L'inizio di tutto.

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Eccomi qua, stesso posto, stesso giorno, stesso dolore ma solo un anno in più. Sono 8 anni, 8 anni in cui la mia vita è peggiorata, 8 anni che sono vuota e non vedo mia madre, mio fratello minore e mio padre. Successe tutto quella domenica in cui mia madre e mio fratello andarono a comprare il mio regalo di compleanno, io ero rimasta a casa con mio padre e avrei preferito non esserlo perché in
quei giorni quando stavamo solo io e lui che succedeva quello che non si augura a nessuna persona, iniziava a toccarmi, a sussurrarmi che ero bellissima e che ero la figlia preferita per lui. Io cercavo sempre di ribellarmi ma lui era molto più forte di me e ero arrivata al punto di non provare più emozioni e sensazioni, ogni volta chiudevo gli occhi e contavo fino a quando non finiva il mio incubo peggiore.
Poi per fortuna quel giorno arrivò una telefonata che mi salvò da quel mostro, ma non sapevo che oltre a salvarmi
quella telefonata mi avrebbe distrutto la vita. Era un numero privato che annunciò l'incidente di mia madre e mio fratello minore che dichiaravano la morte dei miei familiari e di come si era svolta la vicenda. Mio padre fu contento come se fosse sollevato di non dover più badare alla sua famiglia mentre io invece, ero morta, una parte di me se n'è andata con loro.
Il mio corpo era scosso cercando di elaborare la notizia ma non riuscivo a capire perché mio padre era
felice e a dirla tutta ancora oggi non riesco a capire come un padre possa essere cosi meschino e cattivo con la sua famiglia senza nessun motivo.
Eppure eravamo una bella famiglia molto benestante ma l'apparenza inganna, mio padre non ci aveva amato. Al funerale c'erano tutti i nostri familiari tranne lui, invece di dargli l'ultimo saluto se n'era rimasto seduto sul divano a vedere la partita. Dopo l'incidente un paio di mesi dopo la situazione in casa si fece orribile più del normale, mio padre tornava sempre a casa ubriaco e da lì iniziarono le vere e proprie violenze e molto spesso mi pestava a sangue, violentava, mi
lasciava fuori casa e urlava contro, diciamo che ero la sua valvola di sfogo
Però un giorno un vicino stanco di sentire le mie urla chiamò la polizia e da quel giorno quel bastardo era in galera per abuso sui minori e tante altre cose, mentre io ero finita in una casa famiglia.
Io mi sentivo orfana di madre ma anche di padre perché nel mio cuore lui era morto dal primo giorno che ha cercato di violare la mia anima. A svegliarmi dai miei pensieri è il mio cellulare, il nome della direttrice è scritto in grande sullo schermo, tiro su col naso e cerco di prendere fiato dopo aver versato tutta la mia tristezza davanti a un marmo.
-"Pronto"- dico.
-"Charlotte dove sei finita?"- urla lei dal
telefono -"Avevi la ritirata un'ora fa."-conclude in tono serio e autoritario come fa sempre quando è incazzata nera.
Non ho affatto voglia di litigare, non ora e non quel giorno quindi dico semplicemente -"Scusa stavo facendo visita a mamma e mio
fratello e non ho visto l'orario. Arrivo"- e senza aspettare una sua risposta riattacco.
Resto lì un altro po' e poi prendo la mia forza di volontà salutandoli un'ultima volta e rimandando la visita all'anno nuovo. Mentre passeggio per le vie di New York ammiro quella fantastica città, quella dei miei sogni, quella che fanno vedere nei film ed è più
bella di quanto immaginassi. Mia madre era Newyorkese e mio padre Italiano, io ero nata in Italia, nel mediterraneo, ma dopo l'incidente mi trasferirono in una casa famiglia a New York perché grazie all'assicurazione di mia madre non vivevo nella povertà, diciamo che si è assicurata di avermi lasciato un bel po' di soldi per vivere. Ma invece devo stare in una casa famiglia perché sono ancora minorenne. Persa totalmente nei miei pensieri non mi sono nemmeno accorta che sono arrivata davanti all'edifico dove si trova la mia casa famiglia, ormai la chiama casa perchè è dove mi sento al sicuro.
Guardo l'edificio difronte a me e mi
meraviglio ogni volta nel trovare qualche particolare di un palazzo antico ma dall'aria così moderna, è molto maestoso e so per certo
che dà nell'occhio soprattutto ai turisti che e si trovano ad ammirarlo per la prima volta, anche gli interni tutto sommato non erano niente male. Senza
perdere tempo entro in casa dove ad
aspettarmi o meglio dire travolgermi ci sono le piccole bambine che per storie diverse sono nella mia stessa situazione, cioé senza genitori.
