Chapter 2

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Capitolo 2: Welcome home, Bells

Pov Bella

New York City, JFK International Airport, 8 luglio 2014
Dopo essere partita da Pisa all'una del pomeriggio dell'11 luglio, atterrai a New York City che erano appena le quattro del pomeriggio.

Il fuso orario mi stava già facendo impazzire.

Il mio viaggio, però, non era ancora terminato. L'ultima tappa, infatti, era prendere l'aereo che mi avrebbe portato da New York a Seattle.

Mentre mi accomodavo su una comoda poltroncina della sala d'attesa dell'aeroporto JFK di New York City, calcolai velocemente le ore di differenza tra New York e Seattle, la mia meta. Quattro ore.

Annoiata, mi alzai dalla poltroncina perché nove ore di aereo iniziavano a farsi sentire.

Passeggiai per i negozi dell'aeroporto senza trovare nulla che mi attraesse, fin quando trovai una libreria. Acquistai uno dei libri di Glenn Cooper, Il calice della vita, che in Italia era già stato pubblicato, ma io preferivo leggerlo in lingua originale e uscii, diretta di nuovo in sala d'attesa.

Dopo aver fatto una chiamata a Christian per rassicurarlo sul fatto che fossi arrivata sana e salva sul suolo americano, sentii chiamare il mio volo e mi affrettai ad avvicinarmi all'entrata del gate.

Mi accomodai sui comodissimi sedili della prima classe (grazie Christian) e chiusi gli occhi.

Seattle, Sea –Tac Airport, 8 luglio 2014
Atterrai a Seattle molto tardi per il mio orologio biologico regolato ancora sull'orario di Greenwich, molto presto per la movimentata città americana, che a quell'ora, era nel pieno della sua attività.

Presi un profondo respiro e sorrisi. Aria di casa.

Avevo sempre amato questa città, che detta anche Emerald City (Città Di Smeraldo), mi aveva sempre affascinato. Ricordo ancora che, da piccola, quando andavo a casa di Christian, restavo sempre affascinata dallo Space Needle. Chiedevo sempre a mio padre o allo zio di andarci per ammirare il panorama.

Un tossicchiare sconosciuto mi strappò ai ricordi. La guardia della dogana mi guardava con un sopracciglio alzato, in attesa che gli porgessi i miei documenti. Dopo averli controllati e aver notato che ero nata a Seattle, fu molto più cordiale con me. Dopo l'attentato dell'11 settembre, gli americani erano diventati molto più severi ai controlli e scrutavano con occhio critico chiunque scendesse da un aereo. Come dargli torto, del resto.

"Bentornata a Seattle, signorina", mi sorrise ed io, più per educazione che per altro, ricambiai il sorriso. "Ha bisogno di aiuto? È sola?".

"Sì sono sola e, no grazie, c'è mio fratello che mi aspetta fuori, si occuperà lui di me". Gli sorrisi di nuovo e mi apprestai a ritirare i miei bagagli.

Dall'ultima volta che ero stata a Seattle, erano cambiate un po' di cose. A parte Christian e il suo fidanzamento con Josephine che ormai durava da un bel po', gli altri avevano messo in atto grandi cambiamenti nelle loro vite. Primo fra tutti Emmett, il fratello maggiore di Alice e Edward.

Emmett, infatti, aveva sposato Rosalie, cugina di Jasper (vecchio amico di Edward). Purtroppo, al matrimonio non eravamo presenti, ma durante una delle lunghe chiamate Skype con Alice ero riuscita a complimentarmi con loro per il matrimonio e per il nuovo membro della famiglia. Infatti, qualche mese dopo il matrimonio, Rose aveva scoperto di aspettare un bambino, Thomas Cullen. Non lo avevo mai visto, ma Alice mi aveva detto che era il pupillo di Edward.

Anche Alice aveva delle novità. Finalmente lei e Jasper si erano decisi a dichiararsi e a mettersi insieme. Era successo due anni prima durante la festa di compleanno di Alice. Festa cui non ero presente. Non si sa come, non si sa perché, ma Alice era riuscita a fargli confessare i suoi sentimenti per lei. Ricordo ancora quando me l'ha raccontato in una delle nostre videochiamate. Non riuscivo a smettere di ridere. Poverino Jasper, però.

(IN REVISIONE) Per Sempre Noi - The Twilight Saga (AU)Where stories live. Discover now