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"Ahhhhhhh!" Urlai dal dolore allucinante.
Non avevo mai provato questo genere di dolore e francamente non pensavo facesse così male.

"Forza maestà c'è l'ha può fare!" l'ostetrica che affiancava il dottore Strauss mi incoraggiò.

La mia mano stringeva anzi stritolava quella di Joseph che non m iaveva abbandonato nemmeno per un'istante.
"Forza piccola. C'è la può fare. Sei forte"
"No.. Joseph. Non c'è la faccio... Voglio smettere." ero disperata.

Ho due bambini da far uscire. Due. Come farò?

Continuai a spingere più forte che potevo ma sembrava non essere abbastanza.
Ero esausta e le forze se ne stavano andando a poco a poco.
"Cristo santooooo ahhhh.."
"Vedo la testa! Le ultime due spinte ed è fuori il primo vostra maestà!" mi disse il dottore.

Mancavano 2 spinte, potevo trovare la forza! Isabelle forza dai!

"Ahhhhhhhh..!!!!"
"Bravissima! C'è l'hai fatta!" Tirò lentamente fuori il mio bambino.
"È una piccola principessa" mi informò l'ostetrica.
"Una bambina.." guardai Joseph commossa e vidi che anche lui lo era.
"La nostra piccola" mi sussurrò amorevolmente.
"Dobbiamo far uscire l'altro. Siete pritna vostra maestà?"

Annuii anche se non ero così sicura di potercela fare.

Joseph mi strinse ancora la mano e mi sostenne.

Dopo alcune spinte era fuori anche l'altro bambino.

Mio dio... È stato così faticoso. Così difficile.

"Vostre maestà è una altra piccola principessa"

Speravo fosse un maschio, l'erede, ma sono comunque contenta e felice.
Nulla potrebbe essere più bello di poter vedere finalmente le mie due nell'insieme bambine.

"Sei stata bravissima amore mio! Bravissima!" Jopseh mi baciò.
"Sei felice di avere due bambine?"
Gli chiesi incerta.
"Oggi mi hai reso padre. Non potevi farmi regalo migliore."

"Volete vedere i vostri due bellissimi figlii?"
"Certo.."
Il dottore mi diede entrambi in braccio.
Con attenzione li presi e inziai a guardarli bene analizzando ogni minimo dettaglio.

Finalmente.

"Non ci posso credere" mi misi a piangere dalla gioia.
"Sono così felice di vedervi " Joseph accarezzò le loro piccole testolina e gli diede un bacio.

Vorrei tanto ci fosse qui mia madre e mio padre.. Vorrei poter condividere la mia gioia anche con loro.

"Mi prenderò cura di voi ve lo prometto. Per sempre"
"Si chiamerà Primrose. In onore di una grande donna. Tua madre"
"Lui invece si chiamerà Robert, in nome di un grande re. Tuo padre"







I giorni che seguirono il parto furono faticosi, il mio morale era così giù che non avevo voglia di niente. Nemmeno di alzarmi dal letto per vedere le mie bambine.
Mia madre e mio padre per fortuna sono arrivati a corte appena hanno saputo del parto.
Avrò bisogno di loro più che mai, sopratutto di mia madre.
Crescere due bambini non è semplice, ed io sono completamente inesperta.

"Tesoro... Sei sveglia?" sussurrò Joseph.
"Si... Vieni pure"
Lui si avvicinò al letto e si sedette accanto a me.
"Come stai oggi? Un po' meglio?"
"Si, sto meglio. Sono solo un po' stanca."
"Vuoi che chiami il dottore?"
"No, mi riprenderò. Ho partorito solo quattro giorni fa"
"Certo, ci vuole tempo. Non è stato un parto facile."
Le sue mani presero le mie per darmi conforto e amore.
"Ti amo" mi disse guardandomi negli occhi.
"Ti amo anch'io"
"Odio vederti così... Se potessi fare qualcosa. Mi manca mia moglie, la mia piccola Isabelle.."
"Io credo che.. Non lo so.." sospirai.
".. Credo di aver bisogno di tempo"
"Si, capisco."

Non non lo capisce.
Nessuno può capire come mi sento, non lo capisco nemmeno io.

"Vuoi venire a vedere i bambini.. Ludovica ti assomiglia tantissimo, ha i tuoi occhi e Robert invece ha il tuo stesso bellissimo naso."
"Magari più tardi ora sono molto stanca"
"D'accordo amore" rassegnato forse se ne andò lasciandomi di nuovo lì da sola.

Scoppiai a piangere senza saperne bene il motivo.
Dentro di me stavo male, mi sentivo vuota e sola.
Lo so.. Ho la mia famiglia e Joseph  ma mi sento abbandonata da tutti, sento come se tra me e gli altri ci fosse un velo che ci separa.
Non voglio vedere i miei figli perché ho paura di non riuscire ad amarli.
Li amavo quando erano in pancia ma l'amore che si prova è diverso.
Ora che sono qui, al mondo, non so se riuscirei.

Tra due giorni è Natale, la festa che più amo al mondo che quest'anno credo passerò a festeggiare qui, un questa stanza sotto le coperte e un mare di lacrime.

Forse diventare madre non è stata una grande idea, mi ha reso la persona che sono ora.
Mi ha reso fragile e sensibile e piena di dubbi.
Spero solo sia una cosa temporanea.






BOUND TO YOU Onde as histórias ganham vida. Descobre agora