Mi salutano in coro con quelle vocine
bellissime - "Ciao Charlotte"- e inizio a baciarle una a una - "Ciao piccoline"- dico in risposta.
Una volta finiti i saluti vado nella mia stanza, è un edificio a tre piani, il primo per le più piccole, il secondo per quelle medie e il terzo è dove stanno le più grandi, compresa io. La stanza è grande e ha due letti, un bagno, due armadi enormi e un balcone quindi non c'è da lamentarsi molto.
Quando entro nella mia stanza vedo la mia migliore amica, Holly, sdraiata con
nonchalance sul letto mentre trafficava con il telefono. È talmente concentrata su quel cellulare che non si accorge nemmeno del mio arrivo, quindi mi butto su di lei a peso morto, lei in risposta mi da uno schiaffo sul braccio e per darmi fastidio uno strillo proprio nell'orecchio e poi scoppia a ridere,
-"Stronza mi hai fatta spaventare a morte"- dice con un po' di fiatone e io gli mostro il mio sorriso migliore.
Mi sistemo meglio di fianco a lei senza dire nulla, lei sa che giorno è ma mi
conosce bene da sapere di non insistere nel consolarmi, ma io la conosco più di quanto lei conosca se stessa e so che è triste.
-"Non essere triste io sto bene"- dico in tono dolce.
-"Com'è andata?"- dice cercando di contenere la tristezza.
-"Bene, ma ho sempre avuto un flashback di
quel giorno"- dico ripensando all'ora
precedente e senza volerlo stringo i pugni.
-"Lo so non è facile. E' so che non vuoi ne regali e ne auguri, niente di niente però io ti ho fatto un regalo"- il suo tono è dolce e si alza di scatto mentre si avvicina vicino al suo armadio, cerco di rispondere ma lei dice - "E lo so che
non vuoi che io spenda i soldi per un giorno cosi inutile e bla bla bla, ma io ho voluto farlo e tu rimarrai zitta"- mi dice dopo aver frugato nel suo armadio estrae una busta
enorme e me la mette sul letto mentre lei attende con ansia la mia reazione, mi siedo e raccolgo tra le mani la busta dove noto un biglietto con su scritto
*Saremo sempre solo io e te contro tutto e tutti. Auguri. La tua bff Holly. Xo*
Inizio ad aprire piano la busta e intravedo un vestito bellissimo, lo prendo e lo ammiro, è nero e leggero come se fosse una giacca a vestitino ma è aderente e morbido nei punti
giusti, lascia un bel scollo a V sul seno non vedo l'ora di indossarlo. Mi alzo con gli occhi lucidi quando sento la sua voce -"Non sono finiti i
regali"- indica la busta. Controllo all'interno della busta e vedo una cornice dov'è inserita una fotografia con lei e il mio migliore amico Scott. Mi scendono lacrime di felicità, mi alzo e l'abbraccio e lei ricambia ancora più forte.
Sentiamo la porta della stanza aprirsi e vediamo la direttrice entrare in tutta la sua eleganza, io e Holly ci stacchiamo per rivolgerle la nostra attenzione.
-"Ciao ragazze"- dice con un tono dolce, sembra una persona dura ma so che infondo ci vuole bene.
-"Ciao"- rispondiamo in coro io e Holly
-"Charlotte ti voglio tra 10
minuti nel mio ufficio"- poi se ne va
sbattendo la porta e Holly mi guarda con aria interrogativa.
-"Non ho fatto niente stavolta"- dico alzando le mani in segno di innocenza.
-"Sicura che non hai fatto qualche altro
scherzo?"- mi dice con aria di accusa.
-"NO!"- dico quasi urlando. Sono seria per la prima volta non ho fatto assolutamente nulla se possa essere sgamato.
-"Va bene ti credo, ma chissà cosa vorrà"- dice lei pensierosa.
-"Non lo so"- dico -"forse mi vorrà cacciare da qui con i calci nel culo"- dico ridendo e accompagnata dalla risata della mia migliore amica.
Dopo 10 minuti incomincio ad avviarmi nel suo ufficio pensando a quali dei tanti guai è venuta al corrente e vuole che confessi ma non mi veniva niente in mente.
Busso alla porta dell'ufficio e quando sento il consenso di entrare supero la porta che mi porta dal diavolo.
Eccola sempre perfetta e in modo sempre autoritario, mi fa segno di accomodarmi e mi dice con tranquillità -"Ti hanno adottata"- salto completamente dalla sedia urlando
-"Che cosa? Non può essere."- come è possibile che mi hanno adottato? Perché scegliere una ragazza e non una bambina che ha bisogno di affetto e di amore? Ormai io non ne ho più bisogno, non ho bisogno di una famiglia c'è l'ho già.
