34: Piccoli consigli.

939 78 4
                                    

VALERIO'S POV

Ci eravamo allontanati da Giulio ed Ema, lei stava male, avevo visto una lacrima rigarle la guancia, una morsa allo stomaco si fece sentire un po' troppo, non sopportavo vederla così, ci conoscevamo da così poco eppure mai una ragazza come lei mi rendeva felice con un suo sorriso, mai avevo avuto un'amica come lei, era speciale e non avrei desiderato di meglio per il mio migliore amico, intanto così decisi di far allontanare tutti. L'avrei voluta consolare io, ma eravamo amici e toccava a Giulio farle tornare il sorriso dopo tutto ciò che le aveva fatto. Mentre Luca era silenzioso io cercavo di trovare i suoi occhi, Alina, eh si, me ne stavo innamorando, era una di quelle ragazze che avrebbe fatto di tutto nella vita senza troppi problemi, per gli altri infantile, ma per me...beh era me al femminile e magari poteva nascere qualcosa di buono unendo due usciti di testa. Proprio per questo cercavo di farla sorridere sempre io.
Io: ali vogliamo salire su quel cancello? Vediamo chi fa prima.
Ali: stavo pensando alla stessa cosaaa. Però chi vince cosa?
Io: se vinco io mi dai un bacio se vinci tu lo do io a te.
Me ne resi conto di essere stato troppo schietto quando tutti compresa lei rimasero di pietra.
Io: dai scherzavo.
Ali: no, per me va bene.
Mi rivolse un sorriso malizioso e mentre stavamo salendo sentii una voce da lontano.
Ema: alina scendi da lì prima che ti faccio il culo. Raga ha bevuto?
Luna: no, hanno fatto una scommessa a chi saliva prima.
Ema: valé ma proprio con alina? Ahahah.
Io: si dai la ricompensa non è niente male.
Guardai negli occhi Ema che si avvicinava sempre di più.
Ema: tu non baci nessuno.
Io: ma come cazzo hai fatto?!
Ema: eh magia, scendete da lì ora.
Giorgio: dai lasciali stà. Piuttosto vieni un attimo con me che ti devo dire una cosa.
Giulio: e io?
Ema: c'è Luca, pensatelo un po', povero.
Ema corse ad abbracciare forte Luca, lui sorrise e la strinse a sua volta con tutte le sue forze.
Luca: scusa sto solo un po' sulle mie.
Ema gli disse qualcosa nell'orecchio lui sorrise sinceramente e si staccò da lei.
Luca: anche io ti voglio bene.
Lei ricambiò il sorriso e si avviò verso Giorgio.
Io e Ali scendemmo e ci guardammo negli occhi.
Io: ho vinto io.
Ali: non è vero, sto cancello lo scavalco dalla mattina alla sera, sono arrivata prima io.
Io: devi accettare le sconfitte cara alina.
Antonio mi guardò male, lo fulminai con lo sguardo e lui abbassò la testa. Nessuno in quel momento capiva che quello che provavo per Alina non l'avevo provato per nessuna ragazza, forse i miei modi di esprimermi facevano capire tutt'altro, ma speravo che quel che io provavo, lei lo avrebbe capito solo guardandomi negli occhi.
Alina si avvicinò con cautela, abbastanza insicura di quello che stava per fare, così la presi per le guance e le diedi un bacio a stampo, per farle capire nelle piccole cose che non ero stronzo come sembravo. Soprattutto dopo aver visto gli errori di Giulio con Ema prima di fare qualcosa ci avrei riflettuto 10 volte.
Teresa: uuuuh che carinii.
Alina si girò la mandò a fanculo facendo sedere Teresa presa troppo dall'entusiasmo, si, era proprio me al maschile. Le presi le mani e la guardai negli occhi, lei distaccò lo sguardo appena sentii il rumore dei passi di Giorgio ed Ema che stavano sorridendo mano nella mano, così in quel momento sentii la necessità di stare un po' con mia "sorella". Distaccai le mie mani da quelle di Alina e raggiunsi Ema a grandi passi.
Io: Ema dobbiamo parlare.
Ema: raga i prossimi che si vogliono confessare, facciano la fila, grazie. Mi state facendo sentire tanto un prete.
Le rivolsi un sorriso seguito da una piccola risata, la presi per mano e me la trascinai fin dove nessuno riusciva a vederci o sentirci.
Io: Ema devo dirti una cosa.
Ema: davvero? Credevo che mi avevi fatto venire qui solo per farmi vedere il tuo bracciale fluo.
Io: smettila di fare le tue battutine, scema, lo so che non sei al massimo della gioia, non riesci a fingere con me, lo sai.
Ema abbassò la testa e iniziò a giocare con la sua bandana blu aggiustandola più e più volte.
Ema: dai, su, dimmi. Cosa c'é?
Io: primo dammi un abbraccio che ti sfoghi un po'.
Ema alzò un po' le braccia e me le avvolse intorno al collo sprofondando il suo naso nel mio collo. Iniziai a stringerla sempre più forte finché non sentii tremare la schiena fino ad arrivare a dei piccoli singhiozzi, convinta che non me ne accorgessi. Le diedi un bacio sul collo e continuai a stringerla finché non decise lei di distaccarsi. Le asciugai le lacrime, la sorrisi e lei ricambiò il sorriso.
Io: è inutile chiederti perché stai così, poiché a te sono sempre tante cose e non sapresti come rispondermi.
Ema: eh si, ora tocca a te.
Iniziai a strofinare le mani una contro l'altra dal nervoso, non sapevo come dirglielo e iniziai a non guardarla più negli occhi, ma guardai il muro dietro di lei.
Io: ehm...mi piace Alina.
Ema: guarda non si era capito oh.
Io: si nota davvero così tanto?
Ema: si, e beh...immagino vuoi dei consigli, quello che ho da dirti che Alina è una rafazza semplice, quindi evita cose troppo "vistoste", concentrati nelle piccole cose e vedi che lei lo apprezzerà molto.
Mi aveva riassunto ciò che mi serviva, ebbi il coraggio di riguardarla negli occhi, le diedi un bacio sulla guancia, le presi la mano e la strattonai leggermente per farle capire che potevamo andare.
Io: grazie, davvero, mi piace un sacco.
Ema: lo sai che sto qui per te quando vuoi.
La abbracciai velocemente e raggiungemmo gli altri.

-continua-

Beautiful disaster || LOWLOWWhere stories live. Discover now