29: Troie.

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GIULIO'S POV

Tornai dal concerto e avevo bisogno di vederla, mi sentivo un buco al petto, al live avevo dato il peggio di me, cercavo i suoi occhi in quelli di altre ragazze, ma niente e nessuno era come lei.
Le inviai un messaggio in cui le dicevo di andare su skype, dopo 5 minuti controllai e c'erano le due odiose spunte blu senza una fottuta risposta, il buco al petto si trasformò in una lacerazione al cuore. Provai ad andare su skype, ma neanche si era registrata, erano le 2 di notte e io continuavo a guardare quello schermo sperando ancora in una sua risposta.
Gio: Bro spegni quella merda non riesco a dormire, cazzo.
Giorgio si portò le coperte fino alla fronte e io bloccai il telefono.
Io: scusa e che Manu mi snobba.
Gio: starà a cazzi suoi dai dormi porcoddio.
Chiusi gli occhi e dopo un po' il russare di Giorgio finì per non farmi dormire completamente, guardai l'orologio ed erano le 3, gli diedi uno spintone e lui finì di russare.
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Mi svegliai con Giorgio che camminava avanti e indietro per la stanza, era la mezza ed avevo ancora sonno.
Io: la smetti? Metti ansia.
Gio: non trovo l'erba.
Io: sta nei miei calzini, non rompere ora. Notte.
Gio: vedi di alzarti idiota che fumiamo e ti riprendi dalla cotta amorosa.
Io: vai da Alison e poi ne parliamo, cagnolino del cazzo, poi parli di me.
Giorgio iniziò a ridere e prese a fare la canna, mi alzai e notai che non mi ero neanche svestito, presi i vestiti e corsi nella doccia. Mi rilassai completamente con quel getto d'acqua calda anche se c'erano 30 gradi fuori, iniziai a pensarla, a pensare ai suoi baci e un brivido attraversò tutto il mio corpo, dovevo rivederla, la amavo e non me la sarei fatta scappare. Uscii e andai nella camera da letto con Giorgio sdraiato sul letto che fumava.
Gio: tieni prima che la finisco.
Io: capirai quanta me ne hai lasciata.
Gio: comunque credo che devi smetterla di pubblicare foto con altre ragazze se vuoi che Ema ti risponda.
Ci pensai su e misi le mani tra i capelli, che cazzo avevo fatto? Era una mia amica quella dell'aperitivo, ma giustamente se glielo dicevo a Ema non mi avrebbe mai creduto con la nominata da stronzo che avevo. Presi la canna dalle mani di Giorgio e nel giro di un paio di tiri la finii e corsi a chiamarla, rifiutò tre chiamate e poi rispose.
Ema: cosa vuoi?
Io: scusa.
Ema: dimenticati di me, tre giorni e ogni giorno una nuova.
La sua voce andò a calmarsi sempre di più fino ai singhiozzi, sentivo il dolore nella sua voce e io misi una mano sul viso, non sopportavo sentirla così per colpa mia.
Ema: ce ne sono di migliori di me Giulio, con me non ce la fai, sono particolare, è stupenda la ragazza di ieri, mettiti con lei, è più bella di me e sarà anche simpaticissima.
Io: non dire così, sono uno stronzo, ma io voglio solo te, ho fatto un live di merda ieri perché sentivo la tua mancanza.
Gio: poi sono io il cagnolino.
Io: gio te castro se non te ne vai.
Ema: io devo andare, meglio che ti dimentichi di me.
Io: io non lo farò mai come tu non riuscirai a dimenticarmi.
Giorgio: bau
Io: diocane ti infilo un'asta a culo figlio di puttana.
A Ema scappò una risata e poi tornò seria.
Ema: avevi detto del volo, ma a quanto pare sta sera hai un live a Torino.
Staccò la chiamata, mi alzai e mi feci un'altra canna. Andai in bagno e presi le pillole nell'armadio, ne feci cadere 3 sulla mano e le ingoiai subito, mi guardai allo specchio e la mia faccia diventava sempre più incazzata, che persona di merda che ero, avevo ancora il graffio sulla guancia che mi feci 2 giorni prima.
Gio: giu io vado da Alison alle 17 abbiamo il volo.
Io: incoerente del cazzo.
Andai a sdraiarmi sul divano, dopo mezz'ora sentii bussare alla porta e mi salì il nazismo poiché ero certo fosse Giorgio che si era dimenticato qualcosa. Mi alzai e mi avviai verso la porta lasciando strusciare i miei piedi sul pavimento. Aprii e Ginevra era lì di fronte a me con una maglietta che copriva a malapena il seno, la pancia fuori e un pantaloncino inguinale, non l'avevo mai vista così conciata.
Ginevra: ei ciao Giulio sei da solo?
Io: si.
Ginevra: ho saputo che te ne sei fatta un'altra a Napoli.
Io: quella è la mia ragazza, almeno credo ancora.
Mi prese le spalle e mi portò fino al muro.
Ginevra: mmm interessante, non credo se la prenda se facciamo qualcosa poiché è di Napoli.
Iniziò a toccarmi lì sotto e la mia faccia era tra goduria e rabbia, prese a baciarmi e a strusciarsi su di me. La presi per un fianco e la buttai tanto da farla cadere a terra.
Io: sono fidanzato.
Ginevra: mmh Giulio facciamo i duri? Non credevo te la prendevi così.
Iniziò a togliersi quel pezzo di stoffa e rimase in reggiseno.
Io: non mi fai nulla, siamo amici da tanto tempo, e ormai nessuno mi fa più nulla.
Lei si riavvicinò, e io iniziai a levarle i pantaloncini.
Ginevra: vedi infondo non sei così duro.
Iniziò di nuovo a strusciarsi su di me, in quel momento la presi per i fianchi e la portai alla porta rivolgendole uno dei miei sguardi che faceva innamorare tutte. Aprii la porta e la cacciai fuori in intimo, chiusi la porta e scoppiai a ridere per la cattiveria che avevo appena fatto.
Io: ginevra non farti più vedere, io sono fidanzato con Ema.
Dissi fiero di me ed ecco che in quel momento pensai un modo per rimediare alla stronzata che avevo fatto con quella troia che avevo appena cacciato, mezza nuda. Provai a richiamarla, ma nulla, così chiamai il locale di Torino e annullai il live, successivamente chiamai Giorgio.
Io: puoi starti con Alison, ho annullato la serata.
Gio: ma sei uscito pazzo?
Io: si.
Staccai e chiamai l'aeroporto per prenotare un biglietto per Napoli.

-continua-

Beautiful disaster || LOWLOWWhere stories live. Discover now