Lei però rimane impassibile e continua dicendomi - "Ti verranno a prendere
domani pomeriggio"- ma non è finita qui perché continua - "ah, domani andrai in una nuova
scuola, è questa qua quindi niente sorprese "- mi porge un indirizzo
ma io sono li ferma ad elaborare ciò che mi ha appena detto. Non riesco a metabolizzare questa cosa, non posso crederci. Non voglio crederci.
Essere adottata, per cosa? Per quale motivo? No, non posso lasciare Holly da sola. Non posso fargli questo.
-"Ti accompagnerò io
personalmente, quindi alle 7.30 fatti trovare pronta" - conclude e senza dire un'altra parola mi indica la porta.
Io incapace di reagire a quella notizia riesco solo ad annuire e scappo da quella stanza.
Corro e entro di forza nella stanza dove Holly subito mi dice -"Che ti ha detto? Che punizione hai avuto?
Cosa devi lavare? Ti aiuterò io"- ma non so come dirglielo perché ancora non ho realizzato allora faccio un profondo respiro e senza capire davvero se sia la realtà o solo un fottuissimo scherzo lo dico tutto d'un fiato -"Mi hanno adottata e domani me ne andrò"-
La sua espressione passò prima dal sorpreso, poi al divertente e poi alla tristezza poi di nuovo sul divertente.
-"Sul serio?"- dice ridendo -"Dimmi la
punizione che ti aiuterò io"-.
-"Sono seria, per anni ho pensato di essere rimasta da sola nel mondo e ora una famiglia mi vuole, perchè Holly?Perché io e non una bambina piccola? Loro hanno più bisogno di affetto io no"- dico urlando con tutto il fiato
che ho nel mio corpo.
Senza parlare Holly si alza dal letto e mi
abbraccia in uno di quei abbracci che ti
spezzano le costole ma ti aggiustano il cuore e non riesco a pensare come riuscirò a stare senza quei abbracci cosi belli e cosi familiari.
Poi si stacca per guardarmi in faccia.
-"Ma come cazzo è possibile?"- dice piangendo, ormai anche io non riesco a fermare le lacrime.
-"Non lo so, non ho domandato perché sono talmente scioccata che non riesco a metabolizzare ancora la notizia"- dico tra un singhiozzo e un'altro.
La sento tirare sul col naso e sento il mio cuore rompersi insieme al suo. Siamo io e lei nessuno mai ci ha divise.
Inizia a prendere coraggio e a gestire la situazione, vedo la sua mente che metabolizza e inizia a pensare alla situazione che stiamo vivendo.
-"Non ci preoccupiamo dai tanto ci vedremo a scuola"- mi dice sdrammatizzando. Ma so che infondo anche lei è terrorizzata dalla paura di perdermi.
-"Ho cambiato scuola"- dico in un sospiro e lei sembra scioccata.
-"Cosa? Non puoi cambiare scuola, come farò senza di te?"- dice con le lacrime di nuovo che gli scendono e mi
riabbraccia, ricambio e restiamo cosi per un bel po' di tempo.
Dopo non so quanto tempo che ci troviamo cosi ci alziamo per sistemarci e darci un minimo di contegno.
-"Ora mi aiuti a fare la valigia?"- dico cercando di trattenere le lacrime e lei annuisce solamente.
Inizio a preparare la valigia anche se non ho molti panni e trucchi, sono una
ragazza molto semplice e dopo un'ora tutta la mia roba è in ordine.
Stiamo levando ogni cosa
di mia proprietà da quella stanza ed è straziante.
Una volta finito decidiamo di andare a fare un ultimo giro insieme e cosi ci prepariamo e colgo l'occasione di indossare il vestito che mi ha regalato. Siamo pronte e perfette per uscire -"Dove vogliamo andare?"- dico sistemandomi i capelli -"Al nostro solito bar"- dice finendosi di truccare.

Guardo l'orario sul cellulare che segna le 4 finalmente sono nel letto, ho provato a dimenticare tutta questa situazione ma non ci riesco mi sta uccidendo dentro. Imposto la sveglia alle 6.30 e tra questi mille pensieri cerco di non pensare alle mie paure, non voglio essere adottata. Voglio rimanere con Holly e la mia famiglia attuale non mi serve una nuova.
Forse appena mi conosceranno e sapranno con chi avranno a che fare mi manderanno di nuovo qui ne sono certa.

Inciso nel mio cuore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora