e le braccia del nemico facendo lunghi tagli sanguinanti che macchiavano la neve sottostante. La nebbia iniziò a diradarsi proprio mentre cercava di colpirlo al petto. Connors si parò con la spada e spinse il bambino a terra bloccandolo con il suo corpo.
« Ops, la situazione si è ribaltata.» rispose, poi notò le iridi del bambino« Quegli occhi... no, non può essere!».
Tommaso ritirò le gambe e gli dette un calcio nello stomaco costringendolo a fare una capriola e allontanarsi.
« Non può essere! Credevo che...» si mise a ridere« Ora capisco perché mi ha chiesto quelle cose. Mamma mia!».
« Cosa? Chi?» chiese Tommaso rialzandosi.
« Lo saprai presto, se andrai all'altro mondo.» si lanciò sul bambino, ma si fermò ansante poco prima a causa delle ferite. Tommaso ne approfittò e provò a colpirlo, ma Connors gli colpì la gamba facendolo cadere. Il bambino rotolò e si rialzò pronto a battersi con il Greco che si preparava ad attaccare di nuovo. Babilas fece un fischio e MacPrince li raggiunse tenendo sollevata la Departements svenuta e una mano sull'occhio sanguinante, la lente degli occhiali era solo un buco di vetri rotti.
« Ci rivederemo, non è finita!» urlò l'Ambasciatore Inglese mentre tutti i Greci sparivano in un flash candido.
I ragazzi si guardarono tra di loro e si avvicinarono, ciascuno con le sue ferite e i suoi lividi. La prima a buttarsi in mezzo alla neve fu Alix che crollò di schiena ansimante. Era rossa e sudava, inoltre la maglietta aveva molti buchi di bruciatura. Il secondo fu Andrew che le cadde a destra con una gamba tremante e sanguinante, lo seguì Lucrezia che cadde opposta a loro. La punta della lancia era insanguinata e la neve sotto la spalla sinistra si macchiò di rosso. Tommaso cedette tra la sorella e il Norvegese mentre gli occhi gli tornavano neri e i dolori si facevano più acuti. L'ultimo a crollare fu Basel che si stese di pancia tra Alix e Lucrezia.
Rimasero lì, in formazione di stella, ad ansimare come lupi feriti. Erano ancora vivi, ma le ferite si sentivano e macchiavano con il rosso del sangue il manto candido che ricopriva il terreno. Nessuno si lamentò ne gemette dal dolore, nessuno disse niente. Rimasero silenziosi a respirare e a rinfrescarsi nella neve. Non c'era bisogno di parlare, c'era solo la necessità riprendersi dalla battaglia e sperare che non succedesse altro. L'adrenalina scivolava via e la realizzazione di quello che era successo si faceva strada nelle loro menti spingendo tra pensieri sul futuro e ricordi del passato. Qualcosa era cambiato e la realtà diventava più nitida, con la sua guerra, i suoi dolori e le sue vittorie. Tutto si faceva più unico e reale. Più fattibile.
« EVVAI!» esclamò Alix alzando le braccia al cielo e facendole ricadere pesantemente al suolo. Lucrezia e Tommaso piegarono la testa all'indietro a guardarla mentre si girava a pancia in giù e sorrideva con la faccia girata verso Basel« Ce l'abbiamo fatta! Abbiamo vinto!».
« Vinto?» domandò Andrew continuando a guardare il cielo« Vero,abbiamo vinto!».
Di nuovo il silenzio rotto dai respiri affannosi.
« Siamo una forza della natura!» aggiunse Alix entusiasta« Forse è vero che dobbiamo viaggiare assieme.».
« Avevi qualche dubbio?» sorrise Basel guardandola.
« Io ho ancora dei dubbi.» specificò Lucrezia tornando a guardare il cielo.
« Allora sei l'unica.» notò Andrew« Alix, poi hai deciso?».
« Ti serve una risposta?» disse la ragazza voltandosi a guardarlo« Mi sembra ovvio.».
«Va bene, è stato bello conoscerti e dovremo trovare un'altra Prescelta.» Alix trovò la forza di dargli un calcio.
« Ci divertiremo assieme!» esclamò Tommaso guardando le stelle« Non ci annoieremo ne ci separeremo mai.».
« Non esserne sicuro.» sbuffò Lucrezia« È troppo pericoloso per te.».
« Ma sorellona! È il nostro destino!» protestò ingrossando le guance.
« Morire?» domandò scettica.
« No! Fermare la guerra!» sorrise Basel« Sarà pericoloso, ma assieme possiamo fare qualunque cosa!».
« Hai smesso di tremare di paura?» notò Alix« Dov'è finito il Basel che mi ha accompagnata fin qui?».
« Si è fatto un un paio di ferite e gli hai insegnato a combattere.» rispose. Andrew iniziò a ridere« Che c'è?».
« Siete buffi!» rispose il ragazzo« Siamo buffi!».
« Siamo buffi?» s'indispettì Lucrezia.
« Sì, siamo buffi.» rise ancora più forte« Abbiamo caratteri diversi, credenze diverse, nazionalità diverse eppure non abbiamo aspettato per difenderci a vicenda.».
Cadde nuovamente il silenzio, poi Alix in modo infantile disse:« Scusate, qualcuno ha un cellulare da prestarmi?».

Culture- La guerraWhere stories live. Discover now