CHAPTER FORTY NINE

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« Signorina Cohen?», mi chiama il dottor Smith del centro di Sanità mentale di Los Angeles.

« Mi dica.» rispondo,alzandomi dalla sedia blu che si trova nel corridoio bianco come la neve.

« Potrei parlarle in privato, se è possibile?» mi chiede,rivolgendo lo sguardo verso Liam e Niall che si sono alzati insieme a me.

I ragazzi annuiscono ed io seguo il dottore.

Il suo studio è molto grande e anch'esso,come tutta la struttura,bianchissimo.

In questo posto non c'è un solo colore diverso da questo: neanche una sola tonalità che possa farti venire il buonumore nonostante la situazione in cui le persone si trovino.

« Le volevo parlare della situazione di Harry.» mi dice gentilmente,ed io inizio ad agitarmi maledettamente.
« per quanto voglia dirle che il ragazzo si stia rimettendo in sesto, non posso davvero mentirle.»

Inizio ad agitarmi sulla sedia in pelle e liscia,le mani iniziano a sudarmi come mai hanno fatto in tutti gli anni in cui ho vissuto.

« Cosa..» inizio a dire,bloccandomi appena a causa della bocca improvvisamente secca.
« cosa vuole dirmi,dottor Smith? Si spieghi,la prego..»

Stavolta è lui ad agitarsi leggermente,mi guarda cercando di capire quale potrebbe essere la mia reazione dopo quello che mi sta per dire,senza trovare risposta probabilmente o forse arreso a quello che lui sa già.

« è un ragazzo molto forte,ma per quanto possa lottare contro i suoi demoni come li chiamate voi due,non guarirà tanto presto. Le sto parlando di una situazione davvero grave,Elizabeth. Il suo ragazzo ha accumulato cosi tanto stress questi anni che in qualche modo,per diffesa o forse per soffocare i dolori,si è creato qualcuno dentro la sua testa che decida cosa deve fare al posto suo.» si blocca e mi guarda.

Sto stringendo letteralmente i braccioli della sedia. Sono completamente paralizzata dall'idea che Harry debba stare ancora qui dentro.

Si,Perché dopo quella notte sono passati quattro lunghi mesi dove sono successe tantissime cose.

Harry è come uscito di testa completamente,i tour con i ragazzi sono saltati a causa dei suoi problemi e a quanto pare, è saltata anche l'idea di stare insieme per tutta la vita.

È successo che qualche volta mi facesse del male,che anche solo tagliando l'insalata dovevo fare attenzione che non mi accoltellasse.

Flashback:

« Amore,sono a casa! Ho preso la cena!» ho urlato felice dentro la villa,cercando la voce di Harry in risposta.

Ho poggiato il cibo cinese in cucina,ma di Lui nessuna traccia.
L'avevo lasciato a casa da solo,davanti alla tv per far si che i paparazzi fuori non lo assalissero con le loro domande del cazzo.

« Harry? Dove sei?» ,lo richiamo ancora.

Non avendo risposta sono andata a cercarlo in camera nostra,ritrovandola completamente buia e senza uno spiraglio di luce che mi permettesse di vedere dentro.

Successe tutto in un attimo,le mani di Harry mi avvolgevano il collo con forza da dietro ed io non riuscivo a liberarmi.

« Ha..harry...ry..sono io...ti pr..ego.» cercavo di dire ma non riuscivo neanche a parlare forte da farmi capire.

Gli occhi mi si chiusero e non vidi più nulla,tranne il buio.

« Elizabeth,amore ti prego!!svegliati!!!» sentivo la sua voce richiamarmi.

Little Things || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora