CHAPTER 28

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POV Gianluca:

Uno strappo. Dal velo ovattato che mi stringe adesso filtra della luce, una lama bianca che si va via via allargando mentre mi sforzo di aprire gli occhi. Alla fine la resistenza delle palpebre cede e la prima immagine che mi si proietta davanti è la faccia preoccupata di Ignazio...e io che mi aspettavo come minimo una bella infermiera con i capelli biondi. Si vede che non è giornata. Anzi, a dire il vero non saprei dire che giorno sia, né dove sono.

Ignazio mi scuote e finalmente riesco ad alzarmi. Uhm, che cosa ci faccio in una stanza sporca e maleodorante con i muri dipinti di un bruttissimo verde acido? Io avrei scelto un color pesca...Mentre sono perso nelle mie considerazioni artistiche, il mio amico mi scruta corrucciato: "Gianluca, dì qualcosa! Come ti senti? Ti ricordi qualcosa? Come ti chiami? Quante dita sono queste? È vero che preferisci il color pesca al verde? GIANUCA PARLAMI!"

"Ehi ehi calma...ovvio che è più bello il rosa pesca del verde pisello, ma non è il caso di agitarsi tanto! I muri si possono ridipingere dai..." "Gianluca maledizione ci hanno rapiti! Hai capito? RA-PI-TI! Adesso ti ricordi?"

In effetti mi ricordo che qualcuno mi ha dato un colpo in testa. E poi...Mai! "Ho visto Mai prima di svenire! Ora ricordo! Che cosa è successo?"

Lui si prende la testa tra le mani e, dopo un sospiro, inizia a raccontare: "Ti ricordi? Io, te, Cirilla e Lavinia ci eravamo divisi per controllare chi ci fosse nel capannone, mentre Piero e M. erano rimasti indietro. Lavinia ha sentito un tonfo e mi ha fatto segno di seguirla. Siamo arrivati appena in tempo per vederti mentre cadevi a terra e Mai legava C. con delle corde...- si interrompe e mi guarda- Piero aveva ragione. Non dovevamo fidarci di lei..."

"A quanto pare si. Ma come hanno fatto a prenderti?" Giuro, non ricordo più nulla.

"Mentre eravamo ancora paralizzati dalla scena, un complice degli altri ci aveva aggirato e puntato una pistola alla schiena. Non potevamo fare altro che seguirlo, ma credo che Piero e Menodora siano riusciti a scappare. Dopo ci hanno portati qui e ci hanno divisi. Non so dove siano le ragazze."

Stento ancora a crederci e, mentre cerco di fare ordine fra i miei pensieri, la porta si apre...


POV MENODORA:

"Piero, presto, usciamo dal retro! Ma facciamo in fretta!" dico io a Piero, che sembra ancora un po' scosso dalla situazione. Mai era una complice degli assassini e anche se non so bene la sua posizione relativa all'omicidio del presidente, dobbiamo riuscire a liberare i nostri amici.

E' poco probabile che senza le ragazze riesca a continuare le indagini, nonostante le regole parlino chiaro sul fatto che sia più importante salvare un testimone che un agente.

Usciti dal capannone, ci dirigiamo correndo verso il centro di Jackarta, dove abbiamo meno probabilità di essere scoperti.

"Oddio e adesso cosa facciamo? Non posso perdere Gianluca! Non prima di avergli detto chi aveva mangiato le caramelle che aveva nascosto sotto al letto. E Ignazio! Come farò senza di loro? La mia carriera finirà e mi ritroverò a 60 anni ad aiutare Wave a dar da mangiare alle mucche! AHHHHH che destino terribile!!!" dice Piero

"Mah, io non la trovo una fine così orribile, nel senso, potrebbe accaderti molto peggio, tipo andare a lavorare in un autogri.... Ma che sto dicendo?! Non succederà niente ai tuoi amici, anche perché ci sono qui io, che... risolverò la situazione!" concludo pronunciando le ultime parole con un certo tentennamento. Non so assolutamente cosa fare.

"Cosa vuoi fare quindi? Chiamiamo la Polizia?" domanda Piero.

"Non possiamo. Se chiamiamo la polizia saremo rintracciati e addio copertura... dobbiamo trovare un altro modo... sì! Ho un idea!"

"Ok ora ho veramente paura" dice il ragazzo in modo scettico "di che si tratta?"

"Beh, in altro contesto non ti direi niente, ma visto che ci siamo solo noi due, bene, diciamo che qui a Jackarta ci sono alcune gang che devono a me e alle altre due dei favori. Mi basterà contattarne una ed il gioco sarà fatto. Ma quale?"

"Gang? Menodora, non siamo già abbastanza messi male? e poi io ho paura dei gangster, sono tutti così... così... pieni di tatuaggi!"

"Non c'è altra scelta. Inoltre, qui la spia sono io, quindi tu ascolti e annuisci, niente di più. Ah, a proposito, mi serve una mano per scegliere quale gang... aspetta-" faccio io tirando fuori un foglietto da una tasca dei pantaloni"-ecco... allora...potremmo chiamare... gli Arancini di Riso? No aspetta sono finiti quasi tutti in prigione... Le Kimchi Ladies?"

"Kimchi Ladies? Se l'inglese non mi tradisce si sta parlando di donne... tsk... Se ci fosse Ignazio ora direbbe che non sono abbastanza virili, ma visto che non c'è, sarò io a dirlo."

"Mi spiace deluderti, le Kimchi Ladies sono un gruppo mafioso coreano di uomini che fanno le rapine vestiti da donne, sono conosciutissimi qui a Jackarta perché sono spietati e riconoscibili dalla giarrettiera rosa. Ma sennò potremmo attaccare Mai e i suoi scagnozzi con la tecnologia. Quelli del "polinomio di sesto grado" sarebbero perfetti per questo... Sono entrati anche nel pentagono..."

"..."

"Foglie di rucola....Pinguini pelati... Ah! ci sono! Chiamiamo i Coolio's Brothers!"

"Coolio? Il rapper? Stai scherzando? Se serve cantare ci sono qui io" fa Piero aggrottando le sopracciglia.

"No, non cantano. Il leader... beh, diciamo che è un appassionato di Coolio. E' locale ma pensa di essere un nero americano... "

"Sai, non mi convince molto..."

"Cosa ti ho detto prima? Zitto e annuisci, mentre digito il numero" concludo io prendendo il  telefono in mano.


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