CHAPTER FORTY-ONE

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Sono le 20:00 quando arrivo all'aeroporto di Londra.

Una voce di una donna squilla nelle casse intorno all'ingresso:

«Il volo per Los Angeles è previsto per le 21:05, gates alle 20:30. Munitevi di biglietto, per piacere.»

Devo fare in fretta, dove potrebbe essere Harry?
Prendo il cellulare e digito il suo numero, squilli interminabili ci dividono.

Perché non mi rispondi?

Gli mando tre o quattro messaggi, chiedendoli dove si trovasse che fossi li per salutarlo, per vederlo un ultima volta. Poi un altro dove gli dicevo che senza di me non sarebbe andato via, che lo amavo e che avevo bisogno di lui qui.

Nessuna risposta.

Improvvisamente la suoneria inizia e il suo nome sul display mi fa scoppiare il cuore.

« Sei davanti a me. » dice dalla cornetta.

Mi volto e lo ritrovo seduto nelle sedie nere e intreciate con la plastica lucida, con il telefono sull'orecchio, una mano penzolante e gli occhi verdi gonfi e rossi.

Blocco il telefono, riponendolo in tasca e corro verso di Harry.

Non si alza neanche, rimane immobile nella sua posizione e non mi crea tanti problemi dato che ora è praticamente alto quasi quanto me.

Lo stringo da sopra le spalle e scoppio in lacrime sul suo giubbotto lungo nero. Ricambia l'abbraccio, anche se ci mette dei minuti interminabili nel farlo.

Lo sento annusare il mio collo a pieni polmoni e poi qualche lamento, seguito dal pianto.

« Dio.. Ti amo, Elizabeth. Mi mancherai da impazzire. » mi dice singhiozzando.

« Non lasciarmi. Non lasciarmi, Harry. Ti amo, non posso stare senza di te. Sei come l'aria che respiro.. Ti prego.. » gli chiedo disperata, cosi tanto che credo di sentirmi male.

Harry non dice niente, si sente solo il nostro dolore che rimbomba nei nostri cuori straziati.

**

« Allora vai..? » chiedo, dopo esserci calmati appena.

« Si.. »

È buio e le Hostess hanno chiamato il volo di Hazza, portando le ultime valigie dentro l'aereo.
Noi siamo ancora qui, io per terra in ginocchio e lui seduto, che mi tiene il viso tra le mani.

« Non posso credere che stia accadendo sul serio. »

« Che cosa? » mi chiede.

« Tu che vai via. Per sempre. E io rimango. » gli dico sospirando e con voce spezzata.

La luna piena brilla in cielo, insieme a mille stelle. Anche qui dentro fa freddo ma, in questo momento, il freddo è l'ultimo dei miei pensieri.

« Forse era meglio se non ci fossimo mai incontrati.. » mi dice improvvisamente, facendo cadere giù altre due lacrime.

« E rinunciare al tempo trascorso..?
A tutte le cose fatte assieme..? » gli chiedo, sconcertata dalla sua frase ma capendo perfettamente il momento e il suo stato d'animo.

Il vento iniziò a soffiare fuori.
I suoi occhi grandi e verdi erano ancora più belli con la luce della luna e il rossore.

« Sapevi che prima o poi sarei partito.. » risponde.

« E tu sapevi che ti avrei amato. Che ci saremo innamorati. » dico infine.

Chiamano per la seconda volta il suo volo ed Harry si alza, portando su anche me. Ci guardiamo senza fare niente, due bambini che si stanno per salutare.

« Mi mancherai. » mi dice timido e con gli occhi lucidi.

« Anche tu.. », si sentivano solo le voci delle persone tutte intorno.

« Questa notte è l'ultima in cui stiamo insieme.. »

« Già... Anche se non vorrei. » gli dico accarezzandoli una guancia rossa.

Un messaggio arriva nel suo cellulare. Lo legge, fa una piccola smorfia di dolore e poi mi riguarda.
Lo mette in tasca e si sente per la terza volta l'avviso,che l'aereo di Los Angeles sta per partire e che devono entrare tutti i passeggeri.

« Devo andare.. » mi dice.

« Ora..? » chiedo, sapendo perfettamente la risposta.

« Si, Beth.. »

« Ah.. » riesco a dire soltanto.

Si avvicina lento a me. Mi accarezza con due dita la guancia e mi sorride.
Ricambio il sorriso, anche se siamo decisamente poco credibili.

Avvicina lentamente le sue labbra alle mie, formando un incastro perfetto.
Apre piano la bocca, e anch'io lo faccio, facendo incontrare le nostre lingue.

Gli metto una mano dietro la nuca e una gliela infilo tra i capelli lunghi e ricci.

Harry si limita a stringermi la vita.

« Non voglio che tu parta. » gli dico riprendendo a piangere. Non riesco a contenermi, a bloccarmi, non lo accetto.

« Non voglio partire nemmeno io.
Ma devo... » mi risponde e subito iniziamo a piangere come se non lo avessimo mai fatto in vita nostra.

E mentre la mia vista era appannata, vedevo sul suo viso un sorriso falso comparire.

Lo ammiro molto per questo..

Alla fine, sta soffrendo anche Harry, forse più di tutto e tutti. Anche più di me.. Ma si sforzava di sorridermi per farmi credere che andasse tutto bene.

« Allora.. ciao amore mio.. » gli dico.

Mi bacia un ultima volta, prima di salutarmi.

« Ciao amore mio, stasera farà freddo..» mi dice sorridendo e sfilandosi la felpa da sotto il capotto.

Me l'appoggió alle spalle e mi diede un'altro piccolo bacio.

Si gira e va via.
Vedo in lontananza la sua ombra salire sull'aereo e sparire.

Mi giro anch'io e senza forse, mi diriggo verso casa.

Una volta arrivata e dentro, non mi faccio neanche la doccia. Ho il suo profumo addosso e non lo voglio togliere per niente al mondo.

Metto la felpa sul letto e affondo le mani nelle tasche ai lati di essa, per far si che le mie mani smettano di ghiacciare e tremare come foglie.

Un bigliettino.
Un bigliettino piegato per bene con il mio nome scritto grande sopra in rosso.

Lo aprii.

" Non è un'addio, ricordalo. Ti amo."



**Ciao splendori, come state? ❤
Qui a Cagliari c'è un caldo allucinante, sto impazzendo! Amo cosi tanto l'inverno, perché non torna?
Beh, che dire.. Volete che continui qui la storia o che faccia un continuo staccato, con nuove vicende?
Stellinate, commentate e fatemi sapere le vostre idee e se vi è piacciuto!

Baciiii :*

•Violet

Little Things || Harry StylesWhere stories live. Discover now