Capitolo 38

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Mi svegliai con un po' di caldo e mi accorsi di un corpo tonico al mio fianco che aveva un braccio sul mio collo e una gamba sul mio fianco e mi impediva di fare qualsiasi movimento.

Iniziai ad andare nel panico, con chi ero andata a letto e perché non mi ricordo nulla della sera prima?

Poi pian piano iniziai a ricordami quello che era successo, la gang, Drew, vivere tutti insieme, il pericolo, i pugni al muro e Aaron che mi abbracciava forte.

Il corpo da dio greco era quello di Aaron e improvvisamente avvampai, il suo amichetto si faceva sentire sul mio fondoschiena e questa cosa mi imbarazzava troppo così decisi di muovermi.

Cosi dopo cinque minuti buoni cercando di liberarmi dalla sua presa ci riuscii.

"Aaron" iniziai a sussurrare ma ottenevo solo dei mugolii

"Aaron, dai amore svegliati" dissi dolcemente accarezzandogli la guancia e dandogli piccoli baci a stampo, faceva ancora strano baciarlo ma non me ne curai anzi continuai ma si vedeva che non aveva intenzione di svegliarsi, cosi mi arresi e iniziai a  sbuffare.

Dopo nemmeno due secondi partì una fragorosa risata dal ragazzo steso nel mio letto.

"Stronzo" dissi dandogli uno scherzoso schiaffo sulla spalla.

"Mi risveglierai sempre cosi?" disse facendo un sorriso malizioso

"No" dissi facendogli la linguaccia e lui tornò subito dopo serio

"Cosa hai detto prima?" disse lui puntando i suoi occhi nei miei e guardandomi fin dentro l'anima.

"Ehm..ho detto Aaron svegliati" dissi io tranquillamente

"No intendo tra Aaron e svegliati hai detto qualcos'altro" disse lui con un tono malizioso e solo ora mi accorsi di averlo chiamato amore, io lo avevo chiamato amore, da dove mi escono queste cose.

"Aspetta, aspetta da quanto sei sveglio?" dissi a modo di rimprovero anche se cercavo vivamente di sviare il discorso.

"Da un bel po' di tempo per sentire il tuo amore" disse lui scoppiando a ridere e io mi vergognai tantissimo per come lo avevo chiamato e lui sembrò accorgersene.

"Chiamami più spesso amore, chiamami sempre amore perché mi fa impazzire quando quella parolina esce da queste labbra così belle" disse per poi fiondarsi sulle mie labbra in un bacio passionale e poco casto.

Dopo una mezz'oretta buona ci alzammo e iniziammo a preparare le valigie, era iniziato l'inferno.

Finito di mettere la mia roba in ben 4 valigie scendemmo di sotto dove ad aspettarci era Nash e con mia sorpresa Holly era li con lui.

Lasciai tutti e corsi ad abbracciarla, avevo bisogno della mia migliore amica, della mia mamma, della mia sorella e della mia famiglia qui tra le mie braccia perché Holly in questi anni è stato tutto questo per me.

"Scusami, scusami davvero se ora siamo di nuovo nella merda" dissi ormai iniziando di nuovo a piangere

"Ehi, shh...non piangere saremo in due ad affrontare tutto questo te lo prometto" disse per tranquillizzarmi ma ci riuscì ben poco

"Vai via finchè sei in tempo" dissi tra un singhiozzo e un altro

"No, non vado via ne entriamo insieme e ne usciamo insieme più forti di prima" disse stringendomi a se e in quel momento sorrisi, uno dei miei sorrisi più veri, quelli che riservavo solo alle persone che ne valeva la pena scottarsi e far mille cazzate e per lei avrei dato anche la vita.

"Charlotte dovremmo parlare con mamma e papà" mi informò Nash.

"Merda me ne ero dimenticata" dissi mettendomi una mano sulla fronte.

Inciso nel mio cuore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora