10: Camera d'albergo.

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GIULIO'S POV

Corsi fino alla macchina, riuscii a vedere intanto Alison accovacciata ad un lato intenta a mantenere la testa di Ema. Aprii lo sportello della macchina, era sdraiata che dormiva, era un angelo all'inferno, le alzai le gambe per farmi spazio e le riappoggiai sulle mie gambe.
Io: Yoshi andiamo all'albergo, vai veloce.
Stava male, si sentiva dal respiro e dal fatto che subito si era addormentata.
Alison: giulio ora hai intenzione di dare spiegazioni anche a me? Chi è questa ragazza?
La guardai con aria da cucciolo.
Io: è inutile spiegare, non mi escono le parole per farlo, è stata questione di un attimo.
Alison mi rivolse un sorriso stanco, aveva capito.
Arrivammo all'albergo, la presi in braccio e la portai nella stanza, la stesi sul letto e mi andai a fare una doccia, prima però rimasi a guardarla per qualche minuto. Che mi stava prendendo? Non so quante volte l'avevo ripetuto in quella serata. Uscito dalla doccia, sentii dei rumori, misi in qualche secondo l'accappatoio e corsi da lei, era lì che si girava e si rigirava cercando di trovare una posizione comoda. Mi tranquillizzai, misi i boxer e mi appoggiai sul letto al suo fianco, stava scomoda per il vestito, ma non gliel'avrei mai tolto, IO che spoglierei una ragazza senza pensarci due volte, ma lei aveva qualcosa di diverso, mentre lo pensavo giocavo con i suoi capelli avvolti tra le mie dita. Ad un certo punto si accucciò al mio fianco e si calmò, misi il mio braccio attorno alla sua vita, sembravamo un puzzle finalmente unito. Era così bella mentre dormiva, a guardarla si fecero le 2 finché non mi addormentai con una calma mai provata in tutta la mia vita.

EMANUELA'S POV

Mi svegliai, misi a fuoco tutto e saltai dal letto, dove cazzo mi trovavo? Era una camera probabilmente d'albergo enorme con rifiniture in oro sul soffitto "che lusso" pensai. Non mi feci domande in più era un luogo stupendo, forse mi ci aveva portata Davide poiché non potevo tornare a casa così ubriaca. Chissà dove aveva trovato tutti quei soldi.
Io: quel ragazzo mi sorprende sempre.
Pensai tra me e me, poi pensai alla serata prima, avevo baciato Marco, appoggiai le dita sulle mie labbra pensando a quel bacio, dopo 3 anni mi aveva notata.
X: buongiorno alcolizzata.
Saltai dal letto.
Io: ma che porcodd....
Mi girai e un immagine che non mi sarei mai aspettata la trovai proprio avanti agli occhi. Giulio Elia Sabatello sul letto ancora tutto assonnato con un sorriso stupendo su quelle sue labbra carnose. Sgranai gradualmente gli occhi.
Io: COSA CAZZO È SUCCESSO?
Giulio: Nulla, ieri un tizio ti toccava il culo gli ho dato un pugno e ti ho portata qui, tra poco dovresti ricevere una chiamata dai tuoi amici e ti riporto a casa.
Disse abbassando lo sguardo. Non avevo parole, non sapevo che fare, che dire, non realizzavo quello che stava succedendo.
Giulio: ei non sono così brutto eh.
Disse con voce ironica e malinconica allo stesso tempo.
Io: se tu sei brutto Giorgio ha dei capelli decenti.
Giulio scoppiò in una fragorosa risata.
Giulio: dai vieni appoggiati un altro po' sul letto, non ho fatto nulla sta notte ti ho solo vista dormire, credo che hai ancora mal di testa ed hai fame.
Annuii e mi sdraiai sul letto a pancia in giù, mentre lui si alzò e presupposi che andava a prendere la colazione infatti dopo essersi vestito sentii chiudersi la porta.
Misi le mani tra i capelli. Cosa cazzo stava succedendo? Perché a me? Piacevo a Giulio? Si stava flashando io non ero per lui, soprattutto io. Vicino a lui andavano bene più ragazze con il fisico da urlo quelle che quando le guardi dici solo "wow". Mi alzai dal letto e notai di avere ancora quel vestitino del cazzo, davvero non mi aveva toccata, buon per lui. Vidi una valigia, sicuramente la sua e ne presi una t-shirt che come non detto mi arrivava alle ginocchia e un paio di calzini. Perché la mia reazione era quella di apatia pura? Dovevo essere al settimo cielo, ma non feci altro che sedermi su di una poltrona incrociare le gambe e iniziare a giocare all'xbox. Si l'albergo aveva misteriosamente un xbox o forse se l'era portata Giulio. Real Madrid contro una squadra alla cazzo.
Al primo mio goal emanai un urlo di vittoria proprio quando Giulio entrò.
Giulio: che cazzo è successo?
Disse disperato.
Io: ho fatto un GOAAAL, SONO UN MITO, CAZZOO.
Sentii la risata di Giulio e immaginai il suo sorriso, cos'era il suo sorriso.
Giulio: Ema vieni di qua stacca l'xbox e mangia.
Io: ma il Real non posso lasciarloo.
Giulio: il real è la mia squadra del cuore ottima scelta, ma ora devi venire a mangiare.
Io: lo so, so entrambe le tue esclamazioni.
Mi alzai e andai in quello che doveva essere un salotto. Sul tavolo c'era di tutto da cornetti a cappuccini a frutta. Mi cimentai nel mio amato cappuccino.
Giulio: ti sta bene la mia maglia.
Disse alzando lo sguardo dal suo cornetto.
Io: ehm...grazie, scusa se me la sono presa, ma non ce la facevo con quel coso aderente.
Giulio: in effetti stai meglio così, sei più te stessa.
Io: che ne sai che non sono una troia?
Giulio alzò di nuovo lo sguardo e cacciò un sorrisetto.
Giu: dal fatto che odi quel vestitino e poi si era capito già dall'altro giorno fuori all'edificio.
Al pensiero arrossii e abbassai lo sguardo sul mio cappuccino. Che figura di merda con quella canna.

GIULIO'S POV:

Sentii un urlo dalla camera, corsi dentro. La vidi attaccata all'xbox, stava giocando a FIFA. Anche questo no, quella ragazza mi sorprendeva sempre, ogni attimo, quando venne a mangiare era così bella con quella mia maglia, aveva qualcosa di mio addosso ed era così se stessa. Iniziammo a parlare anche se un po' a tratti, credo sia stato abbastanza sorprendente svegliarsi in un albero e con me sul letto. Ad una mia risposta, lei sei fece rosso fuoco, com'era bella, il ciuffo le cadde sull'occhio e avevo una voglia di stringerla tra le mie braccia, spostarle il ciuffo e vederla negli occhi per capire cosa aveva dentro, se le era successo qualcosa, perché aveva questo tipo di carattere che mi attirava tanto.
Ema: giù il cornetto si fa freddo non è che con lo sguardo te lo mangi.
Io: credevo che potevo mangiarlo con il pensiero.
Iniziò a ridere, non poteva farmi anche questo, quella sua risata, quel suo sorriso. 'Giuro ora la prendo la sbatto al muro e la bacio' pensai, ma non potevo farlo non si meritava essere trattata da troia. Così abbassai lo sguardo, sparecchiai la tavola, le presi la mano e la portai sul divano, incrociò le gambe e mi guardò come una bambina guarda un gelato.
Ema: dimmi.
Come faceva a sapere che dovevo dirle qualcosa?
Io: ehm...volevo dirti che....federico che ti ha messaggiato in realtá ero io.
Mi coprii il volto, non volevo essere picchiato.
Ema: COSA? Oddio no che figura di merdaaa. Ma almeno me lo dicevi che eri tu.
Io: volevo farti la sorpresa che venivo alla discoteca, dopo le parole che hai detto a me e a Giorgio volevamo farti una sorpresa.
Ema: che cosa dolce da parte vostra, ma sono una semplice fan, cioé non sono l'unica che la pensa così.
No, non era una semplice fan, era molto, ma molto di più, ma non lo sapeva. All'improvviso le suonò il telefono. Lessi "scemo ❤️" sullo schermo del suo cellulare. L'invidia salì di nuovo.
Ema: davide dimmi....si tutto ok....sto in un albergo stupendo con l'oro alle pareti.....si c'è Giulio qui con me.....no, non mi ha fatto nulla.......ei non preoccuparti non è stata colpa tua.....si ti invio il luogo preciso su whatsapp........lo sai ti amo di bene a dopo.
A quelle ultime parole non ce la feci così mi alzai di scatto e mi andai a sciacquare la faccia. Che mi stava facendo quella ragazza in così poco tempo?
-continua-

Beautiful disaster || LOWLOWWhere stories live. Discover now