Chapter 15

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Capitolo 15: Problemi e rivelazioni

Pov Bella

Il giorno dopo mi svegliai sorridente e riposata.
Essere di nuovo tra le braccia di Edward e sapere che non mi aveva tradito, era la cosa più bella al mondo. Avrei dovuto fidarmi di lui, ma mi sentivo così insicura in quei giorni.
Quella notte, dopo aver fatto l'amore per l'ennesima volta, Edward mi aveva stretto a sé e non mi aveva più lasciata.
'Ho bisogno di sentirti vicina. Mi sei mancata tanto e ho avuto il terrore di perderti', aveva detto per giustificarsi.
Io, in risposta, gli avevo sorriso e lo avevo baciato, rassicurandolo.
Anche adesso, nonostante fosse mattina inoltrata, mi stringeva a sé. Avevamo praticamente dormito nella stessa posizione per tutta la notte.
Appoggiai la testa sul palmo della mia mano e iniziai ad accarezzargli i capelli, aspettando che si svegliasse.
Mi accorsi che era sveglio quando sorrise, ancora con gli occhi chiusi, e rafforzò la presa sui miei fianchi.
"Buon giorno", sussurrai, continuando la mia carezza. Sapevo quanto adorava quel gesto
"Buon giorno a te, piccola. Dormito bene?".
Anche lui iniziò ad accarezzarmi.
"Dormo sempre bene con te, lo sai".
"Hai ragione, lo so. Sai ... però è bello sentirselo dire ogni tanto".
"Vuol dire che te lo dirò più spesso. Ah ... dimenticavo: Ti amo!".
Iniziò a ridere e poi capovolse la posizione.
"Ti amo anch'io ... ora zitta e baciami", disse sfilando il lenzuolo che divideva i nostri corpi.
"Ti bacio ... ti bacio, Cullen. Sta calmo!".
Iniziò a baciarmi come solo lui sapeva fare ed io mi persi di nuovo tra le sue braccia.

Dopo aver fatto colazione e aver salutato Christian e Jo, andammo a Forks, a casa sua, visto che mancava da una settimana ed entrambi avevamo voglia di vedere il nostro folletto dispettoso.
Una volta arrivati, Alice non ci diede neanche il tempo di suonare il campanello, che si fiondò tra le braccia di suo fratello.
Per quanto quei due litigassero 24 ore su 24, si adoravano.
"Eddy ... Eddy! Finalmente! Mi sei mancato tanto fratellone. Com'è andata? Stai bene, vero? Hai fatto pace con Bella, vero?".
Ed io, sentendomi chiamata in causa, palesai la mia presenza. "Certo che abbiamo fatto pace, Alice".
Si staccò da suo fratello e corse ad abbracciare me. "Oh Bells ... sono così felice! Senti visto che con la partita di ieri, la squadra di Edward in pratica ha vinto il campionato, anche se ne manca ancora una, dobbiamo andare assolutamente a fare shopping per la festa che si terrà. Oh Dio! Non vedo l'ora!".
Il sorriso che avevo in volto scomparve alle parole "shopping" e "dobbiamo".
"Certamente Alice, poi decidiamo".
Tra un bacio e l'altro, la scorsa notte, Edward mi aveva parlato della festa che si terrà tra tre settimane. Festa organizzata per festeggiare la seconda vittoria consecutiva del campionato.
A salvarci dal vulcano Alice, arrivò Esme.
'Oh santa Esme, salvatrice dai folletti modaioli'.
"Alice ... tesoro, perché non li lasci entrare? Sono qui fuori da almeno cinque minuti ed io ancora non ho avuto modo di salutare mio figlio e Bella. Su ... lasciali entrare". Esme ci abbracciò entrambi e notando le nostre mani intrecciate, capì che avevamo fatto pace. Insomma, però, credo lo avesse già capito dal fatto che Edward ieri l'aveva chiamata e le aveva detto che restava a casa di Christian.
Insomma ... due più due, fa sempre quattro.
Dopo aver salutato tutti, io, Edward, Alice e Jasper, salimmo al piano di sopra e Edward ci portò nella sua stanza, per sottostare al lungo interrogatorio di sua sorella, sotto il nostro sguardo divertito.
"Allora fratellone, raccontami tutto", disse il nostro sergente preferito.
Edward, con un'espressione da funerale, iniziò il suo racconto e quando finì, per la gioia mia e di Jasper, decise che era il momento del pranzo. In effetti, non ci eravamo resi conto che il tempo era letteralmente volato, soprattutto perché Alice aveva voluto conoscere ogni dettaglio. Dall'arrivo a Chicago, in Illinois, fino al ritorno a Seattle e addirittura del match disputato contro i Chicago White Sox, che poi ... a lei manco si interessava di baseball.
Esme e Carlisle erano andati a pranzo da Emmett e Rosalie e così avevamo tutta la casa per noi.
Dopo pranzo, infatti, Edward ed io andammo nella sua stanza, Alice e Jasper, in quella di lei, a fare Dio solo sa cosa, probabilmente lo stesso che avremmo fatto noi, se il destino non avesse deciso al posto nostro.
Edward non mi diede neanche il tempo di chiudere la porta che subito mi prese per i fianchi e mi attirò a se, iniziando a baciarmi con passione.
"Dio! Mi sei mancata! Cosa mi hai fatto, Bella?".
"Potrei chiederti la stessa cosa", dissi tra un bacio e l'altro.
A malincuore ci separammo perché Edward si era ricordato di dover fare una cosa al pc e così io iniziai a vagare per la stanza. L'ultima volta che ci ero stata non avevo fatto caso a quello che c'era, visto quanto ero stata impegnata.
Mi ritrovai di fronte la libreria e il mio occhio cadde sul libro di Romeo e Giulietta.
Il libro che conteneva il mio peggiore incubo.
Il libro che aveva cambiato tutto.
Lo presi tra le mani e decisi che non potevo più mentirgli.
Prima o poi avrebbe dovuto saperlo e questo era il momento giusto.
Via il dente, via il dolore, no?
Lo aprii nel punto in cui c'era la lettera e la lessi di nuovo.

(IN REVISIONE) Per Sempre Noi - The Twilight Saga (AU)Where stories live. Discover now